Le autorità thailandesi stanno perseguitando giovani difensori dei diritti umani per aver esercitato pacificamente il loro diritto di protesta. Tra i 283 minori oggetto di procedimenti penali, le autorità hanno condannato l’attivista Lgbtqia+ Thanakorn “Petch” Phiraban, stanno indagando su Chan Tonnamphet, un’attivista nativa per i diritti alla terra, e stanno processando “Sand”, un giovane attivista per aver protestato quando avevano meno di 18 anni.
Nel 2020, migliaia di giovani sono scesi in strada e hanno cominciato a protestato per chiedere riforme democratiche. Il movimento di protesta ha poi portato avanti anche richieste di cambiamento costituzionale, riforme sociali, fine della repressione, miglioramento dell’istruzione. In piazza sono stati rivendicati anche i diritti delle donne, delle popolazioni native, delle persone Lgbtqia+ e delle minoranze etniche. La protesta è stata creativa e è stata caratterizzata da feste, dibattiti, flash mob, sit-in, teatro e musica dal vivo, sfilate di moda e arte.
In risposta, le autorità thailandesi hanno arrestato e preso di mira partecipanti e organizzatori. Chi ha partecipato a manifestazioni pacifiche o ha condiviso la propria opinione pubblicamente è stato arrestato, ha subito procedimenti legali, intimidazioni, vessazioni e sorveglianza.
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Le autorità hanno perseguito la maggior parte di questi minori per aver violato le restrizioni alle riunioni pubbliche imposte per controllare la diffusione del Covid-19 ai sensi del decreto di emergenza, che prevede due anni di reclusione e/o una multa. Il decreto è stato applicato attraverso la dichiarazione dello stato di emergenza tra il 26 marzo 2020 e il 30 settembre 2022.
I minori sono anche accusati ai sensi dell’articolo 112 del codice penale che disciplina la lesa maestà e dell’articolo 116 del codice penale che disciplina la sedizione. L’articolo 112 prevede la reclusione da tre a quindici anni per “chiunque, diffama, insulta o minaccia il re, la regina, l’erede o il reggente”. L’articolo 116 del codice penale prevede la reclusione fino a sette anni e vieta alle persone “di suscitare disordini e malumori tra il popolo in modo tale da provocare disordini nel paese; o di indurre il popolo a trasgredire le leggi del paese”. Esperti internazionali in materia di diritti umani hanno raccomandato alle autorità thailandesi di modificare o abrogare queste e altre leggi al fine di rispettare gli obblighi internazionali in materia di diritti umani della Thailandia.
Thanakorn “Petch” Phiraban, attivista Lgbti di Bangkok, alla fine del 2022 è stato giudicato colpevole per due distinti capi d’accusa di violazione dell’articolo 112 del codice penale, per discorsi durante le proteste pacifiche a Bangkok nel 2020. È stato il primo minore a essere perseguito per lesa maestà e a dover scontare una pena: frequentare un “tirocinio” presso un centro di formazione professionale e giovanile. Le autorità hanno sospeso la seconda sentenza di Thanakorn, ma gli imporranno condizioni di libertà vigilata. I funzionari stanno perseguendo ulteriori accuse ai sensi dell’articolo 112 del codice penale e del decreto di emergenza nei suoi confronti.
Chan Tonnamphet, un’attivista per i diritti della comunità nativa Karen di 18 anni, è attualmente sotto inchiesta della polizia per aver violato le restrizioni di emergenza sulla protesta pacifica quando aveva 17 anni, nel gennaio 2022. Ha tenuto un discorso pubblico a un sit-in di protesta a sostegno degli appelli della sua comunità alle autorità, unendosi alla protesta per rappresentare le voci dei membri della comunità che non parlavano tailandese. I membri della sua comunità hanno subito violazioni dei diritti umani, inclusa la sparizione forzata del difensore dei diritti umani Billy Rakchongcharoen, a causa dello sgombero forzato e trasferimento dalle loro terre ancestrali nel Parco nazionale di Kaeng Krachan, nella provincia di Petchaburi, nella Thailandia occidentale.
“Sand” (alias per proteggere la sua identità) è un difensore dei diritti di 17 anni, che ha preso parte a proteste a sostegno del principio d’uguaglianza a scuola e per il cambiamento politico. Ha subito molestie, è stato sottoposto a sorveglianza per il suo attivismo. Deve affrontare undici accuse ai sensi del decreto di emergenza e della relativa legislazione per la sua partecipazione a proteste pacifiche. Attualmente è accusato di aver violato il decreto di emergenza per aver partecipato a una protesta a Bangkok durante le vacanze scolastiche.
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Egregio Primo Ministro,
Scrivo per esprimere la mia preoccupazione per il fatto che il suo governo stia adottando misure per punire i minori per aver esercitato i loro diritti alla libertà di riunione pacifica e di espressione.
Sono preoccupato che dal luglio 2020 il suo governo abbia avviato procedimenti penali contro almeno 283 minori in tutta la Thailandia per aver protestato pacificamente o espresso opinioni durante le proteste svoltosi in tutta la Thailandia chiedendo riforme politiche, miglioramento del sistema educativo, protezione dei diritti delle minoranze e uguaglianza di genere. Ha inoltre sottoposto i difensori dei diritti umani dei minori a vessazioni, sorveglianza e intimidazioni. Inoltre, sono preoccupato che la sua repressione stia avendo un più ampio effetto dissuasivo sulla capacità dei bambini di godere del loro diritto di protestare.
La Thailandia ha obblighi internazionali, anche ai sensi del Patto internazionale sui diritti civili e politici e della Convenzione delle Nazioni unite sui diritti dell’infanzia, per proteggere e garantire i diritti dei minori alla libertà di espressione e di riunione pacifica, in modo che possano esercitarli senza timore di rappresaglie. Questi diritti sono importanti affinché i minori possano fare campagne per i diritti umani e altre questioni che li riguardano.
Pertanto, la invito a:
- abbandonare tutti i procedimenti penali, annullare le condanne e porre fine alle molestie e alle intimidazioni nei confronti dei minori, presi di mira semplicemente per aver esercitato pacificamente i loro diritti umani;
- rispettare, proteggere e realizzare i diritti dei minori alla libertà di riunione pacifica e di espressione;
- modificare o abrogare la legislazione incompatibile con gli standard internazionali relativi all’esercizio di tali diritti.
La ringrazio per l’attenzione.