Il cambiamento climatico è una questione di diritti umani.
Come recentemente sottolineato dal relatore speciale delle Nazioni Unite sulla povertà estrema, il riscaldamento globale ha un impatto, tra gli altri diritti, sul diritto alla vita, alla salute, all’alloggio, all’acqua, ai servizi igienico-sanitari.
Colpisce in modo sproporzionato individui e comunità emarginate o soggette a discriminazione come donne e ragazze e comunità indigene.
I giovani di oggi saranno le persone maggiormente colpite dagli impatti futuri – ma nessuno è al sicuro dai rischi associati ai cambiamenti climatici.
Il rapporto speciale del gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (IPCC) ha confermato che limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 °C è un imperativo assoluto per evitare le peggiori conseguenze per i diritti umani nei prossimi anni.
Questo campanello d’allarme ha chiarito che le emissioni di gas serra devono essere ridotte del 45% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2010, per evitare di raggiungere e superare 1,5 °C al di sopra dei livelli preindustriali.
Il rapporto ha anche mostrato come gli attuali impegni previsti dall’accordo di Parigi siano assolutamente inadeguati in quanto porterebbero ad un aumento di 3,2 °C della temperatura media globale entro il 2100.
Gli attuali impegni assunti dai governi per mitigare i cambiamenti climatici sono del tutto inadeguati, poiché porterebbero a un catastrofico aumento di 3 °C delle temperature globali medie rispetto ai livelli preindustriali entro il 2100.
Gli stati hanno l’obbligo di mitigare gli effetti dannosi dei cambiamenti climatici adottando le misure più ambiziose possibili per prevenire o ridurre le emissioni di gas serra nel più breve tempo possibile.
Gli stati ricchi devono aprirsi, sia internamente che attraverso la cooperazione internazionale, a tutti i paesi prendendo tutte le misure ragionevoli per ridurre le emissioni nella misura massima delle loro capacità.
Gli stati devono, inoltre, adottare tutte le misure necessarie per aiutare tutti i cittadini all’interno della propria giurisdizione ad adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici, riducendo al minimo l’impatto dei cambiamenti climatici sui loro diritti umani.
Questo è vero indipendentemente dal fatto che lo stato sia responsabile di tali effetti, poiché gli stati hanno l’obbligo di proteggere le persone anche dai danni causati da terzi.
Gli stati devono prendere provvedimenti per affrontare i cambiamenti climatici il più rapidamente possibile. Nei loro sforzi per fronteggiare il cambiamento climatico, non devono ricorrere a misure che violano direttamente o indirettamente i diritti umani. Ad esempio, le aree protette o i progetti di energia rinnovabile non devono essere creati nelle terre dei popoli nativi senza consultarli e ottenere il loro consenso.
Gli stati devono rispettare il diritto all’informazione e alla partecipazione di tutte le persone colpite.
Tra il 2002 e il 2017, 1.558 persone in 50 paesi sono state uccise per aver difeso l’ambiente e la propria terra.
Sono i “difensori dell’ambiente”, persone impegnate nella protezione di terre, foreste, acqua e altre risorse naturali.
Ciò include attivisti delle comunità locali, membri di movimenti sociali, avvocati, giornalisti, personale delle organizzazioni non governative, membri di comunità tradizionali, contadine e agricole, e coloro che resistono agli sgomberi forzati o ad altri interventi violenti.
Queste persone agiscono pacificamente, volontariamente o professionalmente, per proteggere l’ambiente o i diritti della terra.
Possono essere direttamente coinvolti nel lavoro della terra, rappresentare coloro che lo fanno o essere sostenitori della conservazione di habitat o specie animali e vegetali.
Ai governi nazionali membri dell’Unione europea
Ogni giorno registriamo le conseguenze e gli impatti che il cambiamento climatico ha sul nostro pianeta. La devastazione che sta causando e che continuerà a causare all’umanità lo rende un problema urgente per i diritti umani. Combinerà e amplificherà le disuguaglianze esistenti.
I suoi effetti continueranno a crescere e a peggiorare nel tempo, causando devastazioni e rovina alle generazioni attuali e future.
Questo è il motivo per cui l’incapacità dei governi di agire sul cambiamento climatico di fronte a prove scientifiche schiaccianti potrebbe essere la più grande violazione intergenerazionale dei diritti umani nella storia.
In qualità di paesi membri dell’Unione europea vi chiedo di garantire il vostro impegno e quello delle istituzioni a:
- prendere l’iniziativa di annunciare obiettivi di riduzione delle emissioni che consentirebbero ai membri dell’Ue di dimezzare le emissioni prima del 2030 e raggiungere emissioni nette pari a zero ben prima del 2050, con l’imperativo di limitare l’aumento della temperatura media globale a 1,5°C sopra i livelli preindustriali;
- porre fine all’uso di tutti i combustibili fossili e passare al 100% di energia rinnovabile il più rapidamente possibile, ponendo fine agli aiuti economici statali ai produttori di combustibili fossili, stabilendo regolamenti e misure politiche che includano l’obbligo per le aziende di due diligence, relativamente ai diritti umani, al fine di garantire che le imprese si muovano verso l’obiettivo di zero emissioni nette;
- rispettare, proteggere e soddisfare il diritto all’informazione, alla partecipazione e ai rimedi efficaci per le persone i cui diritti sono stati negativamente impattati dai cambiamenti climatici, così come la libertà di espressione e riunione nella progettazione, attuazione, monitoraggio e valutazione di tutte le politiche e le strategie climatiche (in linea con l’Obiettivo di sviluppo sostenibile numero 16).
- finanziare e sostenere iniziative climatiche coerenti con i diritti umani, compreso il trasferimento di tecnologia nei paesi in via di sviluppo che non sarebbero in grado di mitigare e adattarsi efficacemente ai cambiamenti climatici. Fornire supporto e accesso a compensazioni legali per le persone che hanno subito violazioni o non hanno potuto godere dei propri diritti a causa dei cambiamenti climatici, in particolare nei paesi del sud del mondo.
Ringraziando per l’attenzione,