La Russia, paese ospitante dei Mondiali di calcio 2018, è un luogo pericoloso per tutti i difensori dei diritti umani.
A dimostrarlo sono le storie di Oyub Titiev, Igor Nagavkin, Andrey Rudomakha e tanti altri che sono stati indagati in base ad accuse penali falsificate, quotidianamente diffamati dai media e da funzionari statali, attaccati e persino assassinati.
Questa estate i riflettori dei media saranno puntati sulla Coppa del Mondo FIFA, e sulla Russia, paese ospitante. È una opportunità per chiedere alle autorità russe di mantenere la promessa fatta venti anni fa con l’adozione della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani sostenendo e proteggendo i difensori dei diritti umani. La persecuzione di Oyub Titiev, Igor Nagavkin, Andrey Rudomakha e degli altri difensori dei diritti umani deve fermarsi.
Firma la nostra petizione per aiutarci a ottenere giustizia per i difensori dei diritti umani.
Presidente della Federazione Russa
Vladimir Vladimirovich Putin
Ul. Ilyinka, 23
103132 Mosca,
Federazione Russa
Caro Presidente Putin,
sono profondamente preoccupato per la persecuzione in corso di difensori dei diritti umani in Russia.
In Cecenia, Oyub Titiev, prominente difensore dei diritti umani e capo dell’ufficio di Grozny dell’organizzazione per i diritti umani Memorial, sta affrontando 10 anni di carcere per accuse falsificate di possesso di droga. Questo fa parte di una più ampia, sistematica operazione per portare Memorial alla chiusura.
Igor Nagavkin, prominente difensore dei diritti umani della Regione di Volgograd, è in attesa di processo per false accuse di furto. Le indagini su un brutale attacco contro il prominente attivista ambientale, Andrey Rudomakha, sono effettivamente bloccate a Krasnodar, nonostante numerose prove concrete, come i filmati della CCTV, e le impronte digitali degli assalitori. Oltre a questo, Andrey Rudomakha e i suoi colleghi della ong Environmental Watch del Caucaso del Nord (EWNC) stanno subendo ulteriori minacce.
Io le richiedo di assicurare che le accuse contro Oyub Titiev e Igor Nagavkin vengano ritirate e che entrambi vengano rilasciati immediatamente e incondizionatamente. Inoltre le richiedo che il brutale attacco contro Andrey Rudomakha venga indagato efficacemente e in maniera imparziale e che tutti i responsabili vengano assicurati alla giustizia. Io la sollecito ad assicurare che Memorial, Environmental Watch del Caucaso del Nord (EWNC) e altre organizzazioni per i diritti umani possano operare senza timori di persecuzioni e intimidazioni.
Da ultimo, la sollecito ad assicurare che, nell’anno in cui la comunità internazionale celebrerà il ventesimo anniversario della Dichiarazione sui Difensori dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, la Russia dimostri un vero impegno nell’adempiere ai suoi obblighi internazionali sui diritti umani e dia pieno sostegno e protezione ai difensori dei diritti umani.
La ringrazio per l’attenzione.
Nella Cecenia, repubblica del Caucaso del Nord, Oyub Titiev, un noto difensore dei diritti umani sta affrontando 10 anni di carcere in base ad accuse falsificate di possesso di droghe illegali. Il Leader ceceno, Ramzan Kadyrov, ha definito Oyub Titiev e i suoi colleghi dell’organizzazione per i diritti umani Memorial “nemici del popolo” e ha promesso di “rompergli schiena”.
Igor Nagavkin, difensore dei diritti umani della Regione di Volgograd nel sud-ovest della Russia, è in attesa di processo in base ad accuse falsificate di furto. Questo è il secondo tentativo per infangare il suo nome con procedimenti penali basati su false accuse. Anche precedentemente egli denunciò di essere stato minacciato da funzionari per il suo lavoro volto a proteggere i diritti dei detenuti e a combattere la corruzione.
Nel dicembre 2017 l’attivista ambientale Andrey Rudomakha è stato brutalmente picchiato a Krasnodar nel sud-ovest della Russia. Rudomakha e i suoi colleghi di Environmental Watch per il Caucaso del Nord ritornavano dall’ispezione di costruzioni illegali in un’area forestale protetta sulla costa del Mar Nero, costruzioni che essi ritengono collegate ad alti funzionari. Nonostante numerose prove concrete, come i filmati della CCTV, e le impronte digitali degli assalitori, questi ultimi non sono stati individuati e le indagini sono effettivamente bloccate. Inoltre Andrey Rudomakha e i suoi colleghi stanno subendo ulteriori minacce.
Tutti questi casi hanno avuto luogo in regioni che ospitano la Coppa del Mondo FIFA 2018, e illustrano l’usuale persecuzione dei difensori dei diritti umani in Russia.
Negli ultimi cinque anni il governo, i media e le organizzazioni filo-governative hanno creato e diffuso sistematicamente narrazioni negative sui difensori dei diritti umani e attivisti della società civile.
Le persone che si battono in difesa della libertà di espressione e contro le violazioni dei diritti umani sono spesso definiti come “quinta colonna” e “agenti dell’Occidente“.
La legge del 2012 che identifica le organizzazioni non governative (Ong) indipendenti che ricevono finanziamenti dall’estero come “agenti stranieri” è stata inserita in questa campagna diffamatoria e ha avuto un effetto negativo sull’attività di molte organizzazioni e dei singoli difensori dei diritti umani.
La campagna diffamatoria ha contribuito all’ulteriore alienazione e isolamento delle Ong e degli dei difensori dei diritti umani dalla più ampia società russa, nella misura in cui la nozione di “diritti umani” stessa è contaminata.
In Russia la maggior parte degli organi d’informazione sono sotto l’effettivo controllo dello stato e sono utilizzati dalle autorità per denigrare difensori dei diritti umani, oppositori politici e altre voci dissenzienti.
In tutto il paese, i leader delle proteste e gli attivisti politici che supportano voci critiche subiscono vessazioni, procedimenti amministrativi e penali e violenze fisiche da parte di attivisti filogovernativi e d’individui “non identificati”, ritenuti essere funzionari della sicurezza o altri che agivano in collusione con questi.
Con un ulteriore giro di vite sulla libertà d’espressione online, tra le altre nuove misure restrittive, le autorità hanno messo al bando i software anonimizzatori e le reti virtuali private.
A maggio, il presidente ha approvato la strategia per lo sviluppo della società dell’informazione per il 2017-2030, che stabiliva “la priorità dei valori etico-spirituali tradizionali russi” nell’uso dell’informazione e delle tecnologie di comunicazione.
La legislazione contro l’estremismo è stata ulteriormente estesa e impiegata arbitrariamente contro la libertà di parola.
Ad agosto 2017, il Comitato Cerd delle Nazioni Unite ha espresso preoccupazione perché questa veniva utilizzata per mettere a tacere persone appartenenti a gruppi soggetti a discriminazione e ha nuovamente raccomandato che la legislazione contenesse una definizione legale chiara di estremismo e venisse abbandonata la lista federale di materiali estremisti.
In alcune occasioni, l’espressione artistica è stata limitata sotto la pressione di gruppi conservatori che hanno giudicato specifiche produzioni artistiche un’offesa alle loro credenze religiose. Alcuni spettacoli sono stati annullati e le persone collegate a questi eventi hanno subìto molestie e violenze. Sono stati avviati procedimenti penali nei confronti di un certo numero di famosi artisti teatrali di Mosca, che gli spettatori più appassionati hanno condannato come motivati politicamente.
A novembre 2017, è stata promulgata una legge che permetteva alle autorità di riconoscere come “agenti stranieri” gli organi d’informazione registrati fuori dalla Russia o che ricevevano fondi dall’estero, stigmatizzandoli e imponendo loro restrittivi obblighi di rendicontazione.
Il 29 maggio, la Federazione internazionale delle associazioni calcistiche (Fifa) ha preso l’importante decisione di lanciare un meccanismo di denuncia che consentirà ai difensori dei diritti umani e agli operatori dell’informazione di segnalare violazioni dei diritti umani e d’impegnarsi a sostenere i difensori dei diritti umani e la libertà di stampa in relazione alle attività della Fifa.
Amnesty International ha sollecitato pertanto la Fifa a essere pronta a confrontarsi con le autorità russe, usando tutta la sua autorevolezza per proteggere efficacemente i difensori dei diritti umani e a fare in modo che i mondiali di calcio non siano lo scenario per una nuova ondata repressiva.