Sparizione dei 43 studenti di Ayotzinapa: quattro anni dopo chiediamo ancora verità

25 Settembre 2018

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Sono passati quattro anni da quella terribile notte del 26 settembre 2014 a Iguala, città del Messico nello Stato di Guerrero, nella quale 6 studenti vennero assassinati, 5 feriti e altri 43 furono fatti sparire. Tutti appartenevano alla scuola rurale di Ayotzinapa.

Quella notte fu la polizia ad attaccare gli studenti. Dopo quattro anni di tentativi di nascondere la verità sulla sparizione forzata dei 43 studenti, il governo del presidente Enrique Peña Nieto ha l’ultima sua possibilità di assumere iniziative adeguate e smettere di ostacolare l’istituzione di una commissione speciale d’indagine.

Nonostante le intense pressioni locali e internazionali, comprese quelle delle famiglie degli scomparsi, la sorte di questi ultimi rimane sconosciuta così come resta oscuro quanto precedette e consentì queste gravi violazioni dei diritti umani.

Il mondo sta guardando il Messico e attende che il governo finalmente riconosca i diritti delle vittime consentendo l’istituzione di una commissione speciale d’indagine che potrebbe scoprire la verità su quanto accadde quattro anni fa e dare giustizia ai 43 studenti di Ayotzinapa e alle loro famiglie“, ha dichiarato Erika Guevara-Rosas, direttrice per le Americhe di Amnesty International.

Chiediamo alle autorità messicane di indagare in modo imparziale su tutte le violazioni commesse in questo caso, collaborare con i team internazionali di esperti e adottare misure per prevenire rapimenti e sparizioni forzate e porre fine all’impunità.

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Le sparizioni forzate in Messico

Negli ultimi quattro anni il numero delle vittime di sparizione forzata è salito da 22.000 a 37.000.

Poco dopo la sparizione dei 43 studenti, il 16 ottobre 2014, il presidente Peña Nieto dichiarò che risolvere il caso era una priorità per lo stato messicano. Da allora, tuttavia, il governo ha deciso di affermare pubblicamente di aver scoperto la verità, attraverso una ricostruzione dei fatti che è stata ripetutamente dichiarata falsa da esperti internazionali e organizzazioni locali per i diritti umani.

Nel giugno 2018 un tribunale federale ha ordinato l’istituzione di una commissione speciale d’indagine, una sentenza che il governo ha tentato di sabotare presentando quasi 200 ricorsi legali per impedirne l’attuazione.

Il governo di Peña Nieto ha di nuovo voltato le spalle di fronte a quella che oggi pare essere l’unica strada percorribile verso la verità. In questo modo ha mostrato doppiamente che non ha la volontà di risolvere questo caso“, ha commentato Tania Reneaum, direttrice generale di Amnesty International Messico.

Il rapporto delle Nazioni Unite

Uno schiacciante rapporto delle Nazioni Unite sulle indagini svolte dal governo messicano sulla sparizione forzata di 43 studenti di Ayotzinapa rivela che persone sospettate di essere coinvolte nella vicenda sono state vittima di detenzione arbitraria e di tortura e che delle prove sono state alterate o nascoste.

Il rapporto diffuso oggi dall’Ufficio dell’Alto commissario Onu per i diritti umani (Ohchr) denuncia che nel corso delle indagini della Procura generale sono state commesse molteplici violazioni dei diritti umani, tra cui 34 casi di detenzione arbitraria e tortura e la possibile esecuzione extragiudiziale di un sospetto, Emmanuel Alejandro Blas Patiño, torturato a morte da soldati della Marina militare il 27 ottobre 2014.

L’Ohchr sostiene inoltre che le autorità messicane hanno violato il diritto alla verità e alla giustizia, segnala irregolarità nelle indagini svolte al fiume San Juan e gli ostacoli a un’inchiesta interna alla Procura sulle detenzioni illegali.