Aggiornamento 17/01/2024: Vanessa Mendoza Cortés è stata assolta dall’accusa di diffamazione.
“Vengo trattata come una criminale, ma non ho fatto nulla di sbagliato. Non cesserò di chiedere diritti per le ragazze e le donne di Andorra, compreso il diritto di abortire”
Vanessa Mendoza Cortés potrebbe presto essere processata solo per aver parlato in difesa dei diritti delle donne in Andorra, compreso il diritto di aborto, nel 2019 davanti a un organismo delle Nazioni Unite.
Se condannata, rischia una multa salatissima e l’iscrizione al casellario giudiziario. L’accusa è quella di “reato contro il prestigio delle istituzioni”.
Vanessa Mendoza Cortés, psicologa, è la presidente dell’Organizzazione per i diritti delle donne “Stop alla violenza”, (Associació Stop Violències, in catalano), che si occupa di violenza di genere, diritti sessuali e riproduttivi e sostiene l’aborto sicuro e legale in Andorra.
Chiediamo alle autorità andorrane di far cadere l’accusa contro Vanessa Mendoza Cortés, immediatamente!
Andorra, un piccolo stato dei Pirenei con una popolazione di circa 77.000 persone, vieta totalmente l’aborto. Insieme a Malta è l’unico stato europeo che prevede il divieto assoluto di abortire. Di conseguenza, le persone che hanno bisogno di abortire sono costrette a viaggiare all’estero, principalmente in Francia e in Spagna, per cercare l’assistenza sanitaria a cui hanno diritto. Coloro che non possono viaggiare vanno incontro a un alto rischio di subire violazioni dei diritti umani. “Stop alla violenza” aiuta donne e ragazze in gravidanza ad accedere ad aborti sicuri all’estero e porta avanti campagne per richiedere l’accesso a un aborto sicuro e legale nello stato di Andorra.
Nell’ottobre 2019 Vanessa Mendoza Cortés ha partecipato alla “Quarta sessione della Revisione periodica universale dell’Andorra” da parte del Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione contro le donne (Cedaw). In quell’occasione ha parlato dell’impatto dannoso che il divieto di abortire ha sulla vita di donne e ragazze in Andorra.
Poco dopo, il governo ha presentato una denuncia all’ufficio del pubblico ministero sostenendo che le dichiarazioni di Vanessa Mendoza Cortés ne stavano minando il “prestigio e il buon nome”. Inoltre, nel luglio 2020 il pubblico ministero l’ha accusata di “calunnia con pubblicità” (articolo 172 del codice penale), “calunnia contro i co-principi” (articolo 320) e “crimini contro il prestigio delle istituzioni”(articolo 325). Queste norme prevedono gravi sanzioni, tra cui una potenziale condanna fino a quattro anni di reclusione e/o una multa fino a 30.000 euro. Nel 2021 il pubblico ministero ha lasciato cadere due delle accuse che prevedevano la detenzione. Nell’ottobre 2022 un giudice ha incriminato Vanessa Mendoza Cortés per i presunti “crimini contro il prestigio delle istituzioni” che prevedono, in caso di condanna, una multa e l’iscrizione al casellario giudiziario.
Le prove presentate dalla procura del pubblico ministero contro Vanessa Mendoza Cortés comprendono il rapporto ombra presentato da “Stop alla violenza” al Cedaw nel 2019, le critiche fatte a mezzo stampa nei confronti delle dichiarazioni del vescovo di Urgell e del co-principe di Andorra contro la depenalizzazione dell’aborto, oltre alle numerose preoccupazioni espresse per le azioni del governo che incidono negativamente sui diritti delle donne. A oggi non è stata ancora fissata la data per il processo.
Amnesty International teme che le autorità andorrane stiano usando le leggi sulla diffamazione con l’obiettivo di inibire le critiche al governo o ai funzionari pubblici, violando così il diritto alla libertà di espressione garantita dall’articolo 19 del Patto internazionale delle Nazioni Unite sui diritti civili e politici e l’articolo 10 della Convenzione europea sui diritti umani. Le attuali leggi sulla diffamazione contenute nel codice penale andorrano, progettate per proteggere le istituzioni statali, dovrebbero essere abrogate in linea con gli standard internazionali per i diritti umani che stabiliscono che le disposizioni legali per proteggere il diritto all’onore e alla reputazione sono progettate per tutelare le persone, non i valori astratti o lo stato e le istituzioni.
Tuttavia, nel dicembre 2022, il Parlamento di Andorra ha votato contro l’abrogazione dell’articolo 325 del codice penale (crimini contro il prestigio delle istituzioni), attualmente utilizzato contro Vanessa Mendoza Cortés.
Inoltre, secondo le risoluzioni del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite 12/2 (2009) e 24/2 (2013), atti di intimidazione contro coloro che cercano di collaborare o hanno collaborato con le Nazioni Unite, i suoi rappresentanti e i suoi meccanismi nel campo dei diritti umani o che hanno fornito loro testimonianze o informazioni, costituiscono atti di rappresaglia che dovrebbero cessare. Il procedimento giudiziario avviato nei confronti di Vanessa Mendoza Cortés per aver esercitato il suo diritto alla libertà di espressione così come i plurimi tentativi di delegittimare le sue azioni in difesa dei diritti umani delle donne e delle ragazze, e in particolare i loro diritti sessuali e riproduttivi, sono coerenti con un modello globale di intimidazione volto a impedire alle donne che difendono i diritti umani di contrastare la discriminazione e promuovere l’uguaglianza, in particolare quando il loro lavoro sfida le strutture tradizionali e le norme sociali e patriarcali.
Nel 2021, durante la Revisione periodica universale delle Nazioni Unite, che valuta la documentazione fornita dagli stati membri delle Nazioni Unite circa le garanzie per i diritti umani, ad Andorra fu chiesto di astenersi dall’attuare molestie giudiziarie, rappresaglie e intimidazioni contro coloro che difendono i diritti umani, modificare le leggi sulla diffamazione depenalizzare l’aborto e garantire l’accesso a un aborto sicuro e legale.
Attorney General Mr Alfons Alberca Sanvinces
- Seu de la Justícia
- Baixada del Molí, núm 2-4
- Andorra la Vella, Andorra
Email: fiscalia@justicia.ad
CC: Andorra permanent UN mission in Geneva missio_onu_gva@govern.ad
CC: Embassy of Andorra in your country https://www.exteriors.ad/ca/representacions-diplomatiques
Egregio Procuratore generale,
Le scrivo per esprimere la mia profonda preoccupazione per il procedimento giudiziario in corso nei confronti di Vanessa Mendoza Cortés, difensora dei diritti umani e presidente di “Stop alla violenza” (Associació Stop Violències, in catalano), per aver esercitato il suo diritto alla libertà di espressione, per il suo lavoro di difesa dei diritti delle donne e ragazze in Andorra e per aver criticato il divieto totale di aborto nel paese. Se condannata, potrebbe essere multata fino a un massimo di 30.000 euro con l’iscrizione al casellario giudiziario.
L’accusa nei confronti di Vanessa Mendoza Cortés sembra essere una rappresaglia contro le sue azioni in difesa dei diritti delle donne e delle ragazze, incluso il diritto all’aborto sicuro e legale. È particolarmente preoccupante che le accuse contro di lei derivino dalla sua collaborazione con il Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione nei confronti delle donne (Cedaw), facente parte del regolare e vitale scambio di informazioni condotte tra questo organo delle Nazioni Unite e coloro che difendono i diritti umani nel mondo.
So che nel 2021 l’ufficio del procuratore ha ritirato due delle tre accuse iniziali, che prevedevano la detenzione. Tuttavia, è motivo di rammarico il fatto che Vanessa Mendoza Cortés rimanga accusata del crimine “contro il prestigio delle istituzioni” (articolo 325 del codice penale), per il quale potrebbe essere punita solo per aver esercitato il suo diritto alla libertà di espressione.
Pertanto, la esorto a far cadere immediatamente le accuse contro Vanessa Mendoza Cortés. Le deve essere permesso di continuare a svolgere il suo lavoro in difesa del diritto a un aborto sicuro e legale e di altri diritti umani delle donne e ragazze in Andorra, senza paura di rappresaglie.
La ringrazio per l’attenzione.