La Francia viola il diritto d’asilo alla frontiera italiana

10 Luglio 2020

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L’otto luglio, il Consiglio di stato francese ha confermato quello che le nostre associazioni denunciano da anni: il ministero dell’Interno viola il diritto d’asilo alla frontiera con l’Italia.

A maggio scorso, una donna e suo figlio di cinque anni sono stati respinti verso l’Italia nonostante avessero espresso il desiderio di fare domanda d’asilo al momento del loro arrivo in Francia. Si tratta di una pratica sistematica che avviene alla frontiera franco-italiana e totalmente accettata dal ministero dell’Interno.

Una pratica illegale sistematica

Il caso è stato sottoposto al Consiglio di stato che ha condannato fermamente il respingimento della donna e di suo figlio da parte della polizia frontaliera. La decisione è senza appello: rifiutandosi di registrare ed esaminare la domanda di asilo della donna, “l’autorità amministrativa ha minacciato gravemente e in modo chiaramente illegale il diritto di asilo, che costituisce una libertà fondamentale“.

La decisione conferma l’illegalità delle situazioni che le nostre associazioni osservano da molti anni alla frontiera.

In due giorni soltanto, lunedì 6 e martedì 7 luglio 2020, i nostri osservatori a Mentone hanno registrato il respingimento di 83 persone dalla Francia verso l’Italia.

La Francia deve registrare le domande d’asilo alla frontiera

Insieme alle associazioni partner (Anafé, La Cimade, Medici del mondo, Medici senza frontiere, Secours catholique), ci aspettiamo da Darmanin, il nuovo ministro dell’Interno, chiare indicazioni alla polizia di frontiera perché le persone che vogliono presentare domanda di protezione internazionale in Francia possano farlo, anche alla frontiera franco-italiana. Chiediamo inoltre che queste direttive siano rese pubbliche.