Bahrein, processo rinviato: la corte si prende gioco di Al-Khawaja

24 Aprile 2012

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La decisione della Corte di cassazione del Bahrein, presa il 23 aprile in pochi minuti di udienza e senza alcuna spiegazione, di rinviare almeno fino al 30 aprile il processo d’appello nei confronti di 14 attivisti dell’opposizione significa, secondo Amnesty International, che l’organo giudiziario sta giocando con la vita di Abdulhadi al-Khawaja, che è giunto al 76° giorno di sciopero della fame. Si è trattato del secondo rinvio, dopo quello del 2 aprile.

Il rinvio del processo è giunto all’indomani del fine settimana in cui si è svolto il Gran premio di Formula 1, segnato da proteste di massa e dall’uccisione di un manifestante, su cui è stata aperta un’inchiesta.

La tattica del rinvio, da parte delle autorità del Bahrein, significa giocare con la vita di Abdulhadi al-Khawaja, che è a un passo dalla morte dopo 75 giorni di sciopero della fame. Lui e gli altri 13 oppositori sono prigionieri di coscienza, condannati solo per aver esercitato pacificamente il diritto alla libertà d’espressione nel corso delle proteste antigovernative dello scorso anno‘ – ha dichiarato Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.

Abduladi al-Khawaja ha annunciato che intende continuare lo sciopero della fame fino a quando non sarà rilasciato, ma il fatto che fino al 30 aprile non vi sia alcuna prospettiva del genere fa aumentare ancora di più i timori per la sua vita.

Lunedì 23 aprile, la sede della Corte di cassazione era completamente recintata e circondata dalle forze di sicurezza. Era stato consentito di assistere solo agli avvocati difensori e a un parente degli imputati, nessuno dei quali era in aula.

Abduladi al-Khawaja, 52 anni, è stato condannato in primo grado all’ergastolo per il ruolo avuto nelle proteste contro il governo dello scorso anno. Ai familiari, che lo hanno potuto incontrare domenica 22 aprile, ha dichiarato di essere felice della decisione di proseguire lo sciopero della fame e che, se questo porterà alla sua morte, ‘sarà finalmente libero’.

Sua figlia, Zainab al-Khawaja, è stata nuovamente arrestata sabato 21 aprile durante una manifestazione convocata per protestare contro la detenzione del padre. È stata accusata di ostacolo alla circolazione stradale e offesa a pubblico ufficiale e, fino alla sera del 23 aprile, rimaneva in carcere. Ha potuto parlare coi familiari al telefono, ma solo per un minuto.

Il Gran premio è arrivato e se n’è andato, i riflettori dei mezzi d’informazione si sono spostati e le autorità del Bahrein devono ancora iniziare la curva per cambiare la situazione dei diritti umani nel paese‘ – ha commentato Sahraoui.