Omicidio di Marielle Franco: arrestato Maxwell Simões Corrêa

12 Giugno 2020

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Brasile: arresto di Maxwell Simões Corrêa un importante passo aventi nelle indagini, ma ancora mancano risposte su chi ordinò la morte di Marielle e perché

La polizia civile dello stato di Rio de Janeiro il 10 giugno ha eseguito una serie di mandati di perquisizione e di sequestro in relazione alle indagini sulle barbare uccisioni della difensora dei diritti umani Marielle Franco e del suo autista Anderson Gomes. L’operazione si è conclusa con l’arresto del vigile del fuoco Maxwell Simões Corrêa, accusato di aver nascosto le armi utilizzate per l’omicidio e di complicità con Ronnie Lessa, la persona che ha sparato. L’arresto di Simões Corrêa rappresenta un importante passo in avanti e speriamo che aiuti a rispondere agli interrogativi più importanti: chi ha ordinato l’omicidio di Marielle e perché?

Marielle Franco è stata uccisa il 14 marzo 2018 in un agguato accuratamente pianificato per molti mesi. Le indagini della polizia e del pubblico ministero dello stato di Rio de Janeiro sono riuscite a portare all’identificazione di due persone sospettate di aver commesso il reato, Elcio de Queiroz e Ronnie Lessa, attualmente sotto processo. Inoltre, è stato rilevato il coinvolgimento indiretto di altre persone, che hanno nascosto armi e intralciato le indagini.

Amnesty International ha seguito da vicino il caso sin dal principio, organizzando subito dopo l’assassinio iniziative ogni giorno 14 di ciascun mese, facendo pressione alle autorità e mobilitando persone. L’associazione ha incontrato le autorità, tra le quali il governatore dello stato Wilson Witzel e il capo della procura generale di Rio de Janeiro, José Eduardo Gussem. A questi incontri hanno partecipato anche i familiari della consigliera assassinata. A un anno dall’omicidio, grazie alla mobilitazione nazionale e internazionale, è stata presentata alle autorità una petizione con 780.000 firme per chiedere la risoluzione del caso.

Sebbene l’arresto dei due killer e delle persone a essi collegate costituisca un passo importante per affermare il diritto alla verità e alla giustizia per le famiglie di Marielle e Anderson, questo non risolve il caso né garantisce maggiore sicurezza per gli altri difensori dei diritti umani in Brasile, che resta uno dei paesi più pericolosi del mondo per chi difende i diritti umani. Deve inoltre essere garantita la sicurezza di tutte le persone coinvolte nelle indagini, soprattutto dei familiari delle vittime, dei testimoni e degli investigatori.

Ogni giorno in più in cui le persone collegate alla sparatoria restano impunite rappresenta una minaccia all’eredità di Marielle e mette in pericolo il lavoro e le vite di tantissimi altri difensori dei diritti umani nel paese.

Chiediamo nuovamente alle autorità che siano assicurati alla giustizia tutti i responsabili degli omicidi di Marielle e Anderson e venga data la massima priorità alla scoperta della verità: la risoluzione di un crimine così violento è di particolare importanza e interesse per la società brasiliana e per la comunità internazionale. Amnesty International continuerà a insistere chiedendo indagini trasparenti, indipendenti e imparziali per scoprire chi ha ucciso Marielle e perché.

Tutte le persone coinvolte, gli autori materiali e i mandanti, devono essere assicurati alla giustizia attraverso un processo equo e in linea con gli standard internazionali. E, sebbene la tempestività di un dovuto processo sia stata ormai compromessa, essendo trascorsi già due anni dal crimine, è di fondamentale importanza che governo e autorità si impegnino pubblicamente a fare tutto ciò che è in loro potere per risolvere il caso.