Denunciati i Paesi Bassi per l’accordo Ue -Turchia sui rifugiati del 2016

8 Aprile 2024

Foto di Giorgos Moutafis - Grecia, Lesbo 2018

Tempo di lettura stimato: 2'

Amnesty International Paesi Bassi, Boat Refugee Foundation e Defence for Children hanno denunciato lo stato olandese per violazione del diritto interno, internazionale e dell’Unione europea in quanto ha approvato e applicato l’accordo del 18 marzo 2016 tra Unione europea e Turchia in materia di rifugiati. Tale accordo obbliga le persone entrate irregolarmente nelle isole greche del Mar Egeo a fare richiesta d’asilo lì e a ritornare in Turchia qualora fosse respinta, nonostante quel paese non fosse sicuro per loro.

In base a quell’accordo, la Turchia si è impegnata a non far partire persone verso l’Europa ricevendo in cambio di miliardi di euro (sei promessi nel 2016 e altri tre nel 2021) per assistere i rifugiati in territorio turco.

I Paesi Bassi, avendo in quel periodo la presidenza del Consiglio dell’Unione europea, giocarono un ruolo importante nell’adozione e nell’attuazione dell’accordo. Nonostante i centri di accoglienza sulle isole greche (dal 2023, “centri chiusi controllati”) fossero gravemente inadeguati e vi fossero violazioni dei diritti umani anche ai danni dei bambini, il governo olandese premette per una rapida applicazione, contribuendo in modo determinante a creare una situazione inumana.

A rendere possibile la denuncia delle tre organizzazioni è stata una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea che, nel 2017, ha stabilito che erano stati i capi di stato e di governo degli stati membri, e non le istituzioni europee, a condurre i negoziati con la Turchia e a giungere all’accordo del 18 marzo 2016.