Singapore, altre due impiccagioni. Chiediamo l’immediata moratoria sulle esecuzioni

7 Luglio 2022

Photo by ROSLAN RAHMAN/AFP via Getty Images

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Le autorità di Singapore hanno portato a termine la terza e la quarta impiccagione per reati di droga del 2022, dopo due anni di sospensione delle esecuzioni.

Uno dei due prigionieri messi a morte (dell’altro non si conoscono le generalità) era il cittadino malese Kalwant Singh. Era stato condannato a morte nel 2016, sebbene i giudici avessero riconosciuto si era limitato a fare da “corriere”. Rispetto ai reati di droga, le leggi singaporeane non lasciano al giudice il potere discrezionale di emettere una pena alternativa all’impiccagione.

Le autorità hanno annunciato la data d’esecuzione con pochissimo preavviso, impedendo di fatto ai familiari di Singh di organizzare il viaggio dalla Malesia per salutare per l’ultima volta il loro parente.

Singapore è uno dei quattro stati al mondo ad aver eseguito condanne a morte per reati di droga negli ultimi anni.

La settimana scorsa il ministro della Giustizia aveva pubblicamente difeso l’uso della pena di morte per reati di droga citando l’Ufficio delle Nazioni Unite per il contrasto alla droga e alla criminalità.

In realtà, tanto quell’Ufficio quando l’organismo internazionale per il controllo dei narcotici hanno condannato l’uso della pena capitale per reati di droga e hanno sollecitato i governi ad avviare percorsi abolizionisti.

Amnesty International ha sollecitato le autorità di Singapore ad annullare ogni ulteriore esecuzione e a proclamare un’immediata moratoria.