Rinnovo del Memorandum con la Libia: “L’Italia si conferma complice nella tortura dei migranti e dei rifugiati”

31 Gennaio 2020

© TAHA JAWASHI

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Rinnovo del Memorandum con la Libia, Amnesty International: “L’Italia si conferma complice nella tortura dei migranti e dei rifugiati”

Amnesty International ha dichiarato che la decisione del governo italiano di ignorare le terribili violenze inflitte a decine di migliaia di persone in Libia e di rinnovare il Memorandum d’intesa intrappolandole dunque in un paese devastato dalla guerra è un vergognoso segnale di quanto i governi dell’Unione europea sono disposti a fare per tenere migranti e rifugiati lontani dalle coste europee.

Il 2 febbraio, tre anni dopo la firma, il Memorandum d’intesa sulla migrazione tra Italia e Libia sarà rinnovato per altri tre anni senza modifiche. L’accordo prevede che l’Italia aiuti le autorità marittime della Libia a fermare imbarcazioni in mare e a riportare le persone a bordo nei centri di detenzione libici, dove queste sono trattenute illegalmente e subiscono gravi violenze, tra cui stupri e torture.

Nei primi tre anni dalla firma dell’accordo almeno 40.000 persone, tra cui migliaia di minori, sono state intercettate in mare, riportate in Libia e sottoposte a sofferenze inimmaginabili. Solo questo mese, sono state intercettate 947 persone“, ha dichiarato Marie Struthers, direttrice di Amnesty International per l’Europa.

Va oltre ogni comprensione il fatto che, nonostante le prove delle sofferenze causate da questo orribile accordo e a dispetto dell’escalation del conflitto in Libia, l’Italia sia pronta a rinnovare il memorandum. Invece, l’Italia dovrebbe pretendere dalla Libia il rilascio di tutti i migranti e i rifugiati che si trovano nei centri di detenzione e la chiusura di questi centri una volta per tutte“, ha aggiunto Struthers.

I migranti e i richiedenti asilo trattenuti nei centri libici sono soggetti a terribili condizioni di detenzione, in sovraffollamento, e rischiano gravi violenze, tra cui stupri e torture. Per di più, le loro vite sono messe in pericolo dall’aumento dell’intensità del conflitto.

Il 30 gennaio l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha annunciato la sospensione delle attività del suo centro di transito di Tripoli, aperto appena un anno fa, a causa dei timori per la sicurezza e la protezione delle persone ospitate nella struttura, del suo staff e dei suoi partner.

Il Memorandum d’intesa è stato sottoscritto il 2 febbraio 2017 per impedire ai migranti e ai rifugiati di raggiungere le coste italiane, trattenendoli in Libia. L’Italia ha accettato di addestrare ed equipaggiare la guardia costiera e altre autorità libiche, collaborando con esse a raggiungere l’obiettivo di intercettare persone in mare e riportarle in Libia.

Nel novembre 2019 il governo italiano ha deciso di rinnovare l’accordo. Inizialmente, le autorità italiane si erano impegnate a negoziare dei cambiamenti al testo nell’ottica di una maggiore attenzione ai diritti umani dei migranti e dei rifugiati trattenuti in Libia, ma al momento del rinnovo il negoziato è ancora in corso e pertanto il memorandum verrà prorogato nella sua formulazione originaria.

Decine di migliaia di rifugiati e migranti sono intrappolati in una zona di guerra. Coloro che cercano di fuggire via mare rischiano di essere intercettati e riportati nei centri di detenzione. Collaborando a fermare le persone in mare e a trattenerle in Libia, l’Italia si è resa responsabile di questa situazione“, ha commentato Struthers.

Le autorità italiane e libiche devono accettare di modificare i termini della loro cooperazione, ponendo al centro la protezione dei migranti e dei rifugiati, l’evacuazione delle persone attualmente trattenute nei centri di detenzione e la creazione di percorsi legali e sicuri per giungere in Europa“, ha concluso Struthers.