Aggiornato il 25 settembre 2018 – Il 26 settembre 2014, 80 studenti di Ayotzinapa viaggiano verso Città del Messico per prendere parte a una manifestazione. Nei pressi di Iguala, la polizia municipale apre il fuoco contro gli autobus.
La polizia uccide tre studenti e tre passanti, ferisce molti altri – uno è in coma – e ne arresta arbitrariamente 43.
Da allora nulla si sa più di loro. Sono vittime di sparizione forzata.
Solo della sorte di Alexander Mora Venancio abbiamo notizie, molto tragiche: i suoi resti sono stati rinvenuti in sacco della spazzatura, trovato in un fiume.
Quella dei 43 studenti è una storia di scandalosi insabbiamenti e indagini avventate.
Il governo ha cercato di convincere il mondo che gli studenti sono stati rapiti dai narcotrafficanti e i loro resti bruciati in una discarica, deviando l’attenzione da altri possibili filoni d’indagine, in particolare sul ruolo di esercito e agenzie di sicurezza, che non intervennero pur sapendo cosa stava accadendo agli studenti.
I familiari delle vittime e i sopravvissuti meritano giustizia.
Il 4 giugno 2018 un tribunale federale di Tamaulipas ha ordinato la creazione di una commissione investigativa speciale per il caso Iguala. La sentenza è stata un passo avanti nella protezione dei diritti umani per le famiglie degli scomparsi, tuttavia, poco dopo la sentenza, diversi organismi governativi hanno presentato oltre un centinaio di mozioni legali nel tentativo di impedire il rispetto di questa sentenza legale, mostrando di nuovo la volontà di nascondere la verità sul destino dei 43 studenti.
Amnesty chiede alle autorità messicane di indagare in modo imparziale su tutte le violazioni commesse in questo caso, collaborare con i team internazionali di esperti e adottare misure per prevenire rapimenti e sparizioni forzate e porre fine all’impunità.
Ecco l’elenco degli studenti di Ayotzinapa scomparsi o uccisi dopo l’arresto il 26 settembre 2014.
Conferma della morte
Alexander Mora Venancio
Sorte sconosciuta
Abel García Hernández
Abelardo Vázquez Peniten
Adán Abrajan De La Cruz
Antonio Santana Maestro
Benjamín Ascencio Bautista
Bernardo Flores Alcaráz
Carlos Iván Ramírez Villareal
Carlos Lorenzo Hernández Muñoz
Cesar Manuel González Hernández
Christian Alfonso Rodríguez Telumbre
Christian Tomas Colón Garnica
Cutberto Ortiz Ramos
Doriam González Parral
Emiliano Alen Gaspar De La Cruz
Everardo Rodríguez Bello
Felipe Arnulfo Rosa
Giovanni Galindes Guerrero
Israel Caballero Sánchez
Israel Jacinto Lugardo
Jesús Jovany Rodríguez Tlatempa
Jhosivani Guerrero De La Cruz
Jonás Trujillo Gonzáles
Jorge Álvarez Nava
Jorge Aníbal Cruz Mendoza
Jorge Antonio Tizapa Legideño
Jorge Luis González Parral
José Ángel Campos Cantor
José Ángel Navarrete González
José Eduardo Bartolo Tlatempa
José Luis Luna Torres
Julio César López Patolzín
Leonel Castro Abarca
Luis Ángel Abarca Carrillo
Luis Ángel Francisco Arzola
Magdaleno Rubén Lauro Villegas
Marcial Pablo Baranda
Marco Antonio Gómez Molina
Martín Getsemany Sánchez García
Mauricio Ortega Valerio
Miguel Ángel Hernández Martínez
Miguel Ángel Mendoza Zacarías
Saúl Bruno García
Uccisi dalla polizia di Iguala il 26 settembre 2014
Daniel Solís Gallardo
Julio César Ramírez Nava
Julio César Mondragón Fontes
In coma
Aldo Gutiérrez Solano
Aggiornata al 23 settembre 2015
Il 26 settembre 2014, 43 studenti dell’istituto magistrale “Raúl Isidro Burgos” di Ayotzinapa sono stati sottoposti a sparizione forzata a Iguala, stato del Guerrero. I resti carbonizzati di uno di loro sono stati ritrovati alcune settimane più tardi. Gli altri 42 risultano ancora dispersi.
Ecco una cronologia di alcuni eventi chiave che hanno portato a una delle peggiori tragedie dei diritti umani della storia recente del Messico.
Settembre 2014
26 – Circa 100 studenti dell’Istituto magistrale “Raúl Isidro Burgos” di Ayotzinapa nello stato meridionale messicano del Guerrero, si mettono in viaggio per la città di Iguala (a 120 km di distanza). Vogliono raccogliere fondi e noleggiare degli autobus per partecipare a una manifestazione a Città del Messico per commemorare l’anniversario del massacro di studenti disarmati a Tlatelolco, del 2 ottobre 1968.
Gli studenti viaggiano in due autobus e ne “prendono in prestito” altri tre alla stazione degli autobus per proseguire il viaggio.
Verso le 21.00, quella notte, la polizia municipale affronta violentemente gli studenti in diverse occasioni in tutta Iguala. Le autorità aprono il fuoco contro di loro. La polizia dello stato e quella federale, così come l’esercito, assistono agli attacchi senza proteggere gli studenti; non è ancora chiaro se partecipano più attivamente.
Gli eventi portano alla esecuzione extragiudiziale di tre studenti e tre passanti quella notte. I feriti sono 25 e 43 studenti scompaiono forzatamente.
27 – Il corpo dello studente Julio César Mondragon Fontes, 22 anni, viene ritrovato con il viso scorticato e gli occhi rimossi. I parenti dei 43 studenti dichiarano i loro familiari scomparsi.
Ottobre
1 – Il sindaco di Iguala José Luis Abarca si nasconde.
5 – Il procuratore generale della Repubblica del Messico apre un’altra indagine sulla scomparsa degli studenti, in parallelo a quella condotta dalle autorità statali del Guerrero.
Su richiesta delle famiglie delle vittime, il team argentino di antropologia forense inizia a collaborare alle indagine, insieme al procuratore generale.
6 – Il presidente messicano Enrique Peña Nieto affronta per la prima volta la scomparsa degli studenti in un discorso televisivo. Nieto afferma: “la società messicana e le famiglie dei giovani studenti scomparsi giustamente chiedono un chiarimento dei fatti e che vi sia giustizia”.
8 – Migliaia di persone marciano a Città del Messico per chiedere che gli studenti siano ritrovati.
10 – Il procuratore generale del Messico, Jesús Murillo Karam, diffonde la notizia dell’arresto di quattro persone per la scomparsa degli studenti e del ritrovamento di altre quattro fosse comuni a Iguala, Guerrero.
14 – I funzionari della Procura generale del Messico dichiarano che 28 dei corpi trovati nella prima fossa comune non appartengono agli studenti.
15 – La polizia di Iguala trova altre sei fosse comuni nella zona.
16 – Enrique Peña Nieto afferma che la soluzione del caso è una “priorità” per lo stato messicano.
17 – Il procuratore generale del Messico, Jesús Murillo Karam, annuncia l’arresto del presunto capo della cartello della droga Guerreros Unidos, Sidronio Casarrubias Salgado, in relazione alla sparizione degli studenti.
Karam diffonde la notizia dell’arresto di 36 agenti della polizia municipale dalle città di Iguala e Cocula, nello stato del Guerrero, oltre all’arresto di 17 membri di bande criminali e del ritrovamento di altre tre fosse comuni a Iguala.
22 – Murillo Karam afferma che il sindaco di Iguala, José Luis Abarca, e sua moglie hanno ordinato l’attacco contro gli studenti.
23 – Il governatore dello stato del Guerrero, Angel Aguirre, si dimette.
29 – Le famiglie degli studenti scomparsi incontrano il presidente Enrique Peña Nieto a Città del Messico per la prima volta.
Novembre
4 – Il sindaco di Iguala, José Luis Abarca, e sua moglie, María de los Angeles de Pineda, vengono arrestati a Città del Messico. Abarca viene inviato in un carcere di massima sicurezza.
7 – Il governo messicano sostiene che gli studenti sono stati uccisi da membri del cartello della droga locale, Guerreros Unidos, e che i loro corpi sono stati bruciati in una fossa comune.
11 – Esperti forensi argentini affermano che nessuno dei resti ritrovati a Cocula, Iguala e La Parota è identificato.
12 – I rappresentanti del governo messicano e i parenti degli studenti firmano un accordo per la creazione di un gruppo di esperti nominato dalla Commissione interamericana per i diritti umani per supportare le indagini.
18 – Il direttore del Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulle sparizioni forzate o involontarie, Ariel Dulitzky, afferma che: “Non c’è capacità di analisi e di intelligence, questo dimostra che lo stato o non ha la mancanza di volontà, o se è davvero disposto, è incapace di indagare, processare e sanzionare casi di sparizione forzata”.
24 – I parenti di altre persone scomparse a Iguala prima del 26 settembre 2014 trovano altre otto fosse comuni nella zona.
Esperti forensi argentini riferiscono che tre dei 30 corpi trovati nelle fosse comuni a Pueblo Viejo, nel comune di Iguala, non appartengono agli studenti.
27 – Il presidente Peña Nieto annuncia un piano in 10 passi per riformare la polizia e la magistratura. Si propone la creazione di 32 corpi di polizia statale e di eliminare più di 1800 squadre della polizia municipale che, sostiene, potrebbero essere colluse con la criminalità organizzata.
Dicembre
6 – Il team di antropologia forense argentina conferma che un frammento osseo trovato in una fossa comune appartiene a uno degli studenti, Alexander Mora Venancio di 19 anni.
7 – Murillo Karam conferma l’identificazione di Alexander Mora Venancio e conferma l’inchiesta per sparizioni forzate a carico dell’ex sindaco di Iguala, José Luis Abarca, e di sua moglie.
Esperti forensi argentini sostengono che non ci sono prove sufficienti a sostegno della teoria che i resti trovati nel fiume Cocula siano stati bruciati in una fossa comune.
Gennaio 2015
14 – Il sindaco di Iguala è formalmente accusato di essere il mandante della sparizione forzata dei 43 studenti. Tomas Zeron, direttore del dell’indagine condotta dalla procura generale del Messico, sostiene che tutte le indagini sono state chiuse.
27 – Jesús Murillo Karam afferma che tutti gli studenti sono stati uccisi e ridotti in cenere in una fossa comune a Cocula.
Febbraio
1 – Diversi agenti di polizia e membri di bande criminali detenuti sostengono di esser stati torturati affinché confessassero il loro coinvolgimento nella scomparsa degli studenti.
7 – Gli esperti forensi argentini ribaltano la teoria ufficiale sostenendo che le sue conclusioni sono premature e fondate su prove non obiettive. Gli esperti spiegano che, mentre non ci sono prove forensi che colleghino gli studenti scomparsi con i resti umani trovati nella discarica a Cocula, esistono indicazioni chiare che almeno alcuni dei resti ritrovati appartengono a vittime non relative a questo caso.
27 – Il procuratore generale del Messico Jesús Murillo Karam è sostituito da Arely Gómez, senatrice del partito di governo, il Pri.
Aprile
8 – La testimonianza di due autisti degli autobus è accolta per la prima volta, a seguito di una raccomandazione degli esperti indipendenti designati dalla Commissione interamericana per valutare l’inchiesta.
15 – Il gruppo di esperti nominato dalla Commissione interamericana per i diritti umani informa la Procura generale della Repubblica della esistenza di un quinto autobus non incluso finora nelle indagini.
Luglio
29-30 – Vestiti presenti sulla scena sono finalmente analizzati dopo una raccomandazione degli esperti indipendenti per la valutazione delle indagini.
Settembre
6 – Un nuovo rapporto del gruppo di esperti nominato dalla Commissione interamericana per i diritti umani sulle indagini della scomparsa degli studenti critica la teoria secondo la quale i loro corpi sarebbero stati inceneriti nella fossa comune, come sostenuto dalle autorità e mette in evidenza gravi carenze nelle indagini del caso, tra cui errori grossolani nella gestione delle prove.
Il presidente Peña Nieto afferma che la loro indagine è ancora aperta.
16 – Le autorità informano i media di una nuova possibile identificazione di alcuni resti come appartenenti a Jhosivani Guerrero de la Cruz.
17 – Gli esperti del team argentino di antropologia forense (Equipo Argentino de Antropología Forense, Eaaf) ha chiarito che la coincidenza genetica trovata durante i test del Dna non è sufficientemente elevata per poter essere considerata una identificazione positiva di Jhosivani Guerrero de la Cruz.
43: gli studenti arrestati e vittime di sparizione forzata ad opera della polizia il 26 settembre
6: le persone vittime di esecuzione extragiudiziale quella stessa notte (tre studenti e tre estranei ai fatti)
25: i feriti nella stessa occasione
42: gli studenti di cui non si ha ancora traccia
1: lo studente ucciso, il 19enne Alexander Mora Venancio, la cui morte è stata confermata il 6 dicembre 2014 dopo un test del Dna condotto da esperti dell’Università di Innsbruck, Austria
110: gli arresti eseguiti
0: le condanne seguite agli arresti
70 (almeno): le fosse comuni venute alla luce nei pressi di Iguala dopo la sparizione forzata degli studenti
104: i resti umani ritrovati in queste fosse comuni
26.500: la stima del numero delle persone scomparse o disperse in Messico negli ultimi anni, quasi la metà delle quali sotto l’attuale presidenza di Peña Nieto.
6: il numero delle condanne a livello federale da quando, nel 2001, la sparizione forzata è diventata un reato federale.