Sono circa 600 le persone che temono di vedere la propria casa distrutta, nell’insediamento informale di Germagnano, a Torino. Almeno 7 famiglie sono rimaste senza casa dopo essere state sgomberate forzatamente. Le autorità municipali non hanno portato avanti nessuna consultazione per identificare alternative sostenibili per le famiglie.
Secondo le autorità locali sono circa 600 le persone rom, originarie di Romania e ex Jugoslavia, che vivono nell’insediamento informale di Germagnano, a Torino.
Nel settembre 2016, un decreto giudiziario aveva ordinato il sequestro del terreno dove si sviluppa l’insediamento, motivando la richiesta con l’occupazione illegale e il pericolo ambientale.
Il decreto in realtà non ordina lo sgombero delle famiglie e le autorità locali affermano che solo le case abbandonate da almeno una settimana vengono demolite. Nonostante ciò, tra l’8 e il 10 giugno, sono almeno sette casi di abitazioni demolite anche se abitate dai residenti, tra cui una donna incinta, neonati e anziani.
Le famiglie rom sono rimaste senza casa e tutti i loro averi distrutti, inclusi documenti personali, abiti, medicinali. Le famiglie sono state costrette a farsi ospitare da amici e parenti, a trasferirsi in rifugi di fortuna o a fare ritorno in Romania.
Alcuni dei residenti hanno raccontato che non lasciano mai la loro casa, nemmeno per andare dal dottore, a comprare cibo o portare i figli a scuola, per paura di trovare la casa demolita al ritorno.
Le autorità non hanno condiviso informazioni adeguate con le famiglie, né hanno mai indetto una vera consultazione, per esplorare alternative abitative adeguate. In un incontro con i nostri rappresentanti, le autorità hanno menzionato i dormitori come alternativa allo sgombero, ma solo per un numero limitato di donne e bambini.
Firma ora l’appello per chiedere al Sindaco di Torino di fermare la distruzione delle case disabitate del campo informale di Germagnano.
Gabinetto del sindaco di Torino
Chiara Appendino
Comune di Torino
Piazza Palazzo di Città, 2
10122 Torino
Italia
Email: segreteria.sindaca@comune.torino.it
Egregia sindaca,
L’alloggio è un diritto umano di cui tutte le persone dovrebbero godere senza discriminazioni. Nessuno dovrebbe vivere nella paura di vedere la propria casa distrutta, essere sgomberato con la forza o costretto a vivere in campi di segregazione razziale.
Le scrivo perché sono preoccupato per la situazione dell’insediamento informale di Germagnano, a Torino, in cui le famiglie convivono con la minaccia di sgombero senza che siano state loro proposte alternative abitative sostenibili concordate in una reale consultazione.
Il ciclo di ingiustizia e di emarginazione che i rom devono affrontare in Italia deve essere superato prendendo le misure necessarie per assicurare che tutte le persone, inclusi i rom dell’insediamento di Germagnano, siano autorizzate a vivere in dignità.
Chiedo dunque che vengano presi urgentemente i seguenti provvedimenti:
- assicurare che a tutte le persone lasciate senza una casa a causa degli sgomberi forzati a Germagnano venga garantita una soluzione abitativa alternativa tramite una consultazione genuina;
- impegnarsi a prevenire ulteriori sgomberi forzati dall’insediamento di Germagnano mettendo in pratica un processo di identificazione delle case abbandonate in modo da evitare di lasciare senza casa le persone in maniera indiscriminata;
- promuovere una genuina consultazione con i residenti dell’insediamento di Germagnano per esplorare alternative sostenibili allo sgombero.
L’insediamento informale di Germagnano, che esiste dal 2013, ospita 600 persone, tra adulti e bambini, tutti residenti in case di auto-costruzione in legno e metallo, o in roulotte.
Decine di famiglie si erano spostate nell’insediamento dopo avere abbandonato altri luoghi, come il campo autorizzato di Via dell’Arrivore, e l’insediamento informale di Lungo Stura Lazio. Molti erano arrivati dopo gli sgomberi del 2015.
L’insediamento di Germagnano è diviso in due parti: una abitata prevalentemente da rumeni – vicino al campo autorizzato di Germagnano creato dalle autorità locali nel 2004 – l’altra, vicino a una discarica, abitata da rumeni e rom provenienti dalla ex Jugoslavia.
Le autorità locali hanno affermato che solo le case abbandonate vengono demolite. Nonostante questo, almeno sette famiglie sono rimaste senza casa, inclusa una donna incinta, una famiglia con un neonato e un uomo malato.
Le demolizioni sono avvenute mentre le persone si trovavano fuori casa, dal dottore, al mercato, o in visita a parenti.
Nel novembre 2016 uno degli abitanti di Germagnano ha fatto ricorso alla Tribunale del Riesame di Torino, contro l’ordine di sequestro del terreno.
Senza effetto sospensivo, il caso rimane tuttora aperto.
Il decreto non ordina lo sgombero dei residenti, e gli atti ufficiali menzionano solo le case abbandonate. In aprile alcuni degli abitanti hanno riempito i moduli della Corte Europea per i Diritti Umani per segnalare violazioni della proprietà privata, della vita famigliare e del diritto al risarcimento. Il caso è tuttora aperto.
I residenti hanno dichiarato che le forze di polizia si recano regolarmente nell’insediamento, sempre senza preavviso, e generalmente sequestrano le case che trovano vuote e le proprietà, attaccando un avviso di sequestro alla porta. In alcuni casi i residenti hanno riferito che il sequestro delle case è avvenuto anche in presenza di abitanti.
In un incontro con nostri rappresentanti avvenuto il 9 giugno, l’assessore locale per le politiche sociali ha dichiarato che le autorità non sono a conoscenza di situazioni di famiglie rese senza dimora dopo le demolizioni, affermando che le uniche opzioni disponibili sarebbero i dormitori per donne e bambini, e solo per un numero limitato di persone.
Riteniamo che le demolizioni rappresentino sfratti forzati, in violazione di una serie di trattati internazionali e regionali sui diritti umani cui le autorità italiane, a tutti i livelli, sono vincolate. Gli sgomberi forzati sono sfratti eseguiti senza preavviso e senza una vera consultazione, senza garanzie legali e senza adeguata sistemazione alternativa. Lo sgombero forzato delle famiglie dell’insediamento di Germagnano non è un episodio unico.
Ripetutamente abbiamo chiesto alla Commissione europea di avviare una procedura di infrazione contro l’Italia nell’ambito della direttiva europea sull’uguaglianza razziale a causa di una diffusa e ripetuta discriminazione operata nelle politiche abitative per i rom, inclusi sgomberi forzati e segregazione nei campi.