Obiettivi di sviluppo del millennio: tagliate fuori le persone più povere

16 Settembre 2010

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Amnesty International: ‘Senza il rispetto dei diritti umani, gli Obiettivi di sviluppo del millennio stanno escludendo le persone più povere’

CS083: 17/09/2010

Gli Obiettivi di sviluppo del millennio (Osm) stanno tagliando fuori le persone più povere del mondo poiché i governi le stanno ignorando e stanno violando i loro diritti umani. È quanto ha dichiarato Amnesty International, alla vigilia del Summit delle Nazioni Unite in programma a New York dal 20 al 22 settembre, in cui i capi di stato esamineranno i progressi degli Osm.

Oltre un miliardo di persone che vivono negli insediamenti abitativi precari non sono ancora state incluse negli sforzi per conseguire gli Osm, perché questi si prefiggono di migliorare le condizioni di vita di soli 100 milioni di persone.

A meno che i leader mondiali non si accordino per fare passi urgenti a sostegno dei diritti umani delle persone più povere e svantaggiate, queste saranno tagliate fuori dagli Osm‘- ha affermato Salil Shetty, Segretario generale di Amnesty International, che guiderà la delegazione dell’organizzazione al Summit. 

Ma le parole non bastano. Le persone devono essere in grado di chiamare i governi a rispondere del loro operato quando questi non rispettano i diritti umani, di denunciare corruzione e negligenza nei tribunali e negli organismi di controllo affinché i governi portino davvero avanti i loro obblighi‘.

Le donne rappresentano circa il 70 per cento delle persone che vivono in povertà. Eppure, le azioni svolte in molti paesi per conseguire gli Osm non affrontano la diffusa discriminazione che le donne subiscono nell’accesso al cibo, all’acqua, ai servizi igienico-sanitari e all’alloggio, mentre politiche, leggi e pratiche discriminatorie che rafforzano la violenza di genere e minano i progressi verso gli Osm sono state lasciate proliferare.

Molti stati eseguono sgomberi forzati di massa, che trascinano gli abitanti degli insediamenti abitativi precari sempre più a fondo nella povertà e violano il loro diritto all’alloggio. Per esempio, in una sola città della Nigeria, a Port Harcourt, più di 200.000 persone stanno subendo sgomberi perché le autorità progettano di demolire oltre 40 insediamenti informali nell’area portuale. Migliaia di persone perderanno i mezzi di sostentamento così come le loro case, se le demolizioni andranno avanti.

Il Kenya è un altro esempio di un paese le cui politiche per il raggiungimento degli Osm hanno ignorato i bisogni delle donne che vivono negli insediamenti abitativi precari. Queste donne rischiano di essere aggredite, specialmente di notte, mentre cercano di raggiungere i servizi igienici pubblici. La mancanza di efficaci azioni di polizia per prevenire, indagare e punire la violenza di genere o fornire un rimedio efficace alle donne e alle ragazze significa lasciare pressoché impunita la violenza contro le donne.

Un ulteriore caso è quello del Nicaragua che, nonostante si sia impegnato a perseguire l’Osm del miglioramento della salute materna, ha introdotto il divieto di aborto in ogni circostanza. La stragrande maggioranza delle gravidanze a seguito di stupro e di incesto si riscontra nelle ragazze tra 10 e 14 anni, la cui salute e vita sono poste in pericolo a causa di aborti insicuri o di maternità precoce.

Di fronte a questo scenario, Amnesty International ritiene tuttavia che meccanismi efficaci per chiamare i governi a rispondere del loro operato possano rendere più produttivi gli sforzi per conseguire gli Osm. In India, nel 2001, la Corte suprema ha stabilito che il pasto fornito dalle mense scolastiche deve soddisfare gli standard qualitativi minimi indispensabili e dev’essere servito a tutti i bambini che vanno a scuola. Da allora, grazie alla maggiore disponibilità di pasti, ogni anno almeno 350.000 bambine in più vengono iscritte a scuola.

Un impegno globale per sradicare la povertà non può lasciarsi alle spalle le persone più povere e vulnerabili‘ – ha aggiunto Shetty. ‘Tuttavia, è ciò che sta accadendo e continuerà ad accadere senza un impegno da parte dei leader mondiali verso un cambiamento concreto e un sostegno effettivo ai diritti umani dei poveri. Questo Summit è l’ultima spiaggia: il suo fallimento sarà garanzia di fallimento nel 2015‘.

Ulteriori informazioni

Gli Osm sono la più importante iniziativa globale per affrontare la povertà, lanciata dalle Nazioni Unite l’8 settembre 2000 con l’adozione della Dichiarazione del millennio. Essi prendono in esame otto aree: sradicare la fame e la povertà estrema; ottenere l’istruzione primaria universale, promuovere l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne; ridurre la mortalità infantile; migliorare la salute materna; combattere l’Hiv/Aids, la malaria e altre malattie; assicurare la sostenibilità ambientale; sviluppare la collaborazione globale per lo sviluppo.
 
Il 13 agosto, Amnesty International ha lanciato una petizione globale per chiedere ai leader che si riuniranno a New York un piano d’azione efficace per migliorare la lotta alla povertà. La Sezione Italiana ha già raccolto 4000 firme, che saranno inviate a New York alla vigilia del Summit. 
 
L’azione sugli Osm si svolge nell’ambito della campagna globale ‘Io pretendo dignità’ di Amnesty International. La campagna intende denunciare e combattere le violazioni dei diritti umani che rendono le persone povere e le intrappolano nella povertà, mobilitando persone di ogni parte del mondo affinché chiedano ai governi, alle grandi aziende e ad altri soggetti di ascoltare la voce di chi vive in povertà e riconoscere e proteggere i loro diritti.  

A Roma, sabato 18 settembre, le attiviste e gli attivisti di Amnesty International prenodono parte al flash mob ‘Beep beep. Time to remember’, promosso da IED Comunicazione Roma e dalla Campagna del millennio delle Nazioni Unite. Alle 19, in piazza Santa Maria in Trastevere, ogni partecipante farà suonare una sveglia per sollecitare i governi a realizzare gli Obiettivi di sviluppo del millennio.

FINE DEL COMUNICATO                                                  Roma, 17 settembre 2010
 
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Tel. 06 4490224 – cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it

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