Marielle Franco è stata uccisa nel quartiere Estacio di Rio de Janeiro la notte tra il 14 e il 15 marzo 2018. Nell’agguato ha perso la vita anche il suo autista mentre un addetto stampa è rimasto ferito.
Marielle aveva 38 anni ed era un’attivista per i diritti umani.
In prima linea nel denunciare gli abusi della polizia e le esecuzioni extragiudiziali, nel 2016 era stata eletta nel consiglio comunale di Rio de Janeiro.
Come membro della Commissione statale per i diritti umani di Rio de Janeiro, Marielle ha lavorato instancabilmente per difendere i diritti delle donne nere, dei giovani nelle favelas, delle persone Lgbti e di altre comunità emarginate.
Due settimane prima del suo omicidio era stata relatrice per una commissione speciale che il consiglio comunale ha creato per monitorare l’intervento federale in corso a Rio de Janeiro e la militarizzazione della sicurezza pubblica.
Il suo omicidio è un altro esempio dei pericoli che i difensori dei diritti umani devono affrontare in Brasile.
Il governo brasiliano non può lasciare che i difensori dei diritti umani vengano uccisi impunemente. Chiedi anche tu giustizia per Marielle Franco!
Sempre più spesso in Brasile vengono schierate truppe dell’esercito per svolgere funzioni ordinarie di mantenimento dell’ordine pubblico.
Nonostante le numerose denunce, le autorità brasiliane non hanno ancora provveduto ad adottare opportune misure per ridurre l’elevata percentuale degli omicidi tra i giovani uomini di colore, il cui numero è aumentato nelle principali città del paese, specialmente nel nord-est.
Secondo i dati raccolti a livello nazionale e pubblicati durante l’anno dal Forum brasiliano per la sicurezza pubblica, solo nel 2016 sono state uccise 61.619 persone, di cui 4.657 donne.
Le politiche in materia di pubblica sicurezza continuano a fare affidamento sugli interventi della polizia schierata in assetto militare, motivati principalmente dalla cosiddetta “guerra alla droga”.
A gennaio 2017, il ministero della Giustizia ha annunciato un programma di sicurezza nazionale avente come principali obiettivi la riduzione del numero degli omicidi, la lotta al narcotraffico e lo studio di una riforma del sistema penitenziario. Tuttavia, le autorità non hanno mai presentato né implementato un programma articolato ed esauriente e durante l’anno c’è stato un peggioramento della situazione della pubblica sicurezza.
In varie città sono aumentati i casi di “pluriomicidi” (eventi singoli con più di tre vittime) e i cosiddetti “chacinas” (pluriomicidi con le caratteristiche di un’esecuzione).
Le autorità spesso non hanno provveduto a indagare adeguatamente questi casi.
Il 5 gennaio 2017, otto uomini sono stati uccisi da un gruppo di individui armati a Porto Seguro, nello stato di Bahia. Il 3 giugno dello stesso anno, sei uomini sono stati uccisi all’interno di una casa da individui armati e incappucciati a Porto das Dunas a Fortaleza, nello stato di Ceará. Il 6 giugno, quattro uomini e una donna sono stati uccisi e altre nove persone sono rimaste ferite da un commando formato da 10 uomini armati e incappucciati, che ha assaltato un bar di Belem, nello stato del Pará. Il 22 settembre, sei giovani di età compresa tra 16 e 23 anni sono stati uccisi a Grande Natal, nello stato di Rio Grande do Norte. Nel quartiere di Bom Jardim di Fortaleza, nello stato di Ceará, cinque persone sono state uccise e altre tre sono rimaste ferite il 20 febbraio e quattro giovani di età compresa tra i 14 e i 20 anni sono stati uccisi all’interno di una casa l’8 ottobre. Nella maggior parte dei casi, i responsabili non sono stati identificati.
Le operazioni condotte dalla polizia nelle favelas e nelle aree più disagiate si sono spesso concluse con intensi scontri a fuoco e morti.
Continuavano a mancare statistiche precise riguardanti le persone uccise per mano della polizia, in quanto a livello statale i verbali erano spesso incompleti e basati su metodologie differenti; tuttavia, le cifre fornite dalle autorità indicavano un complessivo aumento di questo tipo di uccisioni in tutto il Brasile.
Secondo dati ufficiali, le persone uccise per mano di poliziotti in servizio attivo sono state 494 nello stato di São Paulo tra gennaio e settembre e, tra gennaio e novembre, 1.035 nello stato di Rio de Janeiro e 148 nello stato di Ceará.
I difensori dei diritti umani, specialmente quelli delle aree rurali, continuano a essere vittime di minacce, aggressioni e omicidi.
Gli stati del Pará e di Maranhão sono tra quelli in cui i difensori sono maggiormente a rischio.
Secondo la coalizione della società civile Comitato brasiliano per i difensori dei diritti umani, tra gennaio e settembre 2017 sono stati uccisi 62 attivisti, un dato in aumento rispetto all’anno precedente.
La maggior parte è stata uccisa nel contesto di dispute sulla terra e sulle risorse naturali.
I tagli di bilancio e la mancanza di volontà politica di dare priorità alla protezione dei difensori dei diritti umani hanno determinato lo smantellamento del programma nazionale di protezione, lasciando centinaia di attivisti esposti a un rischio ancora maggiore di attacchi.
General Richard Fernandez Nunes
Public Security Secretary of the State of Rio de Janeiro
Praça Cristiano Ottoni, s/nº, 4º andar, Centro (referência: Prédio da Central do Brasil)
Rio de Janeiro. CEP: 20.221-250
Brazil
Rivaldo Barbosa
Chief of the Civil Police of the State of Rio de Janeiro
Rua da Relação, 42 -12º andar -Centro
Rio de Janeiro. CEP: 20231-900
Brazil
Egregio Segretario,
Egregio Capo della Polizia Civile
mi rivolgo a Voi in quanto sostenitore di Amnesty International, l’organizzazione non governativa che dal 1961 lavora in difesa dei diritti umani, ovunque siano violati.
Vi chiedo di assicurare un’indagine tempestiva, approfondita, imparziale e indipendente sull’uccisione di Marielle Franco che conduca all’identificazione di tutti i responsabili della sua uccisione e alle motivazioni alla base dell’omicidio.
Vi chiedo di assicurare che le indagini producano prove concrete in modo che l’Ufficio della pubblica accusa possa perseguire formalmente i responsabili e portarli in giudizio.
Vi chiedo inoltre di garantire che la Polizia Civile dia priorità a questo caso e che abbia accesso a tutte le risorse necessarie per portare avanti l’indagine (risorse umane, esperti forensi, risorse tecnologiche e risorse finanziarie) e che l’indagine sia condotta seguendo tutti gli standard etici.
Vi ringrazio per l’attenzione.