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Il 7 marzo, al termine della condanna a cinque anni di carcere per reati inesistenti, alla cittadina irano-britannica Nazanin Zaghari-Ratcliffe è stato rimosso il braccialetto elettronico.
Tuttavia, invece di organizzare il suo rientro a Londra dove l’attendono il marito Richard e la figlioletta Gabriella, Nazanin dovrà rimanere a disposizione delle autorità giudiziarie iraniane per rispondere, entro pochi giorni, a una convocazione in tribunale per non meglio precisate accuse.
“Dopo tutto ciò che ha passato, ecco un altro esempio di crudeltà premeditata ai danni di Nazanin. Condannata al termine di un processo irregolare, ora questa nuova incriminazione rischia di ritardare ulteriormente il suo rilascio. Il governo di Londra deve agire. Questa storia finirà solo quando Nazanin avrà riavuto il suo passaporto e sarà salita a bordo di un volo verso casa”, ha dichiarato Kate Allen, direttrice di Amnesty International Regno Unito.
Nazanin Zaghari-Ratcliffe, 41 anni, è stata arrestata all’aeroporto Imam Khomeini di Teheran nell’aprile del 2016 mentre stava per imbarcarsi su un volo per rientrare nel Regno Unito dopo una visita alla sua famiglia in Iran.
Dopo essere stata detenuta per oltre cinque mesi, di cui i primi 45 giorni in isolamento senza avere la possibilità di mettersi in contatto con il proprio legale, Zaghari-Ratcliffe ha subito un processo profondamente iniquo ed è stata condannata a cinque anni di carcere per “appartenenza a un gruppo illegale”.
Le accuse sembravano riguardare il suo impiego presso la Thomson Reuters Foundation, un’organizzazione di beneficenza, e la sua precedente attività lavorativa in qualità di assistente amministrativa per un progetto di beneficenza della BBC.