Covid-19: la variante Omicron deve spingere i leader mondiali a condividere i vaccini

9 Dicembre 2021

Photo by JOEL SAGET/AFP via Getty Images

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L’8 dicembre 2020 veniva iniettata la prima dose di vaccino contro il Covid-19 al mondo. A distanza di un anno, la recente diffusione della variante Omicron è la prova di cosa accade quando una pandemia non viene affrontata a livello globale.

Gli esperti avevano avvisato che un’ineguale distribuzione dei vaccini avrebbe favorito la nascita di nuove varianti. Eppure, mentre alcuni stati ad alto reddito hanno vaccinato quasi il 90 per cento della loro popolazione, negli stati a basso reddito solo poco più del sette per cento della popolazione ha ricevuto la prima dose.

I leader degli stati ricchi continuano a sollecitare le loro popolazioni a vaccinarsi e ribadiscono, proprio mentre la variante Omicron si sta diffondendo, l’importanza dei vaccini per porre fine alla pandemia. Ma sono gli stessi leader che paiono dimenticare che il loro messaggio dovrebbe riguardare ogni persona sul nostro pianeta.

È scioccante vedere come gli stati ricchi continuano a tenere fermi milioni di dosi di vaccino senza utilizzarle mentre le aziende farmaceutiche proseguono a inviare proprio a quegli stati buona parte della loro produzione.

Se vogliamo davvero contrastare l’insorgenza di nuove varianti e porre fine alla pandemia, è necessario che gli stati che hanno accumulato scorte di vaccini le redistribuiscano immediatamente. Quanto alle aziende farmaceutiche, è necessario che capiscano che le loro produzioni di vaccini che salvano vite umane devono andare dove ce n’è maggiore bisogno e non dove ci sono più risorse economiche per acquistarle.

 

Ulteriori informazioni

Dal 22 settembre 2021 Amnesty International sta chiedendo agli stati e alle aziende farmaceutiche di assicurare uguale accesso ai vaccini in modo che almeno il 40 per cento della popolazione degli stati a medio-basso e a basso reddito possa essere vaccinato entro la fine del 2021. A questa scadenza manca meno di un mese ed è più che mai il momento di agire.