12 donne transgender sono state arbitrariamente arrestate, umiliate pubblicamente e picchiate il 27 gennaio ad Aceh, in Indonesia.
A causa della pubblica umiliazione da parte degli ufficiali che le 12 vittime hanno subito, insieme agli abusi fisici e alle minacce e all’effetto traumatico che questo ha avuto su di loro, attaccando la loro espressione e identità di genere, Amnesty International ritiene che questi maltrattamenti equivalgano a tortura.
Attualmente è in corso un’indagine interna da parte della polizia regionale di Aceh per verificare la cattiva condotta del capo della polizia della zona nord di Aceh.
Tutte le vittime rimangono profondamente traumatizzate e alcune di loro non possono più sostenere la famiglia dopo aver perso il lavoro. A causa delle minacce ricevute da vicini e famiglia – una delle vittime è stata presa a calci e le è stata lanciata una pietra – alcune delle vittime adesso sono in fuga alla ricerca di un posto più sicuro in Indonesia.
Firma ora l’appello per chiedere alle autorità indonesiane di assicurare un’indagine indipendente, imparziale ed efficiente affinché i colpevoli siano portati davanti alla giustizia e assicurare alle vittime un risarcimento totale e una effettiva protezione.
Il 27 gennaio 2018 la polizia della zona nord di Aceh ha fatto irruzione in cinque saloni di bellezza, un luogo di lavoro comune per le donne transgender in Indonesia.
Il capo della polizia le ha portate nel suo ufficio costringendole a torture e umiliazioni.
Alle donne è stato imposto di buttarsi a terra nel parco e di tagliarsi i capelli. Mentre le costringevano a togliersi i vestiti e a urlare “come un uomo” sono state prese a calci e insultate.
Dopo averle umiliate per due ore, davanti alle persone che si erano raccolte al parco, le vittime sono state riportate alla stazione di polizia e costrette a dormire sul pavimento freddo indossando i loro pantaloncini umidi.
Prima di essere rilasciate senza accuse nel pomeriggio del 28 gennaio, un religioso musulmano è stato invitato a tenere un sermone per le vittime. Il religioso ha spiegato che, a causa della “della loro natura […]” va bene uccidere le persone transgender o lesbiche, gay e bisessuali, e ha poi aggiunto che “sono più malvagie di un kafir (un infedele)”.
La polizia ha anche costretto le donne a firmare un documento senza poterlo leggere: si trattava di un “accordo a non comportarsi come donne e a non lamentarsi di qualunque cattivo comportamento della polizia“.
Il raid del 27 gennaio ha avuto origine in uno scenario di crescenti sentimenti anti-Lgbti nel territorio di Aceh.
Invece di offrire supporto alle vittime, il Governatore Irwandi Yusuf, ha pubblicamente affermato il suo sostegno al raid della polizia ai danni delle donne transgender.
In una manifestazione anti-Lgbti del 2 febbraio ha dichiarato: “Noi non odiamo le persone lesbiche, gay, bisessuali (personalmente) ma odiamo il loro comportamento“.
Malgrado il capo della polizia della zona nord di Aceh sia attualmente sotto indagine interna per la sua condotta ai danni delle donne transgender, il portavoce della polizia provinciale ha espresso il supporto al raid durante la partecipazione alla manifestazione anti-Lgbti.
Prendere di mira le persone e i gruppi Lgbti nella provincia di Aceh non è insolito.
Il 17 dicembre 2017, dopo un’irruzione in un albergo, sei donne transgender sono state consegnate alla polizia perché si stava svolgendo un concorso di bellezza transgender, atto ritenuto contrario alla Shari’a.
Un’altra violazione alla proibizione di tortura e altri trattamenti crudeli, inumani e degradanti, è stata registrata quando due uomini sono stati pubblicamente frustati 83 volte ciascuno con l’accusa di relazione consensuale fra persone dello stesso sesso (liwath) in violazione al Codice penale islamico di Aceh nel Maggio 2017.
Sebbene la Shari’a, applicata dalle corti islamiche, sia in vigore in Aceh dall’attuazione della Legge speciale autonoma della provincia dal 2001, questa è stata la prima volta che uomini gay sono stati frustati.
La provincia di Aceh è l’unica in Indonesia ad applicare la Shari’a. Il Codice penale islamico di Aceh che è stato approvato dal Parlamento il 27 settembre 2017 prevede la fustigazione fino a 100 frustate come punizione per le relazioni sessuali fra persone dello stesso sesso e per il sesso prematrimoniale o altre relazioni sessuali al di fuori del matrimonio.
Al di fuori di Aceh, le relazioni consensuali fra persone dello stesso sesso non sono considerati crimini nel Codice Penale indonesiano. Comunque, oltre all’ostilità nei confronti della comunità Lgbti in Indonesia, nel gennaio 2018 i legislatori hanno proposto delle misure che criminalizzano le relazioni consensuali fra persone dello stesso sesso negli emendamenti previsti in una bozza di legge del Codice Penale. Questi emendamenti sono tuttora in discussione nel parlamento.
I gruppi Lgbti possono essere perseguiti in altre regioni indonesiane. Il 25 maggio 2017, 141 uomini sono stati arrestati nel nord di Giacarta dalla polizia locale dopo che, in base a quanto riferito dalle forze dell’ordine, avevano preso parte a un “party sessuale gay“. Il giorno seguente la polizia ha rilasciato 126 uomini ma ne ha incriminati 10 con l’accusa di “servizi pornografici” in base alla Legge n. 44/2008 sulla pornografia.
General Pol. H.M. Tito Karnavian
National Police Headquarters
Jl. Trunojoyo No.3, Kebayoran Baru
Jakarta Selatan 12110
Indonesia
Egregio generale,
mi rivolgo a Lei in quanto sostenitore di Amnesty International, l’organizzazione non governativa che dal 1961 lavora in difesa dei diritti umani, ovunque siano violati.
Esprimo preoccupazione per le 12 donne transgender che sono state arbitrariamente arrestate, umiliate pubblicamente e picchiate il 27 gennaio ad Aceh, in Indonesia.
Le chiedo di assicurarsi che venga eseguita una indagine indipendente, imparziale ed efficiente in aggiunta a quella interna, che il report venga reso pubblico e i colpevoli portati davanti alla giustizia.
La sollecito a fornire a tutte le vittime un risarcimento totale, così come effettiva protezione a loro e alle loro famiglie dalle minacce alla loro vita e alla loro incolumità, sia dai membri della polizia locale che dalla popolazione locale.
La invito a rispettare gli obblighi internazionali sui diritti umani e prevenire, indagare ed eliminare la transfobia, la violenza di genere e la criminalizzazione degli individui in base alla loro espressione di genere, identità o orientamento sessuale.
La ringrazio per l’attenzione.