Guinea-Bissau, repressione in aumento dopo il colpo di stato

17 Aprile 2012

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Crescenti limitazioni alla libertà di manifestazione, d’informazione e di movimento, paura e insicurezza stanno caratterizzando i giorni successivi al colpo di stato del 12 aprile in Guinea-Bissau.

Fonti della capitale Bissau hanno riferito ad Amnesty International che i militari golpisti hanno allestito posti di blocco in tutta la città, soprattutto lungo la strada per l’aeroporto.

Manifestazioni spontanee di donne e giovani sono state disperse con violenza dalle forze armate; alcuni partecipanti sono stati picchiati, uno è stato accoltellato a una gamba ed è ricoverato in ospedale in condizioni gravi ma stabili.

Le emittenti radiofoniche sono state chiuse nelle prime ore del colpo di stato, mentre la tv di stato ha ripreso a trasmettere sotto il controllo dei militari.

Amnesty International ha chiesto l’immediato rilascio dell’ex primo ministro Carlos Gomez Junior e del presidente ad interim Raimundo Pereira, agli arresti dal 12 aprile. I due politici sono stati trasferiti nella base militare di Mansoa, 60 chilometri a nord della capitale, e si troverebbero in isolamento in celle infestate dalle zanzare, senza acqua potabile né servizi igienici.

Carlos Gomez Junior soffre di diabete e necessita di cure mediche quotidiane, di cui sarebbe privo dal giorno del colpo di stato. Amnesty International non è in grado di confermare la notizia secondo cui la Croce rossa avrebbe avuto il permesso di visitarlo e di fornirgli i medicinali.

Amnesty International non ha potuto appurare il numero delle persone arrestate e ha sollecitato la giunta militare al potere a fornire tutte le informazioni al riguardo.

Difensori dei diritti umani, esponenti della società civile e addirittura ministri del deposto governo si starebbero nascondendo per evitare l’arresto, mentre i militari al potere si stanno accanendo contro i loro familiari per costringerli ad arrendersi.