Tep, Ahed e Taner liberi: una firma può salvare la vita

5 Settembre 2018

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“Aprite il vostro quotidiano un qualsiasi giorno della settimana e troverete la notizia di qualcuno, da qualche parte del mondo, che è stato imprigionato, torturato o ucciso poiché le sue opinioni e la sua religione sono inaccettabili per il suo governo. Ci sono milioni di persone in prigione in queste condizioni, sempre in aumento. Il lettore del quotidiano percepisce un fastidioso senso d’impotenza. Ma se questi sentimenti di disgusto ovunque nel mondo potessero essere uniti in un’azione comune, qualcosa di efficace potrebbe essere fatto”.

Queste sono le prime e ormai famose righe dell’articolo, pubblicato il  28 maggio 1961 sul quotidiano inglese The Observer, “I prigionieri dimenticati” di Peter Benenson, padre fondatore di Amnesty International. Una sorta di manifesto per la nostra organizzazione, fonte di ispirazione e guida.

Da allora, insieme al contributo di milioni di persone, ci schieriamo ogni giorno al fianco di chi ha subito un ingiustizia. Grazie a questo supporto e grazie alle firme che raccogliamo per fare pressione sui governi possiamo fare tantissimo.

Quest’anno, ad esempio, ne sono testimoni diretti Ahed Tamini, Tep Vanny, Taner Kılıç: persone lontanissime tra loro che hanno ritrovato la libertà grazie al coraggio di chi ha firmato per chiedere la loro liberazione!

Ahed Tamimi, l’attivista palestinese di 17 anni condannata a otto mesi per aver spintonato e preso a schiaffi e calci due soldati israeliani dotati di armi pesanti ed equipaggiamento protettivo, è stata rilasciata il 29 luglio con 21 giorni di anticipo sulla fine della pena.

Tep Vanny: dopo oltre 700 giorni di carcere, il 20 agosto 2018 un provvedimento di grazia firmato dal re ha consentito a Tep Vanny, la leader del movimento per il diritto alla casa della Cambogia, di tornare libera.

Taner Kılıç: dopo oltre 14 mesi di carcere, la sera del 15 agosto il presidente onorario di Amnesty International Turchia ha potuto riabbracciare la moglie e le loro figlie.

Loro, e le tantissime altre persone aiutate grazie alle firme, ringraziano chi ha sostenuto, firmato e condiviso gli appelli di Amnesty e chi continuerà a farlo.