La struttura di detenzione militare di Guantánamo Bay è una macchia evidente e di vecchia data della situazione dei diritti umani degli Stati Uniti. Oggi vi si trovano ancora 30 uomini musulmani, la maggior parte senza essere stati incriminati o processati. Molti, come Toffiq al-Bihani, sono stati torturati dal governo degli Stati Uniti. Toffiq, insieme ad altri 15 detenuti, è stato autorizzato al trasferimento in altri paesi, eppure rimane dietro le sbarre senza accusa né processo.
Il presidente Biden ha l’opportunità di porre fine a queste continue violenze chiudendo il centro di detenzione prima della fine del suo mandato.
Tutti coloro che sono ancora detenuti devono essere rimessi in libertà e trasferiti. Se esistono prove sufficienti e ammissibili, ai sensi del diritto internazionale, per procedere per reati internazionalmente riconosciuti, le autorità statunitensi dovrebbero farlo attraverso una soluzione giudiziaria equa dinanzi a un tribunale federale, senza ricorrere alla pena di morte.
La chiusura di Guantánamo non riguarda solo le persone attualmente detenute, ma anche i crimini di diritto internazionale commessi in oltre 20 anni e la mancanza di responsabilità e riparazione nei confronti di tutte le vittime di violenze.
Chiedi all’amministrazione Biden di chiudere una volta per tutte la struttura di detenzione di Guantánamo!
Il cittadino yemenita Toffiq al-Bihani è detenuto nel centro di detenzione statunitense di Guantánamo dall’inizio del 2003, senza essere accusato di alcun reato. Inizialmente consegnato al personale militare statunitense in Afghanistan nel marzo 2002, è stato trasferito alla Central Intelligence Agency (CIA) nell’ottobre dello stesso anno ed èstato sottoposto per diverse settimane sottoposto a sparizione forzata, maltrattamenti e torture.
In seguito, è stato trasferito in una struttura dove lui e altri prigionieri non potevano avere accesso al Comitato internazionale della Croce Rossa (ICRC). Vi è stato detenuto per 10 settimane prima di essere trasferito in un secondo centro di detenzione in Afghanistan, dove è stato tenuto in isolamento per cinque mesi. È stato poi riconsegnato alla CIA intorno all’ottobre 2002. Infine, è stato posto per un breve periodo in custodia militare statunitense presso la base aerea di Bagram in Afghanistan per poi essere trasferito, all’inizio del 2003, nella struttura di detenzione di Guantánamo.
Toffiq al-Bihani è stato autorizzato a essere trasferito nel suo stato di origine, in caso di conclusione del conflitto lì in corso, oppure reinsediato in uno stato terzo. Ad oggi nulla è successo e nessuno è stato ritenuto responsabile della sua sparizione forzata sotto la custodia della CIA o dei maltrattamenti e delle torture che ha subito.
Egregio presidente Biden,
dopo oltre 20 anni di ingiustizia, le chiedo per favore di chiudere la struttura di detenzione di Guantánamo Bay.
L’uso da parte del governo degli Stati Uniti della detenzione a tempo indeterminato senza accusa in risposta agli attacchi dell’11 settembre 2001 è stato illegale sin dall’inizio. La esorto a considerare in via prioritaria e ad accelerare la chiusura della struttura di detenzione. Molte delle persone che vi si trovano ancora detenute sono già state autorizzate a tornare in libertà e dovrebbero essere rapidamente trasferite in stati che rispettino i loro diritti umani. Bisogna porre fine a questo regime di detenzione.
L’impunità che persiste in relazione alla sparizione forzata, ai maltrattamenti, alle torture e ad altre violazioni dei diritti umani commesse nei confronti di questi detenuti è inaccettabile e rappresenta una macchia nella situazione dei diritti umani negli Stati Uniti. La tortura e le sparizioni forzate sono crimini di diritto internazionale.
Toffiq al-Bihani è detenuto a Guantánamo dall’inizio del 2003 senza essere accusato di alcun crimine. È stato sottoposto a maltrattamenti e torture da parte di funzionari statunitensi. Nonostante sia stato scagionato e autorizzato a tornare in libertà nel 2010, attualmente è ancora detenuto a Guantánamo. Non è del tutto chiaro il motivo per cui non sia ancora stato trasferito per ricongiungersi alla sua famiglia. La sua prolungata detenzione è irragionevole e arbitraria, oltre a essere una palese violazione dei suoi diritti umani.
Al momento sono in tutto 16 i detenuti autorizzati al trasferimento che dovrebbero essere portati immediatamente fuori dalla struttura. Il loro ritorno in libertà dovrebbe aprire la strada alla chiusura definitiva del centro di detenzione. A Guantánamo sono detenuti altri 14 uomini, molti dei quali sono stati sottoposti a tortura.
La esorto a lavorare per una soluzione legale in favore di coloro che sono ancora detenuti a Guantánamo, trasferendoli in altri stati in cui i loro diritti siano tutelati o sostenendo eque soluzioni giudiziarie nei confronti dei detenuti incriminati di reati internazionalmente riconosciuti.
I detenuti che hanno subito torture o altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti dovranno ricevere un vero accesso a un rimedio effettivo, compresa la riabilitazione e il risarcimento. I responsabili delle torture e delle sparizioni forzate nei confronti dei detenuti dovranno essere assicurati alla giustizia in un giusto processo senza ricorrere alla pena di morte.
Lei ha promesso di porre fine a questa continua ingiustizia e di chiudere la struttura di Guantánamo Bay, ma dopo quasi due anni in carica non è stato all’altezza di quell’impegno. Ora è il momento di fare la cosa giusta: chiudere Guantánamo una volta per tutte.
La ringrazio per l’attenzione.