Usa, la sofferenza interminabile di Albert Woodfox

13 Giugno 2015

Tempo di lettura stimato: 2'

La speranza di Albert Woodfox di tornare in libertà, dopo oltre 40 anni di detenzione in isolamento nel centro di detenzione di Angola, Louisiana, è durata poco tempo. Il 9 giugno, un giudice federale aveva ordinato l’immediato rilascio di Woodfox vietando allo stato della Louisiana di processarlo ulteriormente. Lo stato della Louisiana ha fatto appello contro questa decisione e il 12 giugno la corte federale del V Circuito ha disposto che Woodfox debba rimanere in carcere in attesa dell’esito dell’appello.

Nel 1972 Albert Woodfox, insieme a Herman Wallace (poi morto di cancro il 4 ottobre 2013, poco dopo il rilascio), attivista del partito delle Pantere nere, era stato giudicato colpevole dell’omicidio di un secondino, Brent Miller, in assenza di prove materiali e sulla sola base della testimonianza di un detenuto che in seguito ottenne un trattamento di favore.

Per buona parte degli ultimi 43 anni, Albert Woodfox è stato confinato in una piccola cella, 23 ore su 24, senza poter prendere parte a programmi di riabilitazione. In quel periodo, testimoniano i registri di Angola, non ha commesso gravi infrazioni disciplinari e non ha posto alcuna minaccia a sé, agli altri detenuti o al personale penitenziario. In questi quattro decenni, per quattro la sua condanna è stata annullata e per tre volte lo stato della Louisiana ha fatto ricorso.