Iran, aumenta il numero dei manifestanti uccisi nella repressione delle proteste per la morte di Mahsa Amini

25 Settembre 2022

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Amnesty International ha raccolto nuove prove sulle conseguenze mortali della repressione da parte delle forze di sicurezza iraniane contro coloro che da giorni protestano pacificamente per la morte di Mahsa Amini, la 22enne torturata dalla “polizia morale” dopo essere stata arrestata per non aver indossato in modo consono il velo.

Alla data del 22 settembre, le vittime erano oltre 30 tra cui quattro minorenni. Il numero è salito nei due giorni successivi arrivandosecondo l’organizzazione Iran Human Rightsa 57. Le persone ferite sono centinaia, altrettante quelle arrestate.

A seminare morte nelle strade di almeno 10 province iraniane, utilizzando proiettili veri (compresi pallini da caccia e di metallo) sono la Guardia rivoluzionaria, le forze paramilitari basiji e agenti in borghese.

Morti e feriti sono stati registrati nelle province di Alborz, Esfahan, Ilam, Kohgilouyeh e Bouyer Ahmad, Kermanshah, Kurdistan Manzandan, Semnan, Teheran e Azerbaigian occidentale.

La metodologia di ricerca seguita da Amnesty International su quanto sta accadendo in Iran comprende l’analisi di documentazione audiovisiva e testimonianze fornite da manifestanti, parenti delle vittime, difensori dei diritti umani e giornalisti.