La crisi nell’area tri-frontaliera del Niger è aumentata drammaticamente negli ultimi anni. Sebbene altri gruppi armati operino nella regione, i due principali che guidano l’insurrezione sono lo Stato islamico nel Grande Sahara (ISGS) e la Jama’at Nusrat al-Islam wal-Muslimin (JNIM), affiliata ad al-Qaeda. Sia ISGS che JNIM hanno commesso crimini di guerra, compreso uccisione di civili e attacchi alle scuole. E’ aumentato in percentuali preoccupanti il numero di minori che vengono uccisi o finiscono nel mirino del reclutamento di questi gruppi armati che stanno devastando le frontiere del Niger con Mali e Burkina Faso. I minori sono stati reclutati per partecipare agli scontri, privati dell’opportunità di andare a scuola e sfollati con la forza. Le ragazze in alcune zone hanno dovuto affrontare restrizioni sulla loro capacità di uscire di casa e, a volte, sono state costrette a sposare combattenti.
Dall’inizio del 2020, i combattenti dell’ISGS si sono scatenati nei villaggi sulle loro moto, prendendo di mira e uccidendo uomini e ragazzi più grandi. Durante gli attacchi, a volte bruciano intenzionalmente depositi di grano e depredano il bestiame, lasciando le famiglie indigenti e senza cibo adeguato. Dall’inizio del 2021, JNIM ha intensificato i suoi sforzi di reclutamento, concentrandosi principalmente su ragazzi più grandi e giovani, in alcuni casi anche bambini più piccoli.
Le forze di difesa e sicurezza del Niger (FDS) hanno fatto ben poco per proteggere i civili dall’escalation di violenza nella regione di Tillabéri e hanno anche commesso violazioni, che a volte si sono configurate come crimini di guerra. L’FDS non è riuscita a rispondere prontamente agli attacchi, arrivando a volte nei villaggi ore o giorni dopo che si è verificato un incidente, ne ha preso provvedimenti per proteggere i leader locali e le scuole prese di mira da ISGS e JNIM in tutta la regione. L’incapacità delle forze di sicurezza nigerine di proteggere la popolazione non solo rende vulnerabili i villaggi, ma rischia anche di alimentare il reclutamento nei gruppi armati.
Il Niger è a un precipizio. La situazione può solo peggiorare se il governo, insieme ai partner internazionali, non agirà rapidamente per proteggere meglio la popolazione civile, compresi i minori; garantire l’accesso all’istruzione; e attuare misure per prevenire il reclutamento da parte di gruppi armati.
Nell’ambito della loro politica d’opposizione all’istruzione che ritengono “occidentale”, l’Isgs e il Jnim hanno bruciato scuole e minacciato insegnanti, causando numerose chiusure scolastiche. Al mese di giugno 2021, almeno 377 scuole nella regione del Tillabéri sono state chiuse, privando oltre 31.000 bambini dell’accesso all’istruzione.
Amnesty International ha documentato attacchi del gruppo armato che hanno preso di mira e bruciato scuole in almeno quattro dipartimenti della regione del Tillabéri. Nelle zone rurali, la maggior parte delle strutture scolastiche sono fatte di paglia e, per questo motivo, sono molto facili da bruciare.
Anche gli insegnanti sono stati minacciati per il proprio lavoro. Un quindicenne di Mogodyougou ha detto: “Gli insegnanti… sono partiti. Verrebbero uccisi [se rimanessero]”.
Le chiusure delle scuole hanno lasciato molti dei bambini delle aree coinvolte nel conflitto senza accesso all’istruzione per periodi prolungati. Un quattordicenne ha detto: “Non ci è piaciuto che le scuole abbiano chiuso… dopo che la nostra scuola ha chiuso, siamo rimasti a casa. Non c’era nulla per noi”.
Secondo il diritto internazionale umanitario, gli attacchi contro le scuole sono vietati, a meno che l’edificio scolastico non sia utilizzato per scopi militari. In quanto tali, gli attacchi alle scuole o ad altri edifici dedicati all’istruzione documentati da Amnesty International costituiscono crimini di guerra.
Il conflitto ha danneggiato in maniera significativa l’accesso dei bambini all’assistenza sanitaria, con il saccheggio delle strutture sanitarie da parte di gruppi armati. Le autorità nigerine hanno limitato gli spostamenti di civili e talvolta impedito l’accesso degli aiuti. Le percentuali di immunizzazione sono crollate e malattie come il morbillo sono in aumento.
Il reclutamento di bambini da parte del Jnim è aumentato in maniera significativa quest’anno nel dipartimento di Torodi, vicino il confine con il Burkina Faso.
I testimoni hanno detto che il Jnim ha preso di mira uomini più giovani e ragazzi tra i 15 e i 17 anni, ed eventualmente anche più giovani. I membri del Jnim offrono incentivi come cibo, denaro e abiti per attirare le reclute.
Secondo quanto riferito, le reclute ricevono addestramento in materia di armi per periodi che vanno da una settimana a tre mesi. È noto che il Jnim utilizzi i bambini come spie, osservatori e vedette, tra le altre funzioni definite quali partecipazione alle ostilità secondo il diritto internazionale.
Nell’ambito della loro politica d’opposizione all’istruzione che ritengono “occidentale”, l’Isgs e il Jnim hanno bruciato scuole e minacciato insegnanti, causando numerose chiusure scolastiche. Al mese di giugno 2021, almeno 377 scuole nella regione del Tillabéri sono state chiuse, privando oltre 31.000 bambini dell’accesso all’istruzione.
Anche gli insegnanti sono stati minacciati per il proprio lavoro. Un quindicenne di Mogodyougou ha detto: “Gli insegnanti… sono partiti. Verrebbero uccisi [se rimanessero]”.
Le chiusure delle scuole hanno lasciato molti dei bambini delle aree coinvolte nel conflitto senza accesso all’istruzione per periodi prolungati. Un quattordicenne ha detto: “Non ci è piaciuto che le scuole abbiano chiuso… dopo che la nostra scuola ha chiuso, siamo rimasti a casa. Non c’era nulla per noi”.
Secondo il diritto internazionale umanitario, gli attacchi contro le scuole sono vietati, a meno che l’edificio scolastico non sia utilizzato per scopi militari. In quanto tali, gli attacchi alle scuole o ad altri edifici dedicati all’istruzione documentati da Amnesty International costituiscono crimini di guerra.
Gli attacchi incessanti hanno avuto un profondo impatto sulla salute e sul benessere mentale dei bambini. Pochissimi dei bambini intervistati hanno ricevuto supporto psicosociale.
Amnesty International ha documentato sintomi di traumi e difficoltà tra i bambini, tra cui incubi ricorrenti, disturbi del sonno, paura, ansia e perdita di appetito. Molti hanno raccontato che il rumore delle motociclette innescava ricordi degli attacchi.
President of Niger, Mohamed Bazoum
Minister of Primary Education, Literacy, Promotion of National Languages, and Civic Education
Minister for the Promotion of Women and the Protection of Children
Eccellenze,
Vi scriviamo per sottoporvi le preoccupazioni e le raccomandazioni emerse dall’ultimo rapporto di Amnesty International “Non mi è rimasto altro che me stesso” (Indice: AFR 43/4627/2021).
Amnesty International ha intervistato 61 donne, uomini e bambini colpiti dal conflitto nella regione di Tillabéri e ha condotto un focus group di background con nove persone che erano recentemente fuggite da un attacco al loro villaggio. Oltre ai civili colpiti dal conflitto, Amnesty International ha intervistato altre 58 persone tra cui difensori dei diritti umani, organizzazioni non governative locali, funzionari delle Nazioni Unite, funzionari governativi, istituzioni.
Visto il risultato della ricerca, esortiamo il governo nigeriano a scoraggiare attivamente il reclutamento e l’uso di bambini in gruppi armati e a garantire l’accesso all’istruzione:
attraverso l’introduzione di programmi come la formazione professionale che offrano ai minori valide alternative all’adesione a gruppi armati, con un’enfasi particolare sulle aree di confine del dipartimento di Tillabéri, dato l’aumento del reclutamento nella zona;
attraverso il finanziamento di misure per prevenire, mitigare e rispondere agli attacchi e alla chiusura delle scuole;
ricostruendo e riabilitando scuole distrutte o danneggiate, ove possibile, e senza mettere in pericolo la popolazione locale;
considerando programmi educativi innovativi per coloro che nelle aree colpite dal conflitto non hanno accesso a una scuola, ad esempio attraverso trasmissioni radiofoniche nelle relative lingue locali.
Chiediamo inoltre alle autorità nigerine di rafforzare la protezione della popolazione civile, ad esempio rafforzando la loro presenza di sicurezza nelle aree di confine attraverso postazioni fisse e pattuglie coerenti per dissuadere e rispondere rapidamente agli attacchi contro i civili da parte di gruppi armati. La leadership militare dovrebbe esercitare un’attenta supervisione per prevenire e rispondere alle violazioni da parte dei suoi soldati, compresi arresti arbitrari.
Infine, dato l’enorme impatto che il conflitto sta avendo sulla salute mentale e sul benessere dei bambini, invitiamo le autorità nigerine, con l’assistenza dei donatori, a investire in modo sostanziale nel supporto psicosociale che soddisfi i rischi e i bisogni specifici dei bambini, tra l’altro a -gruppi a rischio e per garantire l’equità di genere nei programmi guidati dal governo e dalle organizzazioni umanitarie.
Crediamo fermamente che la piena e immediata attuazione delle raccomandazioni di Amnesty International consentirebbe alle autorità nigeriane di garantire il rispetto degli standard internazionali e la garanzia e la protezione dei diritti del suo popolo.