Taner Kilic, presidente di Amnesty International Turchia, rischia fino a 15 anni di carcere per aver portato avanti il suo lavoro in difesa dei diritti umani.
È stato accusato di appartenere ad una organizzazione terrorista perché avrebbe scaricato un’applicazione sul suo cellulare.
Un’accusa senza alcun fondamento che il tribunale di Smirne, in Turchia, ha però ritenuta sufficiente per trattenerlo fino alla prossima udienza, prevista per il 31 gennaio.
Insieme a Taner sono stati arrestati altri 22 avvocati.
Il mese successivo è finita in carcere anche Idil Eser, direttrice di Amnesty International Turchia, e altri 9 difensori dei diritti umani. Dopo oltre 100 giorni di carcere, i “10 di Istanbul” sono liberi su cauzione.
Ma Taner rimane ancora in carcere.
Questi arresti si inseriscono nel clima di repressione che dura ormai da più di un anno: il governo turco sta limitando tutte le voci “contrarie” a seguito del tentativo di colpo di stato del luglio 2016.
Taner Kilic è accusato di terrorismo per aver scaricato l’app di messaggistica ByLock con la quale gli aderenti del movimento diretto da Gülen erano soliti comunicare.
Tuttavia, due perizie indipendenti commissionate da Amnesty International sono giunte alla conclusione che sul suo telefono quell’app non è neanche mai stata installata.
Il suo arresto è avvenuto il 6 giugno e da allora è in detenzione preventiva.
Il giudice di Smirne ha accolto la richiesta della pubblica accusa di unificare il caso di Taner Kilic con quello a carico dei cosiddetti “10 di Istanbul”.
A far parte dei 10 di Istanbul Idil Eser, direttrice di Amnesty International Turchia, arrestata il 5 luglio insieme ad altre 9 persone, mentre seguiva un seminario di sull’isola di Büyükada.
Dopo aver passato una giornata in isolamento e oltre 100 giorni di detenzione preventiva, la direttrice di Amnesty e gli altri difensori dei diritti umani sono stati scarcerati su pagamento di una cauzione.
Taner e i 10 di Istanbul
Minister of Justice
Abdulhamit Gül
Ministry of Justice
Adalet Bakanlığı
06659 Ankara
Turkey
Egregio Ministro,
In questo momento, 11 persone che hanno dedicato la vita a difendere i diritti umani di giornalisti, attivisti e altre voci di dissenso in Turchia sono esse stesse in pericolo.
Tra questi ci sono Taner Kılıç e İdil Eser di Amnesty International Turchia. Tutti sono sotto processo per accuse legate al “terrorismo” – un assurdo tentativo di soffocare il loro attivismo per i diritti umani.
Le chiedo di fermare la persecuzione nei confronti di questi difensori dei diritti e di assicurarsi che le accuse contro di loro vengano ritirate.
Cordiali saluti
Dopo il tentato colpo di stato in Turchia sono decine di migliaia le persone – tra cui medici, agenti di polizia, insegnanti, docenti universitari e soldati – etichettate come “terroristi” ed estromesse dal settore pubblico, che oggi lottano per la sopravvivenza.
La ricerca “Nessuna fine in vista: il futuro negato agli impiegati del settore pubblico della Turchia dopo la purga” è il frutto di 61 interviste svolte ad Ankara, Diyarbakır e Istanbul dal team guidato da Andrew Gardner, ricercatore di Amnesty International sulla Turchia.
Partecipa con la tua classe all’azione urgente kids e aiutaci a liberare Taner Kılıç, il presidente di Amnesty international Turchia in prigione da giugno. Taner ha passato tutta la sua vita a difendere i diritti degli altri, ora è lui ad avere bisogno del tuo aiuto.
Il 3 luglio gli occhi del mondo saranno puntati su quell'aula del tribunale di Istanbul. Qualsiasi verdetto diverso dall'assoluzione farà venire i brividi
Sessantanove anni dopo, avere il coraggio di difendere i 30 articoli della Dichiarazione universale dei diritti umani può costare la vita oppure la propria libertà personale.
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