Dopo dieci anni in prigione, grazie agli oltre ottocentomila messaggi da tutto il mondo, Moses ha ricevuto la grazia. Era in carcere con la falsa accusa di aver rubato tre cellulari. Per questo lo hanno torturato e condannato a morte quando aveva solo 16 anni. "I soci e gli attivisti di Amnesty sono i miei eroi. Voglio anch'io diventare un difensore dei diritti umani come voi".

Yecenia Armeta è uscita di prigione a giugno del 2016. In carcere dal 2012, è stata picchiata, soffocata e violentata nelle 15 ore di tortura che l'hanno costretta a "confessare" la sua complicità nell'omicidio del marito. Con oltre trecentomila tra firme, lettere e azioni abbiamo lottato per la sua libertà. "Quando ho ricevuto tutte queste lettere ho capito di non essere sola".

Albert Woodfox può finalmente camminare libero dopo 44 anni di prigione, passati in isolamento. "Non riesco a trovare le parole per spiegarvi quanto sia stato importante ricevere le lettere di così tante persone da tutto il mondo. Mi ha dato incoraggiato e dato tantissima forza". Con più di seicentomila tra firme e altre azioni di solidarietà ci siamo fatti sentire vicini ad Albert.

Phyoe Phyoe, attivista e studentessa, è tornata in libertà nel 2016. Nei mesi di carcere ha ricevuto quasi quattrocentomila tra lettere, email, tweet in occasione della maratona Write for rights. "Grazie di cuore a ognuno di voi. Non solo per aver lottato per il mio rilascio, ma per avermi aiutata a mantenere viva in me la speranza".