Aggiornamento del 04/11/2024 – Osman Kavala il 1° novembre 2024 ha completato sette anni di detenzione. Il prigioniero di coscienza rimane dietro le sbarre nonostante le sentenze vincolanti della Corte Europea dei Diritti Umani (CEDU), tra cui l’avvio nel 2022 della procedura di infrazione nei confronti della Turchia. Gli avvocati hanno presentato una nuova domanda alla CEDU all’inizio del 2024 in seguito alla sentenza della Corte di Cassazione che conferma la sua condanna infondata. Kavala ha anche due richieste pendenti presso la Corte costituzionale.
Il 25 aprile Osman Kavala, filantropo e attivista della società civile turca, è stato condannato al carcere a vita in un processo farsa per “aver tentato di rovesciare il governo turco” durante le proteste di Gezi Park contro Erdogan.
Insieme a lui, altre sette persone – Mücella Yapıcı, Çiğdem Mater, Mine Özerden, Can Atalay, Tayfun Kahraman e Hakan Altınay – hanno ricevuto una condanna a 18 anni per averlo presumibilmente aiutato nell’operazione. Un accanimento giudiziario che va avanti da troppo tempo.
Le accuse contro di lui devono essere annullate. Chiediamo che Osman e tutti i difensori di Gezi Park vengano liberati subito!
Nato a Parigi nel 1957, Kavala è il co-fondatore di Iletisim Yayinlari, una delle più grandi case editrici turche e presiede l’istituto Anadolu Kültür, da lui fondato e divenuto un punto di riferimento prezioso per comprendere la società civile turca.
Da tempo inviso al presidente Erdogan, Kavala è stato accusato di diversi crimini pretestuosi e insensati. Nel 2013, per esempio, era stato perseguito per aver sostenuto delle proteste contro il governo dell’allora primo ministro Erdogan. Dal 2017 si trova in detenzione preventiva, solo per aver espresso la sua opinione.
Le accuse a suo carico sono tre: tentativo di rovesciare l’ordine costituzionale, in relazione alle accuse che lo collegano al fallito colpo di Stato del 2016; tentativo di rovesciare il governo per il suo presunto ruolo nelle proteste di massa di Gezi Park nel 2013; e spionaggio politico e militare.
Per il processo di Gezi Park, inziato a giugno 2019, Kavala è stato accusato di aver finanziato le proteste e di averle organizzate insieme a due dei suoi coimputati.
Il tribunale ha ordinato l’immediato rilascio di Osman Kavala, ma il procuratore capo di Istanbul ha emesso un ordine di detenzione separato.
Osman Kavala è stato prima arrestato dalla polizia e poi è tornato in carcere il giorno successivo, dopo essere stato rinviato a giudizio, con l’accusa di aver avuto un ruolo nel tentativo di colpo di Stato del 2016. Nel marzo 2020, le accuse sono state modificate in “spionaggio politico e militare”, il che ha permesso alle autorità di continuare a trattenerlo. La detenzione preventiva in Turchia non può superare i due anni, a meno che l’accusa non venga accettata da un tribunale.
Nel gennaio 2021, la corte d’appello regionale di Istanbul ha annullato le assoluzioni di Osman Kavala e di altre otto persone e nel maggio 2021 è iniziato un nuovo processo. Nel frattempo, anche le assoluzioni in un altro caso legato alle proteste di Gezi Park, il processo Carsi che coinvolgeva 35 tifosi di calcio, sono state annullate in appello. I due procedimenti sono stati uniti in un processo legalmente discutibile nell’estate del 2021. Il processo di massa, che ha coinvolto 52 imputati, è iniziato nell’ottobre 2021. Nel febbraio 2022 si è svolta una quarta udienza, subito dopo l’avvio formale della procedura di infrazione presso il Consiglio d’Europa (CdE) per la mancata esecuzione della sentenza di Kavala della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU), dopo la quale i casi sono stati nuovamente separati su richiesta del procuratore del processo. La sesta e ultima udienza si è conclusa il 25 aprile 2022.
Questi procedimenti giudiziari motivati politicamente e le concomitanti sentenze ingiuste esemplificano come il controllo dell’esecutivo e l’influenza politica sul sistema giudiziario in Turchia siano diventati diffusi e sistematici. I tribunali accettano abitualmente imputazioni fasulle per detenere e condannare individui e gruppi che il governo considera oppositori politici, in assenza di prove convincenti – o di qualsiasi prova – di attività criminali, in particolare nel contesto del tentato colpo di Stato del luglio 2016.
La condanna dell’aprile 2022 è stata emessa in assenza di prove credibili a sostegno delle accuse mosse a Osman Kavala e ai suoi coimputati. Questo è l’ultimo esempio lampante della cronica mancanza di indipendenza del sistema giudiziario in Turchia. Nella sentenza del dicembre 2019, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che le autorità turche hanno violato non solo il diritto di Osman Kavala alla libertà e alla sicurezza, ma anche che aveva l’ulteriore scopo di metterlo a tacere e di dissuadere altri difensori dei diritti umani dallo svolgere attività legittime.
Nonostante la decisione del febbraio 2022 del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa di avviare formalmente una procedura di infrazione a causa del rifiuto della Turchia di conformarsi alla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo e di rilasciare immediatamente Osman Kavala, la Turchia ha condannato Kavala all’ergastolo senza condizionale. In quanto Stato membro del Consiglio d’Europa, la Turchia ha l’obbligo di applicare le sentenze vincolanti della Corte. Il suo continuo rifiuto di applicare questa sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo dovrebbe far suonare un campanello d’allarme sulla mancanza di aderenza della magistratura turca agli standard internazionali ed europei in materia di diritti umani e di Stato di diritto.
Metin Sarıhan
Cumhuriyet Başsavcısı
Istanbul Bölge Adliye Mahkemesi
Orhantepe Mah. Üsküdar Cad. No:236/A
Kartal Istanbul / Turkey
Fax: +90 216 303 21 68
Egregio Procuratore Capo,
le scrivo per esortarla a sostenere e a non opporsi a qualsiasi richiesta di rilascio di Osman Kavala, Mücella Yapıcı, Çiğdem Mater, Mine Özerden, Can Atalay, Tayfun Kahraman e Hakan Altınay, condannati il 25 aprile 2022 nell’ambito del processo denominato “processo Gezi”. Osman Kavala ha trascorso più di 4 e mezzo in detenzione preventiva. Nel pronunciare i verdetti di colpevolezza, il tribunale ha anche ordinato la custodia cautelare di altri sei imputati. È stato emesso un mandato di arresto per Yiğit Ali Ekmekçi, l’ottavo imputato.
Osman Kavala ha ricevuto una condanna all’ergastolo aggravato per “tentativo di rovesciare il governo”, ma è stato assolto dall’accusa di “spionaggio politico e militare” per la quale è in detenzione preventiva dal febbraio 2020. L’assoluzione è dovuta alla “mancanza di prove” dopo che, insieme agli altri sette imputati, era già stato assolto nel primo processo.
Gli altri sette imputati sono stati condannati per presunto favoreggiamento di Osman Kavala e condannati a 18 anni di carcere ciascuno. La Corte ha ordinato la loro immediata custodia cautelare per il rischio di fuga.
Nel corso del primo e del secondo processo, le autorità inquirenti non hanno presentato alcuna prova che dimostrasse la colpevolezza degli imputati per i presunti capi d’accusa, un fatto che è stato riconosciuto nel verdetto da uno dei tre giudici che ha dichiarato nella sua opinione dissenziente che “poiché non ci sono prove concrete, certe e credibili che dimostrino la loro colpevolezza al di là di ogni ragionevole dubbio, [la corte] dovrebbe decidere per l’assoluzione degli imputati”.
La invito a sostenere e a non opporvi alle richieste di scarcerazione dei sette imputati in attesa della decisione sui loro ricorsi.
La ringrazio per l’attenzione.