Aggiornato il 6 febbraio 2019 – Più di una ragazza su due in Burkina Faso si è sposata prima di aver compiuto i 18 anni.
Una ragazza su dieci si è sposata quando ancora aveva meno di 15 anni.
Molte di loro sono state costrette a farlo, rinunciando alla scuola, all’adolescenza, alla famiglia, alle amicizie.
Molte di loro restano incinte immediatamente o poco dopo il matrimonio, quando sono ancora delle bambine. “Recluse” nelle quattro mura domestiche sono a rischio di violenze e abusi.
Il matrimonio precoce e forzato è una grave violazione dei diritti umani.
In Burkina Faso, i matrimoni forzati sono un fenomeno estremamente diffuso, soprattutto nelle aree rurali.
Nonostante siano vietati dalla legge, le autorità non fanno abbastanza per fermarli. Firma l’appello e chiedi al ministro della Giustizia e dei diritti umani di far rispettare la legge e proteggere le bambine e le ragazze dai matrimoni forzati.
I nostri ricercatori hanno raccolto in questi anni le testimonianze di giovani mogli che avevano subito violenze, abusi o perso la loro libertà dopo aver sposato un uomo molto più grande di loro.
Le storie delle ragazze che hanno subito e si sono ribellate alla pratica dei matrimoni precoci e forzati spiegano meglio di ogni altro dato perché sia importante contrastare questa pratica.
Zalissa, piccola guerriera
“Un giorno, avevo 14 anni, ero appena tornata a casa da scuola. Mia sorella e mia madre parlavano di un matrimonio. Così ho chiesto chi stava per sposarsi e ho scoperto che era il mio”.
Così Zalissa è venuta a sapere dell’accordo che l’avrebbe costretta a sposare un uomo di 80 anni. Nonostante fosse una pratica molto diffusa in Burkina Faso, Zalissa ha deciso con coraggio di opporsi a quella decisione.
Lo ha fatto anche grazie alla consapevolezza dei suoi diritti, acquisita a scuola, dove insieme ad alcune organizzazioni locali abbiamo avviato programmi di informazione e sensibilizzazione.
“Ho chiesto aiuto al comitato locale della mia comunità. Mi hanno consigliato di parlare con mio padre e dirgli che mi avrebbero aiutato, e se necessario, sarebbero persino andati dalla polizia. Alla fine mio padre ha rinunciato all’idea del matrimonio perché ha capito che c’erano persone impegnate a proteggermi”.
Adama: tornare ad amare dopo le violenze
Adama si è sposata a 18 anni. La sua non è stata una scelta. Come tante ragazze in Burkina Faso è stata la famiglia a scegliere per lei.
Il matrimonio forzato ha rappresentato per Adama la fine precoce della sua adolescenza, ma soprattutto l’ha costretta a vivere nella violenza.
“La famiglia di mio marito mi trattava male, venivo picchiata praticamente tutti i giorni – racconta Adama –. Alla fine non ce l’ho fatta più e sono scappata: ho camminato per giorni – 75 km sono tanti da fare a piedi – e sono arrivata nella capitale, Ouagadougou. La famiglia di mio marito mi ha trovata anche lì, e ho preso ancora più botte”.
Una violenza inaudita e senza appello che l’ha portata fino in ospedale: “L’ultima volta sono stati più brutali del solito, è dovuta intervenire la polizia e mi hanno tenuto in ospedale per 3 giorni”.
Eppure, proprio grazie a quell’episodio, Adama ha trovato la salvezza. Solo di fronte alla sofferenza estrema, la sua famiglia si è resa conto dei rischi reali che questa giovane donna stava correndo e ha così deciso di riprenderla a casa.
“Per me è stata la fine di un incubo, anche se i segni sono rimasti. Per anni ho odiato qualsiasi uomo incrociassi, anche solo il suo respiro mi terrorizzava”.
Non è semplice cancellare un passato di violenze e tornare ad avere fiducia negli esseri umani. Per Adama il miracolo si è realizzato: “Un giorno, per fortuna, ho incontrato un uomo che non mi faceva paura. E quello è ora mio marito. Il marito che finalmente avevo scelto io”.
Oggi Adama ha scelto di far parte dell’organizzazione che si occupa di aiutare le donne in Burkina Faso, lavorando nella formazione e facendo parte del comitato di vigilanza affinché ciò che è accaduto a lei non si ripeta mai più.
In Burkina Faso, il matrimonio forzato è un fenomeno estremamente diffuso, soprattutto nelle aree rurali.
Secondo l’Unicef, oltre il 52 per cento delle donne viene dato in sposa prima dei 18 anni e il 10 per cento prima dei 15.
Alcune ragazze hanno raccontato ad Amnesty International di esser state costrette a sposarsi a 11 anni.
La differenza di età tra una ragazza e il suo futuro coniuge può essere enorme. In alcuni casi, la sposa può essere tra i 30 e i 50 anni in meno di suo marito.
In Burkina Faso il matrimonio forzato viene considerato un modo per consolidare le relazioni. In alcuni casi, la promessa di matrimonio viene acquisita già alla nascita o durante l’infanzia di una ragazza e spesso i genitori ricevono con grande anticipo la dote dal futuro marito o dalla famiglia. Il pagamento varia da regione a regione e dipende dal reddito; può consistere in denaro, l’uso di terreni agricoli o bestiame.
Solo il 64,2 per cento delle ragazze in Burkina Faso può accedere all’istruzione; infatti, non solo la distanza tra i centri rurali e le scuole e i relativi costi ma anche la condizione di moglie le costringe a rinunciarvi presto. La maggior parte delle ragazze 19enni del Burkina Faso e già sposata. Quasi la metà di tutte le giovani donne è già madre.
I matrimoni precoci e forzati sono illegali, ma la legge viene disattesa. Questa ha il limite di non prendere in considerazione l’aspetto dei matrimoni tradizionali, che sono molto comuni. Molte ragazze al di sotto dei 17 anni infatti vengono date in spose in cerimonie tradizionali, ovvero attraverso riti religiosi locali non riconosciuti dalla legge nazionale.
Leggi il digest sui diritti sessuali e riproduttivi in Burkina Faso
Nel 2014, 2015 e 2016, decine di donne e ragazze hanno dichiarato ad Amnesty International di essere state vittime di matrimoni precoci e forzati, tra cui una ragazzina di 13 anni che ha camminato per più di 160 km in tre giorni per sfuggire all’impegno del padre a sposare un uomo di 70 anni che aveva già cinque mogli.
Nel novembre 2015, il Burkina Faso ha annunciato di voler avviare una strategia nazionale per porre fine ai matrimoni precoci e forzati entro il 2025.
La strategia prevede un impegno per aumentare l’età minima legale del matrimonio, ma ad oggi la strategia deve ancora essere implementata.
Questo impegno è arrivato anche grazie al nostro lavoro di pressione e lobby sul governo del Burkina Faso: con 502.601 firme consegnate in occasione della Write for Rights del 2015, abbiamo spinto il Ministero della giustizia, dei diritti umani e della promozione civica del Burkina Faso ad impegnarsi ufficialmente a protezione delle spose bambine.
Nell’aprile 2016, il ministro della giustizia ha incontrato una nostra delegazione e ha confermato che il governo aveva iniziato a rivedere il Codice delle persone e della famiglia per innalzare l’età legale del matrimonio delle ragazze a 18 anni.
Lo abbiamo accolto come un passo positivo, ma due anni dopo non è cambiato nulla e molte ragazze continuano a sposarsi in giovane età senza il loro consenso.
Di fronte alle costanti denunce, nostre e di altre organizzazioni, sulla diffusione e i rischi collegati alla pratica dei matrimoni precoci e forzati il Ministero dell’Azione Sociale e della Solidarietà Nazionale del Burkina Faso ha dato inizio ad una strategia di prevenzione del fenomeno.
In questi anni abbiamo agito su più fronti concentrando i nostri sforzi sulla possibilità di:
- creare una comunità forte e consapevole
- fare pressione sul governo per detassare e rendere gratuiti i servizi alle neo mamme
Sul territorio abbiamo lavorato con le organizzazioni locali per avere degli “alleati” che fossero conosciuti dalle comunità, dalle famiglie e dalle istituzioni locali, come le scuole.
Abbiamo dato vita a progetti educativi per formare studenti e insegnanti, diffondere una cultura dei propri diritti e combattere i fenomeni pericolosi per la propria salute. In questo modo si va formando una coscienza sociale che permette anche a ragazze giovanissime di affermare i propri diritti.
In ogni comunità sono stati creati dei comitati di vigilanza che monitorano la situazione e denunciano i casi noti. Donne aiutano altre donne a denunciare e le proteggono all’interno della comunità. Forniscono loro gli strumenti per opporsi al matrimonio e alle violenze.
Le comunità hanno risposto con entusiasmo e hanno ottenuto i primi significativi successi. Il governo del paese ha adottato un piano nazionale di contrasto al fenomeno e ha reso, di fatto, illegale il matrimonio con minorenni.
Sappiamo che c’è ancora tanto da fare, ma siamo determinati a continuare a lavorare fino a quando tutte le bambine vedano rispettato il loro diritto alla salute, alla propria infanzia e alla propria sessualità.
Il lavoro svolto in Burkina è stato replicato in altri paesi, come l’Afghanistan, il Ciad o il Sudan. Vogliamo che tutte le donne siano rispettate e che la loro vita non venga più distrutta da matrimoni che non hanno mai scelto.
His Excellency
President Roch Marc Christian Kaboré
Adresse: 03 BP: 7030 Ouagadougou 03
Burkina Faso
Telephone: +226 50 49 83 00
Facebook: https://goo.gl/Jqr5J5
Twitter: @rochkaborepf
Eccellenza,
Le scrivo in quanto sostenitore di Amnesty International, l’organizzazione non governativa che dal 1961 lavora in difesa dei diritti umani, ovunque siano violati.
Sono profondamente preoccupato per i rischi che le ragazze devono affrontare nel Burkina Faso a causa del matrimonio precoce e forzato.
La Dichiarazione universale dei diritti umani e la Costituzione del Burkina Faso sanciscono uguaglianza tra uomini e donne così come tra ragazze e ragazzi. Ma nella pratica, le ragazze non hanno libertà di scelta per quanto riguarda il matrimonio, se e chi sposare, se e quanti figli avere. Questa situazione deve essere affrontata con urgenza.
È urgente, per migliaia di ragazze, che il Codice delle persone e della famiglia sia modificato fissando a 18 anni l’età minima del matrimonio, compresi i matrimoni tradizionali e religiosi, per ragazzi e ragazze.
Le chiedo di assicurare che la Strategia nazionale per porre fine ai matrimoni precoci entro il 2025 sia pienamente attuata.
La esorto inoltre a dichiarare pubblicamente tolleranza zero nei confronti dei matrimoni precoci e forzati e a condurre una campagna nazionale nelle comunità, scuole e centri sanitari, fornendo informazioni sulle leggi sul matrimonio precoce e forzato, aumentando la consapevolezza sull’impatto negativo sui diritti umani delle ragazze, oltre a diffondere informazioni su come accedere ai servizi di supporto per le ragazze a rischio.
Cordiali saluti