Il 15 agosto 2021, l’Afghanistan è entrato in una nuova fase storica quando i talebani hanno conquistato la sua capitale Kabul, hanno rovesciato il governo civile e hanno preso il controllo del paese, 20 anni dopo esser stati estromessi dagli Stati Uniti e dai suoi alleati.
Al contrario delle loro affermazioni sul rispetto dei diritti umani i talebani, come mostrato nel briefing “La caduta dell’Afghanistan nelle mani dei talebani”, hanno già commesso un lungo elenco di violazioni e di crimini di diritto internazionale, come l’uccisione di civili e di soldati già arresisi e il blocco degli aiuti umanitari nella valle del Panshir, e hanno nuovamente imposto limitazioni nei confronti delle donne, della società civile e della libertà d’espressione.
In appena cinque settimane, i talebani hanno mostrato che non sono affidabili quando parlano di rispetto dei diritti umani. Abbiamo già verificato numerose violazioni, dalle rappresaglie agli attacchi alle donne fino alla repressione delle proteste e ai giri di vite contro i giornalisti e la società civile.
Difensori dei diritti umani, donne del mondo della politica, ex dipendenti del governo, donne e ragazze, minoranze religiose ed etniche affrontano i rischi maggiori. Le donne sono state escluse dai loro posti di lavoro e le ragazze (al di sopra della sesta classe) non sono state autorizzate a tornare a scuola. I talebani hanno introdotto l’istruzione divisa per genere nelle università con l’imposizione di indossare un velo, che deve essere rispettata da studentesse, docenti e dipendenti.
Bisogna porre fine a questa repressione. Uniti per l’Afghanistan: esortiamo i governi di tutto il mondo a unirsi e porre fine alle violazioni dei diritti umani e ai crimini previsti dal diritto internazionale che si verificano in Afghanistan.