Gli Stati Uniti devono esortare Israele ad affrontare le cause profonde delle violazioni dei diritti umani e fermare il ciclo dell’impunità. Unisciti alle persone di tutto il mondo che chiedono la fine della serie di violazioni e ingiustizie.
Mentre il mondo osserva l’escalation delle ostilità in Israele e nei Territori palestinesi occupati, è tempo che il mondo faccia pressioni su Israele affinché affronti le cause profonde delle violazioni dei diritti umani e dell’ingiustizie.
La violenza si sta intensificando in modi che ricordano le orribili ostilità del 2008, del 2012 e del 2014. I civili sopportano il peso maggiore di questa sofferenza, con massicce morti e distruzioni a Gaza. Israele ha una storia deplorevole di uccisioni e ferimenti illegali di migliaia di civili, dello sfollamento di decine di migliaia di persone e della distruzione di case, industrie e infrastrutture. Queste violazioni includono crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Anche i gruppi armati palestinesi hanno commesso impunemente violazioni del diritto internazionale umanitario, inclusi crimini di guerra.
L’esperienza dei palestinesi di discriminazione sistematica, espropriazione e sfollamento è alla radice delle violazioni cui assistiamo oggi. A Gaza, Israele sta sottoponendo a punizione collettiva due milioni di palestinesi che vivono sotto un blocco illegale da 14 anni. Israele ha il potere e l’obbligo legale di revocare il blocco e consentire alla popolazione di Gaza di godere dei propri diritti; deve porre fine agli sgomberi forzati e alle demolizioni delle case case, fermare gli insediamenti illegali e proteggere i civili.
Ovunque in questo momento i palestinesi, compresi gli abitanti del quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme Est occupata, stanno chiedendo al mondo di fare pressione su Israele per fermare gli sgomberi forzati e porre fine al continuo sfollamento forzato dei palestinesi.
La comunità internazionale, in particolare gli stretti alleati di Israele come gli Stati Uniti, hanno la responsabilità di fare pressione su Israele affinché ponga fine alle sue sistematiche violazioni contro i palestinesi.
Dobbiamo aumentare la pressione internazionale affinché ciò accada! Senza affrontare le cause profonde delle violazioni dei diritti umani il ciclo continuerà.
Dall’inizio del mese di Ramadan, il 13 aprile, le tensioni sono aumentate costantemente a partire dalle proteste dei palestinesi contro le restrizioni israeliane che limitavano il loro accesso alla Porta di Damasco, uno degli ingressi principali della Città Vecchia di Gerusalemme. Il 26 aprile le autorità israeliane hanno rimosso le restrizioni. La rabbia è cresciuta anche per i piani imminenti di sgombero forzato di quattro famiglie palestinesi del quartiere di Sheikh Jarrah per far posto a coloni israeliani.
La tensione ha raggiunto l’apice il 7 maggio, ultimo venerdì di Ramadan, quando più di 170 palestinesi sono rimasti feriti durante l’assalto delle forze israeliane al complesso della moschea di al-Aqsa, che hanno disperso fedeli e manifestanti, sparando proiettili a impatto cinetico da 40 mm e granate a concussione sulla folla riunita lì per pregare. In risposta, i manifestanti ad al-Aqsa hanno lanciato pietre e acceso fuochi mentre le forze israeliane a cavallo e in tenuta antisommossa usavano granate assordanti per respingerli. Il 10 maggio, più di 300 manifestanti palestinesi sono rimasti feriti quando le forze israeliane hanno nuovamente preso d’assalto il complesso di al-Aqsa.
Un portavoce della Mezzaluna Rossa ha detto ad Amnesty International che le violenze hanno portato al ricovero in ospedale di almeno 250 palestinesi, sette dei quali in condizioni critiche. Un testimone oculare ha riferito che le forze israeliane hanno iniziato a sparare gas lacrimogeni dai tetti prima che altre forze armate prendessero d’assalto piazza al-Haram dalla porta di al Magharbeh: “Continuavano a spingere le persone nella moschea di al-Aqsa, bloccando [le porte] con catene di metallo … poi hanno rotto una finestra per lanciare gas lacrimogeni contro persone letteralmente rinchiuse con poco spazio per respirare o ricevere assistenza medica … da lì hanno iniziato a sparare proiettili di gomma ai fedeli all’interno”. Ha anche riferito di aver visto le forze israeliane compiere pestaggi sui passanti e fermare le auto che evacuavano i feriti. Lui stesso è stato colpito al petto mentre si avvicinava a un medico che era stato ferito.
Alla data del 17 maggio, il bilancio delle vittime a Gaza continua a salire, con almeno 198 palestinesi uccisi tra cui 58 bambini e oltre 1.220 feriti.Dieci persone in Israele, tra cui due bambini, sono state uccise e almeno 27 ferite da attacchi palestinesi.
Nell’ultima settimana i palestinesi del quartiere di Sheikh Jarrah, nella periferia di Gerusalemme Est occupata, hanno svolto manifestazioni notturne in risposta all’imminente minaccia di sgombero forzato. Amnesty International ha documentato arresti arbitrari di manifestanti pacifici, uso eccessivo della forza, uso arbitrario di granate sonore e assordanti, e l’uso arbitrario di idranti d’acqua contenente sostanze maleodoranti sui manifestanti e contro le case di Sheikh Jarrah.
Quattro famiglie palestinesi del quartiere rischiano uno sgombero forzato imminente dopo la decisione di un tribunale di Gerusalemme di respingere il ricorso contro un ordine di sfratto. Nahalat Shimon International, una società di coloni israeliani, ha intentato azioni legali per porre sotto sequestro le case di decine di famiglie di Sheikh Jarrah utilizzando leggi discriminatorie per confiscare terre e proprietà palestinesi con l’intento di trasferirle a gruppi di coloni. Il trasferimento forzato di una popolazione occupata è vietato dal diritto internazionale umanitario e costituisce un crimine di guerra secondo lo Statuto di Roma della Tribunale penale internazionale.
Il 9 maggio, sempre a Sheikh Jarrah, i ricercatori di Amnesty International hanno assistito a un attacco ingiustificato da parte delle forze israeliane contro un gruppo di manifestanti pacifici riuniti per l’iftar, il pasto serale del Ramadan. Le forze israeliane hanno iniziato a spingere e a colpire il gruppo, incluso un ricercatore di Amnesty che osservava la protesta. Verso le 22 hanno iniziato a usare idranti d’acqua contenente sostanze maleodoranti e granate assordanti e a sparare arbitrariamente contro i manifestanti. Cinque uomini sono stati sottoposti ad arresto arbitrario.
“I ricercatori di Amnesty International hanno assistito alla condotta deplorevole delle forze di sicurezza a Sheikh Jarrah, inclusi attacchi del tutto ingiustificati contro i manifestanti pacifici che difendevano i loro diritti chiedendo che venisse rispettato il diritto internazionale“, ha dichiarato Saleh Higazi, vicedirettore per il Medio Oriente e il Nord Africa di Amnesty International. L’organizzazione chiede alla comunità internazionale di ritenere Israele responsabile delle sue sistematiche violazioni del diritto internazionale.
In risposta alla crescente tensione, dal 10 maggio gruppi armati palestinesi hanno lanciato circa 2000 razzi verso centri abitati israeliani, presso il confine con Gaza ma anche al centro del paese, uccidendo e ferendo civili. Le forze israeliane hanno effettuato attacchi aerei uccidendo e ferendo civili a Gaza. Hanno anche danneggiato e distrutto almeno due edifici residenziali che ospitavano decine di famiglie palestinesi e un palazzo che ospitava redazioni di mezzi d’informazione, mediante attacchi mirati che equivalgono a una punizione collettiva della popolazione palestinese. Sia le forze israeliane che i gruppi armati palestinesi hanno commesso crimini di guerra e altre violazioni.
Israele ha una storia deplorevole di attacchi illegali a Gaza che hanno ucciso e ferito civili, attraverso crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Amnesty International ha costantemente condannato il lancio indiscriminato di razzi da parte di gruppi armati palestinesi: “Lanciare razzi, che non possono essere puntati con precisione, verso aree popolate può costituire un crimine di guerra e mettere in pericolo la vita dei civili su entrambi i lati del confine tra Israele e Gaza. Gli attacchi deliberati contro obiettivi civili e le distruzioni estese e ingiustificate di proprietà costituiscono crimini di guerra. Distruggere intere case a più piani rendendo decine di famiglie senzatetto equivale a una punizione collettiva nei confronti della popolazione palestinese ed è una violazione del diritto internazionale”, ha dichiarato Saleh Higazi.
Gentile Segretario di Stato Blinken,
Le scrivo per esprimere la mia preoccupazione riguardo l’escalation di violenza nei Territori palestinesi occupati, compresi Gerusalemme Est e Gaza.
In questa recente ondata di conflitto, ci vengono alla mente le simili orribili ostilità del 2008, del 2012 e del 2014. I civili sopportano la maggior sofferenza a causa di massicce morti e distruzioni.
Israele ha una storia deplorevole di uccisioni illegali e ferimenti di migliaia di civili, dello sfollamento di decine di migliaia di persone e della distruzione di case, industrie e infrastrutture. Queste violazioni includono crimini di guerra e crimini contro l’umanità. I gruppi armati palestinesi hanno commesso impunemente violazioni del diritto internazionale umanitario, inclusi crimini di guerra.
Gli Stati Uniti devono intervenire bilateralmente e come membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per porre fine al ciclo di impunità e violazioni in Israele e nei Territori occupati palestinesi denunciando pubblicamente i crimini di guerra e le altre gravi violazioni tra cui l’espansione degli insediamenti illegali, il blocco di Gaza e le espropriazioni ai danni dei palestinesi come a Sheikh Jarrah.
La esorto ad agire ora e a contribuire a porre fine al ciclo di violazioni e ingiustizie.