Illustrazione di Gianluca Costantini
“Credo nella continuità dell’impegno e dello studio come atti di resistenza”
Patrick Zaki è stato proclamato dottore del Master GEMMA con 110 e lode! Lo ha fatto attraverso uno schermo perché non ha avuto il permesso di volare fino a Bologna a causa di un assurdo divieto di viaggio.
Tutto il percorso di studi di Patrick è stato accidentato. Il 20 febbraio del 2020 prende un aereo per tornare al Cairo a visitare la famiglia. Quel giorno viene arrestato. Seguono 22 mesi di dura prigionia, poi la scarcerazione e l’avvio di un processo, tuttora in corso, per il “reato” di diffusione di notizie false. Un limbo giudiziario che impedisce a Patrick di vivere la vita che vuole e di tornare nella sua amata Bologna.
Gli auguriamo che quella del 18 luglio sia l’ultima udienza di un processo farsesco. Speriamo anche che possa continuare il suo percorso di studi e di attivismo per i diritti umani così come desidera e rafforzare la voce di chi non accetta le ingiustizie.
Oltre 8000 persone hanno inviato un messaggio di congratulazioni per Patrick.
Oltre 60.000 detenuti politici, stragi efferate, la tortura e le sparizioni come parti integranti dell’azione giudiziaria, la normalizzazione dello stato d’emergenza con l’incorporamento di norme “straordinarie” nel codice penale.
E ancora, la soppressione degli spazi di libertà, i processi ai dissidenti, le terribili condizioni carcerarie, la caccia ai giornalisti e ai difensori dei diritti umani, i congelamenti dei beni e i divieti di viaggio. E infine, il sistema delle “porte girevoli”, che fa rientrare in cella persone appena scarcerate o in procinto di esserlo, iscrivendole pretestuosamente a una nuova inchiesta.
L’Egitto, per le organizzazioni locali e internazionali che si occupano di diritti umani è questo e tanto altro ancora. Per quelle italiane è il corpo di Giulio Regeni ritrovato senza vita sulla strada che collega Il Cairo ad Alessandria, i depistaggi, le reticenze, le false promesse.
Per la comunità internazionale, l’Egitto è invece un partner prezioso da trattare con indulgenza se non con vera e propria riconoscenza. Petrolio in cambio di armi: un paradigma di cui l’Italia è stata, nel 2013, apripista e a seguire protagonista.
La repressione di stato negli ultimi 10 anni è stata quasi senza precedenti.