Aggiornamento del 27/06/2021 – Nassima al-Sada e Samar Badawi sono state rilasciate. Le donne sono ancora in libertà condizionata e con divieto di viaggio di 5 anni.
La storia
Nassima al-Sada sta pagando con un carcere durissimo la sua lotta per i diritti delle donne in Arabia Saudita.
È tra le 13 attiviste di spicco arrestate e processate perché rivendicavano il diritto delle donne a guidare e a svolgere attività quotidiane senza il permesso di un “tutore” maschio.
In carcere è stata maltrattata, posta in isolamento per un anno intero. Ha il permesso di telefonare alla sua famiglia una volta a settimana, ma non può ricevere visite, nemmeno quella del suo avvocato.
L’Arabia Saudita deve liberare immediatamente Nassima.
Nassima al-Sada è una scrittrice e attivista, madre di tre figli.
Lotta da anni per i diritti civili e politici, per i diritti delle donne e per quelli della minoranza sciita.
Nel 2015 si è proposta come candidata per le elezioni municipali ma le è stato proibito di partecipare. Negli anni ha condotto campagne per il diritto delle donne a guidare e per porre fine al sistema di custodia legale maschile.
Arrestata il 31 luglio 2018 in attesa di giudizio, è stata tenuta in isolamento dal 20 febbraio 2019 al febbraio 2020.
La terza udienza del suo processo era prevista per marzo 2020, ma è stata annullata a causa della pandemia da Covid-19, senza che venissero forniti ulteriori dettagli.
Nassima al-Sada è attualmente detenuta presso la prigione Al-Mabahith a Dammam. In prigione è stata minacciata e legata alla sedia durante l’interrogatorio. Può telefonare alla propria famiglia una volta a settimana, ma non può ricevere visite. Ha un avvocato, ma non le è mai stato permesso di incontrarlo.
Le leggi saudite sulla custodia legale imponevano alle donne di avere il permesso di un uomo per poter uscire e svolgere altre attività comuni.
Nonostante queste leggi siano state rese meno rigide negli ultimi mesi, le donne che hanno lottato per porre fine all’istituzione della custodia legale maschile sono rimaste in carcere.
Sua Maestà il Re Salman bin Abdul Aziz Al Saud
Ufficio di Sua Maestà il Re
Royal Court, Riyadh
Regno dell’Arabia Saudita
Sua Maestà,
Nassima al-Sada è una donna di cui l’Arabia Saudita dovrebbe essere fiera. La sua vita è stata un viaggio dedicato al perseguimento delle libertà della donna, accompagnato dall’idea di quest’ultima come membro attivo di una società aperta e vivace.
Ma anziché sostenere al-Sada, le autorità l’hanno arrestata a luglio 2018 e l’hanno posta in isolamento per un anno.
Ad oggi, è ancora dietro le sbarre. Chiedo, con tutto il rispetto, di rilasciare al-Sada e tutte le altre attiviste che tutelano i diritti delle donne, immediatamente e senza condizioni.
Alla vigilia del vertice del G20, ospitato virtualmente dall’Arabia Saudita, abbiamo sollecitato i leader che vi prenderanno parte a chiedere conto alle autorità saudite della loro vergognosa ipocrisia sui diritti delle donne.
Alla vigilia del vertice del G20, ospitato virtualmente dall’Arabia Saudita, abbiamo sollecitato i leader che vi prenderanno parte a chiedere conto alle autorità saudite della loro vergognosa ipocrisia sui diritti delle donne.