Aggiornato il 17 marzo 2022 – La notizia del ritorno in libertà dei cittadini con passaporto iraniano e britannico Nazanin Zaghari–Ratcliffe e Anoosheh Ashoori è una notizia fantastica, anche se tardiva, secondo Amnesty International.
Nazanin Zaghari-Ratcliffe e Anoosheh Ashoori, lei arrestata nel 2016 e lui nel 2017, non sarebbero mai dovuti finire in carcere. Sono stati invece accusati di reati contro la sicurezza nazionale, una tattica tipica delle autorità iraniane, e usati come mezzi di scambio per cercare di ottenere il massimo sul piano diplomatico dalla loro prigionia.
Aggiornato il 27 aprile 2021 – Il 7 marzo 2021, al termine della condanna di cinque anni dopo un processo iniquo avvenuto nel 2016, il dispositivo elettronico di sicurezza dalla caviglia a Zaghari-Ratcliffe (42 anni) è stato rimosso. Tuttavia, nel corso della stessa giornata, le è stato anche consegnato un ordine di comparizione dinanzi al Tribunale rivoluzionario per il giorno 14 marzo, per un nuovo procedimento nei suoi confronti; durante l’udienza il suo avvocato ha appreso che la decisione del tribunale sarebbe giunta in una settimana. E così è stato: Nazanin Zaghari-Ratcliffe è stata condannata ad un nuovo anno di detenzione per “propaganda contro il sistema”. Si tratta di una notizia terribile e di un’ulteriore prova della tremenda crudeltà del regime iraniano.
Dopo mesi di detenzione in isolamento senza poter contattare un avvocato, nel settembre 2016 è stata condannata a cinque anni di carcere per “appartenenza a un gruppo illegale”. Nazanin è accusata di aver partecipato alla “definizione e alla realizzazione di progetti multimediali e informatici finalizzati alla caduta ‘morbida’ del governo“.
Le accuse contro di lei sono infondate: fino al momento del suo arresto Nazanin lavorava come project manager della Thomson Reuters Foundation, un ente non-profit che promuove il progresso socio-economico, il giornalismo indipendente e lo stato di diritto.
Nel corso di questi anni in carcere le condizioni fisiche e psichiche di Nazanin sono peggiorate. Dopo la condanna, la disperazione è arrivata a tal punto che Nazanin ha scritto al marito confessandogli di pensare al suicidio. Recentemente ha sviluppato noduli al seno e secondo il marito Richard, che da Londra porta avanti la campagna per la scarcerazione, non riceve cure mediche adeguate.
Nonostante le precarie condizioni fisiche, Nazanin ha più volte scioperato in carcere, rifiutandosi di mangiare. Il suo ultimo sciopero della fame è iniziato a gennaio 2018.
Proprio a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute, Nazanin è stata trasferita dalla prigione di Evin al reparto psichiatrico dell’ospedale Imam Khomeini, nella capitale Teheran.
Il fatto che questa decisione sia stata presa senza coinvolgere la famiglia lascia capire che l’obiettivo non fosse tanto quello di prendersi cura di Nazanin quanto di esercitare pressione sulle autorità britanniche.
Il 18 marzo 2020 le autorità iraniane hanno annunciato che verranno graziati tutti i prigionieri condannati per reati contro la “sicurezza” – molti dei quali dunque per motivi politici – a un massimo di cinque anni. Inoltre, coloro che hanno ottenuto permessi nelle ultime settimane non rientreranno in carcere. Tra questi casi, c’è anche Nazanin Zaghari-Ratcliffe.
L’annuncio è arrivato alla vigilia del Capodanno persiano e di due festività islamiche ma anche alla luce “della situazione sensibile” del paese, un chiaro riferimento alla diffusione del Covid-19.
A seguito dell’arresto avvenuto il 3 aprile 2016, Nazanin è stata tenuta in isolamento per 45 giorni e non ha potuto vedere un avvocato, pur essendo stata più volte interrogata, fino a tre giorni prima dell’inizio del suo processo.
Il 15 giugno 2016, l’Unità Sarollah delle Guardie Rivoluzionarie nella città di Kerman ha rilasciato una dichiarazione dicendo che Nazanin Zaghari Ratcliffe aveva partecipato “nella definizione e realizzazione di supporti e progetti informatici finalizzati ad un rovesciamento moderato del governo“. “Essa – ha aggiunto – è una delle figure di spicco delle istituzioni ostili e ha effettuato attività criminale nel corso degli ultimi anni, sotto la guida e il sostegno dei media e servizi segreti di governi stranieri“.
Inoltre, sempre nel mese di giugno, il capo del dipartimento di giustizia della provincia di Kerman, Yadollah Movahed, ha detto che tra il 2014 e 2015 le autorità avevano identificato e successivamente arrestato attivisti di “una delle reti che avevano condotto azioni contro la sicurezza del paese durante la sedizione del 2009 [riferendosi alle proteste per le elezioni post-presidenziali] attraverso la progettazione di vari siti web e la realizzazione di campagne sui media“. Ha detto che alcuni membri di questo gruppo erano stati all’estero anche nel Regno Unito, e ha accusato Nazanin Zaghari Ratcliffe di essere una di loro.
Il 6 settembre 2016, facendo seguito ad un processo iniquo, il giudice che presiede la Sezione 15 del Tribunale rivoluzionario di Teheran ha annunciato all’avvocato di Nazanin Zaghari Ratcliffe che era stata condannata a cinque anni di carcere.
Le autorità iraniane non hanno ancora consentito a Nazanin Zaghari Ratcliffe di ricevere visite da parte di funzionari consolari britannici.
La posizione di Nazanin si è ulteriormente aggravata a seguito delle dichiarazioni rilasciate a novembre 2017 dal ministro degli esteri inglese, Boris Johnson, che ha erroneamente sostenuto che Nazanin Zaghari-Ratcliffe era in Iran per insegnare in un corso di giornalismo. Il ministro ha successivamente corretto il suo errore chiarendo che la donna era in Iran per incontrare la sua famiglia. Tuttavia, le sue dichiarazioni sono state utilizzate come nuove prove contro di lei. Ora deve affrontare nuove accuse penali, infondate quanto le prime.
In questi anni più di una volta le condizioni di salute di Nazanin hanno destato forti preoccupazioni.
Subito dopo il suo arresto, a seguito dei giorni passati in isolamento, il suo stato di salute si è talmente deteriorato che le autorità hanno autorizzato una visita di famiglia di emergenza.
Dopo la condanna a cinque anni di carcere, la disperazione è arrivata a tal punto che Nazanin ha confessato al marito che stava pensando al suicidio.
Nazanin lamenta inoltre dolori alle braccia, al collo, alla schiena e ha limitata capacità di movimento alle braccia. Un neurologo indipendente, durante una vista medica esterna al carcere, ha consigliato un ricovero immediato per controlli e trattamenti specifici, senza i quali la donna rischia danni permanenti. Nonostante questo, è stata costretta a far ritorno in carcere il giorno stesso.
Più di recente, ha sviluppato noduli al seno e secondo il marito Richard non riceve cure mediche adeguate.
Nel corso di questi mesi in carcere, Nazanin ha più volte fatto scioperi della fame. L’ultimo dei quali è iniziato a gennaio 2018.
A luglio 2019 Nazanin è stata trasferita nel reparto psichiatrico dell’ospedale Imam Khomeini, nella capitale Teheran.
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Ayatollah Sayed ‘Ali Khamenei
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Eccellenza,
Sono un sostenitore di Amnesty International, l’organizzazione non governativa che dal 1961 lavora indifesa dei diritti umani, ovunque siano violati.
Le chiedo di rilasciare immediatamente e senza condizioni Nazanin Zaghari Ratcliffe, essendo una prigioniera di coscienza detenuta solo per aver esercitato pacificamente il suo diritto alla libertà di espressione e di associazione.
La esorto, nel frattempo, a garantire che sia protetta da ogni forma di tortura e altri maltrattamenti e che le siano concesse le cure mediche necessarie.
Le chiedo di concederle un contatto regolare e continuo con un avvocato indipendente di sua scelta, oltre a visite e telefonate alla sua famiglia, tra cui il marito e la figlia.
Chiedo alle autorità di concedere al Consolato britannico di poterla incontrare durante la detenzione.
Grazie per l’attenzione.