Dal primo giorno dell’invasione dell’Ucraina, migliaia di persone sono scese in piazza in molte città della Russia per manifestare il loro dissenso nei confronti della guerra. Nonostante la dura reazione delle autorità con arresti di massa, multe, nuovi reati e persecuzioni giudiziarie, si continua a esprimere dissenso nelle forme più varie.
Aleksei e Masha
Un disegno e un commento sui social contro l’invasione russa in Ucraina: questo è bastato per sconvolgere la vita di un padre e di una figlia dodicenne, Aleksei e Masha. Lui è stato accusato di discredito delle forze armate e condannato a due anni di carcere, lei è stata separata dal padre e mandata in orfanotrofio. Tuttora Aleksei è detenuto a Tula e Masha continua a vivere isolata dal padre e dal mondo.
Vladimir Kara-Murza
Vladimir Kara-Murza, 41 anni, padre di tre figli, attivista e giornalista russo, è stato condannato a 25 anni di carcere per “alto tradimento” e altri reati di natura politica solo per aver contestato l’invasione dell’Ucraina. Nel 2015 e nel 2017 era sopravvissuto a due tentativi di avvelenamento, sui quali le autorità russe non hanno mai indagato.
Oleg Orlov
Noto difensore dei diritti umani e vicepresidente dell’organizzazione non governativa Memorial, Oleg Orlov rischia fino a cinque anni di reclusione in una colonia penale per aver scritto un articolo contro la guerra. Orlov era stato già multato due volte per picchetti pacifisti ritenuti “screditanti” nei confronti delle forze armate russe.
Che sia il disegno di una dodicenne o l’articolo di un giornalista, ogni forma di dissenso è sgradita al governo russo. I diritti alla libertà di espressione, associazione e riunione pacifica sono gravemente limitati. Firma l’appello per stare al fianco di chi ha il coraggio di parlare!
“Coloro che vengono sorpresi a criticare la guerra devono affrontare un numero assurdo di accuse arbitrarie semplicemente per aver parlato. Non solo sono accusati di “screditare” le forze armate, ma anche di calunnia, frode o accuse di “terrorismo”. Marie Struthers, Direttrice di Amnesty International per l’Europa orientale e l’Asia centrale.
Nuove leggi, approvate il 4 marzo 2022, hanno introdotto emendamenti al codice penale e al codice degli illeciti amministrativi limitando gravemente i diritti alla libertà di espressione, associazione e riunione pacifica.
Il Russian Net Freedoms Project ha riferito che al 29 marzo oltre 220 cause amministrative erano state intentate, ai sensi del nuovo articolo 20.3.3 (“Azioni pubbliche volte a screditare le forze armate russe”), in tutta la Russia e nella Crimea occupata, contro persone che hanno invitato altre a unirsi a un’azione pubblica contro la guerra, che hanno organizzato picchetti con slogan contro la guerra o semplicemente per aver scritto “No alla guerra” sulla neve. Ad aprile, almeno 21 procedimenti penali sarebbero stati avviati ai sensi del nuovo articolo 207.3 del codice penale (“Azioni di discredito delle forze armate russe”).
Le manifestazioni contro la guerra sono state regolarmente disperse, spesso con l’uso di una forza non necessaria ed eccessiva. Ci sono state anche segnalazioni di torture o altri maltrattamenti di persone detenute in alcune stazioni di polizia. Denunce provenienti da diverse città, in cui i manifestanti sono stati detenuti, indicano violazioni di una serie di diritti durante la custodia della polizia, tra cui la detenzione in condizioni crudeli, inumane e degradanti, il rilevamento illegale delle impronte digitali, la confisca di telefoni cellulari e altro.
Sergey Razov
Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Federazione Russa in Italia e a San Marino
Ambasciata della Federazione Russa in Italia e San Marino
Via Gaeta 5, 00185 Roma
Egregio Ambasciatore,
scriviamo a nome di Amnesty International, un movimento globale per i diritti umani di 10 milioni di membri e sostenitori, per esprimere la nostra profonda preoccupazione in merito all’attuale aggressione da parte della Russia nei confronti dell’Ucraina, accompagnata da una repressione su larga scala dei manifestanti pacifici contro la guerra e dalla censura di media indipendenti in Russia.
Amnesty International ha documentato violazioni del diritto internazionale umanitario da parte delle forze russe in Ucraina, inclusi apparenti crimini di guerra come l’esecuzione extragiudiziale di civili, attacchi indiscriminati a persone, oggetti e infrastrutture civili, l’uso indiscriminato di armi balistiche, missili e l’uso di armi vietate come le munizioni a grappolo.
Siamo, inoltre, preoccupati per le continue violazioni dei diritti umani in Russia, compresa la repressione senza precedenti dei diritti di riunione, espressione e associazione pacifica da parte delle autorità dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, il 24 febbraio 2022. Secondo i difensori dei diritti umani russi, oltre 15.000 persone sono state arrestate nel Paese per aver protestato pacificamente contro l’invasione dell’Ucraina. Centinaia di procedimenti amministrativi e penali sono stati avviati contro manifestanti pacifici e voci dissidenti. L’accesso a molti siti web di media indipendenti è stato arbitrariamente bloccato dalle autorità. Molte Ong che si occupano di diritti umani e fondazioni di beneficenza, sia locali che internazionali, sono state cancellate e chiuse dal Ministero della Giustizia.
Esprimiamo la nostra solidarietà al popolo ucraino e a tutti coloro che in Russia stanno protestando pacificamente contro l’invasione e chiediamo alle autorità russe di:
- rispettare il diritto internazionale umanitario e dei diritti umani, fermare l’aggressione contro l’Ucraina e proteggere i civili;
- rispettare gli obblighi internazionali in materia di diritti umani e la stessa Costituzione russa che deve rispettare, proteggere e realizzare i diritti alla libertà di espressione, riunione pacifica e associazione in Russia;
- consentire, senza ostacoli, lo svolgimento di proteste pacifiche;
- liberare tutti coloro che sono stati arrestati arbitrariamente, come i manifestanti pacifici, ponendo fine ai procedimenti infondati contro di loro;
- revocare tutte le restrizioni sui media indipendenti ed eliminare o modificare tutte le leggi che limitano eccessivamente e arbitrariamente questi diritti.
La ringraziamo per l’attenzione.