30 giorni per la libertà di stampa

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Nel mondo, non sono pochi i casi in cui a pagare il prezzo più alto non è chi commette i crimini, ma chi li denuncia. Sono centinaia, infatti, gli operatori dell’informazione che vengono ostacolati, perseguitati, minacciati e persino uccisi per aver cercato o raccontato la verità.

Durante i conflitti e le guerre, l’interesse del potere di mantenere il silenzio sul proprio operato si impenna. Così i giornalisti diventano bersaglio di persecuzione giudiziaria, censura, attentati e uccisioni. Questo è successo in Russia dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina, ma già da tempo il giornalismo indipendente era sotto attacco. Pensiamo alla sorte di Anna Politkovskaja, giornalista assassinata nel 2006. Per il suo stesso giornale lavora Elena Milashina, importante giornalista investigativa in prima linea nel denunciare le violazioni dei diritti umani e l’impunità e in Cecenia e la cui incolumità è costantemente a rischio.

In Tunisia il governo del presidente Kais Saied ha intrapreso una vera e propria guerra ai media. Il giornalista Mohamed Boughalleb ha più volte criticato l’operato del governo e per questo è stato condannato a otto mesi di carcere per infondate accuse di diffamazione. In carcere le sue condizioni di salute sono molto peggiorate. Ora è libero, ma le accuse restano in piedi ed è sottoposto a divieto di viaggio.

In un Venezuela in piena crisi dei diritti umani e fiaccato dall’emergenza umanitaria, non si placano gli attacchi alla libertà di espressione. Al 17 febbraio 2025 almeno 1.061 persone erano ancora detenute arbitrariamente per motivi politici. Tra loro Carlos Julio Rojas, giornalista e difensore dei diritti umani che ha sempre denunciato i problemi che affliggono la sua comunità.

Dal 3 maggio, Giornata mondiale della libertà di stampa, al 3 giugno vogliamo coinvolgere il maggior numero di persone in una maratona di raccolta firme a sostegno della libertà d’informazione.

La dedichiamo a tre persone che hanno messo a rischio la propria vita solo per svolgere il loro lavoro.

Il giornalismo non è un crimine.

 

Il maratoneta di Scarabottolo

Da tanti anni, il maratoneta disegnato da Guido Scarabottolo è diventato la mascotte della nostra annuale campagna Write for Rights. Dall’anno scorso la campagna è raddoppiata e il maratoneta corre ancora con noi con un solo obiettivo comune: il rispetto dei diritti umani.

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