Mozambico: migliaia di persone detenute illegalmente

21 Novembre 2012

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Migliaia di persone sono detenute nelle prigioni del Mozambico senza che siano state giudicate colpevoli di alcun reato, ha dichiarato Amnesty International in un rapporto pubblicato il 22 novembre.

Il documento, intitolato ‘Chiudere a chiavi i miei diritti: arresti arbitrari, detenzione e trattamento dei detenuti in Mozambico‘ realizzato da Amnesty International e Lega del Mozambico per i diritti umani, denuncia come molti detenuti siano stati arrestati su basi pretestuose e imprigionati per anni senza poter parlare con un avvocato. In particolare, le persone appartenenti a gruppi sociali emarginati sono particolarmente a rischio di detenzione per mesi, a volte per anni, in celle squallide, sovraffollate e senza aver commesso reati.

Nella maggior parte dei casi, queste persone economicamente svantaggiate non vengono informate dei loro diritti o non sono in grado di comprenderli; non possono permettersi un avvocato e, pertanto, sono quasi sempre rappresentati da persone non qualificate o da avvocati poco preparati. Raramente viene loro concessa la libertà in attesa del processo.

Un uomo è stato detenuto in una prigione di massima sicurezza per 12 anni senza aver commesso un crimine e senza essere mai stato ascoltato da un tribunale.
Questa modalità di amministrazione della giustizia del Mozambico alla giustizia ha prodotto centinaia di detenuti che semplicemente vengono ‘persi’ nel sistema e languiscono in prigione senza diritti né ricorso alla giustizia‘ – ha detto Muluka-Anne Miti, ricercatrice di Amnesty International in Mozambico. ‘In alcuni casi i documenti dei prigionieri sono stati interamente persi o contengono gravi discrepanze‘.

Secondo le leggi del Mozambico, tutti i detenuti devono comparire entro 48 ore davanti a un giudice competente che dovrebbe verificare se l’arresto è legittimo o meno. Inoltre ogni detenuto dovrebbe avere accesso a un avvocato gratuitamente. Nonostante ciò, nella stragrande maggioranza dei casi questo non succede semplicemente. ‘Abbiamo incontrato detenuti, alcuni dei quali bambini, arrestati pur non essendo stati colti in flagranza di reato e anche senza alcuna prova che avessero commesso un reato o un’infrazione’- ha riferito Muluka-Anne Miti.

Ana Silvia (nome di fantasia) aveva 15 anni quando è stata arrestata per l’omicidio di sua madre anche se c’erano segni non evidenti di una morte sospetta; non c’erano elementi del coinvolgimento di Ana Silvia e non è stata eseguita l’autopsia. Ana Silvia ha raccontato ad Amnesty International che dopo che la polizia l’ha accusata di aver ucciso sua madre, gli agenti hanno chiesto a suo padre se potevano picchiarla per farle dire la verità. Suo padre ha rifiutato, ma Ana Silvia è stata mandata in prigione lo stesso.

Amnesty International ha incontrato molti bambini che sembravano – e affermavano – di avere meno di 16 anni. Quando è stato chiesto alle autorità della prigione un chiarimento su questo, hanno detto che spettava ai detenuti dimostrare la loro età. Ma solo una piccola minoranza di persone in Mozambico ha certificati di nascita, è improbabile che chi proviene da famiglie povere abbia un qualche documento.

Nella prigione della Provincia di Nampula, Amnesty International ha trovato 16enni in una cella che non avevano un rappresentante legale. In altre prigioni, c’erano bambini detenuti senza condanna insieme ad adulti condannati in celle sporche e affollate.

Le prigioni del Mozambico sono, in generale, sovraffollate, con scarsi servizi igienici; i detenuti hanno poche medicine e le opportunità di istruzione e formazione sono scarse o nulle per chi è in attesa di processo.

Nella prigione provinciale di Nampula, Amnesty International ha trovato 196 persone stipate in un cella di 14 metri per sei. I detenuti erano seduti, si toccavano con le spalle e avevano le gambe piegate, perché solo così potevano stare tutti nella cella.

L’accesso alla giustizia in Mozambico viene sistematicamente negato a chi non ha disponibilità economica. Le prigioni sono piene di giovani poveri, in attesa di un processo e che non sono messi a conoscenza dei  loro diritti né hanno ricevuto assistenza legale‘ – ha riferito Muluka-Anne Miti. ‘Il sistema di giustizia del Mozambico semplicemente non funziona per le persone povere, che possono trascorrere anni a languire in prigione senza che le autorità sappiano che essi sono lì o si curino di questo. L’obiettivo di un sistema giudiziario è assicurare che vi sia giustizia, il che significa anche che chi non ha commesso un crimine non sia detenuto illegalmente. Le autorità del Mozambico devono prendere questa responsabilità molto seriamente‘.