L’aborto negli Stati Uniti d’America e le violazioni dei diritti umani

10 Maggio 2022

TPhoto by ALEX EDELMAN/AFP via Getty Images

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Ogni giorno, i diritti sessuali e riproduttivi rischiano di essere compromessi da politiche restrittive e violente, in violazione delle norme internazionali. Tra questi, il diritto all’aborto negli Stati Uniti d’America (Usa) è da diverso tempo sotto attacco.

Da anni, infatti, le autorità dei singoli stati degli Usa cercano di far regredire il diritto all’aborto, erodendolo con leggi sempre più restrittive.

Ora il diritto all’aborto rischia di sparire in tutto il paese.

 

La Corte suprema federale e la sentenza Roe v. Wade: la fine del diritto all’aborto negli Usa? 

I diritti sessuali e riproduttivi negli Usa si trovano di fronte a una sfida senza precedenti. Entro l’estate, infatti, il diritto di abortire rischia di essere compromesso a livello federale.

Il 2 maggio è iniziata a circolare una bozza, che raccoglierebbe il consenso dalla maggioranza della Corte suprema, che affermava che “Roe e Casey debbano essere annullate” e che “è tempo di dare ascolto alla Costituzione e restituire la questione dell’aborto ai rappresentanti eletti dal popolo”.

Da quanto denuncia Politico, la Corte sembrerebbe intenzionata a ribaltare la sentenza che dal 1973 garantisce l’accesso all’aborto a livello federale, conosciuta come la sentenza Roe v. Wade.

Entro l’estate, la Corte suprema si pronuncerà in via ufficiale. Se decidesse di annullare la sentenza, creerebbe un precedente e il diritto all’aborto sarebbe a grave rischio in tutti gli Usa: ogni singolo stato avrebbe la possibilità di eliminare di fatto il diritto all’aborto.

Secondo un’analisi del Guttmacher Institute, se la Corte rovesciasse la sentenza Roe v. Wade, e quindi il diritto costituzionale all’aborto, sarebbero 26 gli stati degli Usa pronti ad abolire tale diritto. Abortire diventerebbe così difficile e costoso, dal momento che renderebbe necessario andare in un altro paese, percorrendo anche migliaia di chilometri.

Cartellone con scritto "Abortion is healthcare" ©Photo by KENA BETANCUR/AFP via Getty Images

L’aborto negli Usa: una panoramica 

Negli anni, sono molti gli stati degli Usa che hanno adottato leggi con l’obiettivo di vietare o rendere di fatto impossibile l’accesso all’aborto.

Tra gli altri anche l’Oklahoma, che il 6 aprile ha approvato un disegno di legge che vieta l’aborto dopo le sei settimane di gravidanza, tranne se la persona incinta è in pericolo di vita. Chi violerà questa legge, dovrà scontare una pena fino a 10 anni di carcere e una multa fino a 100.000 dollari. Un divieto quasi totale all’aborto, tramutato in legge il 4 maggio.

Una legge simile è stata approvata in Texas nel luglio 2021, che vieta l’aborto nel momento in cui vi è il battito fetale, ossia intorno alle sei settimane, momento in cui molte persone non sono ancora consapevoli di essere incinte. La legge prevede anche una ricompensa di 10.000 dollari per chiunque denunci un’interruzione di gravidanza illegale. A niente sono valsi i tentativi delle associazioni femministe per bloccare la legge: la Corte suprema del Texas ha ritenuto la norma legittima.

 

L’accesso all’aborto è un diritto umano

Il diritto ad accedere all’aborto sicuro è un diritto umano, incluso, tra gli altri, nel diritto alla salute e a non essere discriminati.

Queste leggi restrittive non sono solo preoccupanti, ma sono anche profondamente discriminatorie. Come sempre, a pagarne le conseguenze sono le persone più vulnerabili.

Per esempio, le persone con basso reddito – minorenni, persone nere o BIPOC (Black, Indigenous and People of Color) migranti, e rifugiate – sono le più colpite dalle restrizioni sull’aborto poiché per loro è più difficile pagare, viaggiare o prendersi permessi dal lavoro.

Le restrizioni colpiscono ulteriormente anche le persone Lgbti. Le persone transgender vanno già incontro a profondi ostacoli nell’accesso ai servizi di salute riproduttiva e la raffica di nuovi provvedimenti le escluderà ulteriormente.

L’aborto è un servizio sanitario fondamentale per milioni di persone. Costringere una persona a portare avanti una gravidanza costituisce una grottesca violazione dei diritti umani.

Mentre buona parte del mondo sta ampliando i diritti, compreso quello di abortire, gli Usa rischiano di fare un salto indietro nel tempo e pongono a rischio la vita e la libertà di milioni di persone.

Ricordiamo, oggi e sempre, che vietare l’aborto non farà scomparire le interruzioni di gravidanza: le renderà solamente meno sicure.