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RICONOSCERE I SISTEMI DI OPPRESSIONE
a cura di Martina Scrivani, ufficio attivismo
Mona Eltahawy, autrice e opinionista egiziano-americana, è stata una delle voci più importanti durante le rivolte di piazza Tahrir. È stata in tour in Italia con la collaborazione di Amnesty International Italia, per presentare il suo ultimo libro “Sette peccati necessari. Manifesto contro il patriarcato” (le plurali editrice, 2022).
Perché l’attivismo è importante? Parlaci del tuo attivismo.
Penso che l’attivismo sia importante perché dobbiamo sempre ricordare alle persone in posizioni di autorità e di potere che le teniamo d’occhio, che le controlliamo e che le riteniamo responsabili. Credo che questo sia il punto cruciale dell’attivismo. Spesso pensiamo all’attivismo come un modo per ottenere alcuni cambiamenti, e certo lo è. Ma credo che raggiungiamo quell’obiettivo chiedendo una presa di responsabilità. Io non mi sono mai definite un’attivista, sono una scrittrice, ma credo di usare i miei scritti come una forma di attivismo. A sedici anni decisi che volevo essere una giornalista, perché per me il giornalismo rappresentava la libertà. E la questione centrale nella mia vita è sempre stata questa: come posso essere libera? Allora scrivevo articoli contro il regime di Mubarak, contro la dittatura in Egitto. Oggi sono concentrata sul femminismo e sul fatto di riconoscere le responsabilità del patriarcato ovunque.