Aggiornamento 15/10/2017 Il 12 ottobre 2017 l’attivista per i diritti umani Ahmed Douma ha ottenuto l’annullamento della condanna a 25 anni inflittagli nel 2015 per aver preso parte, nel dicembre 2011, a Occupy Cabinet, una serie di proteste convocate di fronte alla sede del governo contro la nomina del nuovo primo ministro Kamal al-Ganzouri: proteste terminate con oltre 10 morti e più di 800 feriti tra i manifestanti. La Corte di cassazione ha ordinato un nuovo processo.
Il 4 febbraio il Tribunale amministrativo del Cairo ha deciso di rinviare al 16 maggio l’udienza per il ricorso di Ahmed Douma contro la sua prolungata detenzione in isolamento. È attualmente detenuto in pessime condizioni dal 3 dicembre 2013, presso il carcere di Tora, a sud del Cairo.
In base a quanto riportato dalla sua famiglia e dai suoi avvocati, Ahmed è in isolamento da oltre tre anni, privato di significativi contatti umani. Questa è una violazione dei suoi diritti in base alla legislazione internazionale sui diritti umani, che limita la detenzione in isolamento a 15 giorni. La sua prolungata detenzione in isolamento ed il limitato accesso alle cure mediche sono trattamenti crudeli, inumani e degradanti.
Firma ora per chiedere di porre fine immediatamente all’isolamento di Ahmed e assicurargli condizioni umane di detenzione.
Ahmed Douma è un attivista politico egiziano che è stato arrestato e processato più volte per il suo attivismo. Ha affrontato procedimenti giudiziari nel 2009, durante la presidenza di Hosni Mubarak nel 2012, sotto la reggenza del Consiglio supremo delle forze armate (Scaf) e nel 2013, durante la presidenza di Mohamed Morsi, quando un tribunale di Tanta lo condannò a sei mesi di prigione per “offese al presidente”.
Il suo ultimo arresto è avvenuto il 3 dicembre 2013 a casa sua. È detenuto da allora. La procura lo ha accusato di proteste illegali e di assalti contro agenti di polizia.
Il 22 dicembre 2013, il tribunale per il fallimento Abdeen del Cairo ha condannato Ahmed Douma, insieme a due altri attivisti politici, Ahmed Maher e Mohamed Adel, a tre anni di carcere a causa della partecipazione a proteste non autorizzate.
Nei primi mesi del 2017, questi ultimi sono stati rilasciati in libertà vigilata. Per un periodo di tre anni, dovranno però essere detenuti nella stazione di polizia del loro quartiere per 12 ore ogni giorno.
Il 9 dicembre 2014, il presidente della Corte penale del Tribunale del Cairo ha condannato Ahmed Douma a tre anni di carcere e ad una multa di 10.000 lire egiziane (circa 550 euro), con l’accusa di oltraggio alla corte.
Il 4 febbraio 2015, lo stesso Tribunale ha condannato l’attivista, insieme a 229 persone, al carcere a vita, pari a 25 anni di carcere, e a una multa di 17 milioni di lire egiziane (circa 940.000 euro), dopo averli giudicati colpevoli di aver partecipato a una protesta violenta nel mese di dicembre 2011. Ahmed Douma sta attualmente impugnando le due sentenze.
Ahmed Douma è detenuto in condizioni pessime. Secondo la sua famiglia, la sua cella è accanto ad una fogna che genera odori sgradevoli e attrae insetti nella cella.
Non gli è consentito di lasciare la sua cella per più di due ore al giorno. Durante questo periodo può solo fare esercizi da solo, quando gli altri detenuti hanno già lasciato il cortile.
Gli viene permesso di incontrare la propria famiglia solo quando gli altri detenuti hanno lasciato la stanza delle visite della prigione. Non gli è permesso di recarsi nel luogo di culto della prigione o in biblioteca.
Ahmed Douma è in cattive condizioni di salute. Da più di un anno soffre di dolore al ginocchio e, negli ultimi due mesi, di dolori alla schiena. La famiglia ha aggiunto che, a seguito della detenzione in isolamento, soffre di insonnia e di mal di testa cronici a causa della mancanza di sonno. Malgrado i medici della prigione raccomandino da oltre un anno che Ahmed Douma sia inviato in un ospedale fuori dalla prigione, l’amministrazione carceraria continua ad ignorare questa richiesta.
La famiglia di Ahmed Douma ha presentato una serie di denunce al Consiglio nazionale per i diritti Umani, al Comitato per i diritti umani del parlamento, al procuratore generale e al Ministero degli interni contro la sua reclusione in isolamento e contro il rifiuto di consentire le sue cure in un ospedale esterno. Ad oggi non hanno ancora ricevuto risposta.
Per quanto riguarda le attuali condizioni di detenzione di Ahmed Douma, l’amministrazione penitenziaria lo ha tenuto in isolamento in violazione dei regolamenti interni delle prigioni. È stato tenuto in isolamento per oltre tre anni. Non è stato formalmente informato delle ragioni del suo isolamento, né è stato garantito il suo diritto a contestare le accuse che giustificano l’isolamento.
L’amministrazione della prigione di Tora ha anche omesso di fornire ad Ahmed Douma la sorveglianza medica richiesta come specificato nei regolamenti del carcere.
La detenzione in isolamento è disciplinata dai regolamenti interni delle prigioni, che ne limitano la durata a sei mesi. Tali regolamenti sono stati modificati due volte negli ultimi tre anni. Più recentemente, il 16 febbraio 2017, il limite massimo per la detenzione in isolamento, inizialmente fissata a 15 giorni, è stata elevata a sei mesi. Il regolamento indica 10 regole la cui violazione giustifica l’uso della detenzione in isolamento. L’amministrazione penitenziaria deve anche informare i detenuti della ragione della loro detenzione in isolamento e fornire loro la possibilità di ricorrere contro di essa. Il regolamento prevede, inoltre, che il medico della prigione visiti i detenuti su base giornaliera.
Le Regole delle Nazioni Unite sullo standard minino per il trattamento dei prigionieri (le regole di Nelson Mandela) proibiscono l’uso di detenzione in isolamento prolungata, definita come detenzione in isolamento per un periodo di tempo superiore a 15 giorni consecutivi, insistendo che in nessuna circostanza le restrizioni o le sanzioni disciplinari posso giustificare la tortura o altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti.
sono un sostenitore di Amnesty International, l’organizzazione non governativa che dal 1961 lavora per difendere i diritti umani ovunque siano violati.
La sollecito a porre fine immediatamente alla detenzione in isolamento di Ahmed Douma ed ad assicurarsi che egli sia tenuto in condizioni umane.
La invito ad assicurarsi che Ahmed Douma abbia immediato accesso a cure mediche adeguate, incluso il ricovero in un ospedale fuori dalla prigione, se necessario.
La sollecito a porre fine alla pratica della detenzione in isolamento prolungata, che è proibita dalle Regole delle Nazioni Unite sullo standard minino per il trattamento dei prigionieri (le regole di Nelson Mandela).
Chiediamo il rilascio immediato e incondizionato di tutti coloro che sono stati arrestati solo per aver esercitato i diritti alla libertà di espressione e di manifestazione pacifica
In un nuovo rapporto sull'Egitto intitolato “Stato d’eccezione permanente”, riveliamo le complicità della Procura suprema nelle sparizioni forzate, nella privazione arbitraria della libertà, nei maltrattamenti e nelle torture.
L'esame da parte del Consiglio Onu dei diritti umani è un'occasione d'oro per la comunità internazionale per chiedere conto alle autorità egiziane della disastrosa situazione dei diritti umani.
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