Srebrenica, 18 anni dopo si aspetta ancora giustizia

11 Luglio 2013

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Le famiglie delle oltre 8000 persone uccise nel genocidio di Srebrenica stanno ancora aspettando giustizia e riparazione, mentre presunti responsabili continuano a vivere nelle stesse comunità delle loro vittime e dei loro familiari.

Il 10 luglio 1995, nel corso della guerra della Bosnia ed Erzegovina, le forze serbo-bosniache attaccarono l’enclave di Srebrenica, dichiarata ‘zona protetta’ dalle Nazioni Unite e in cui migliaia di musulmani bosniaci avevano trovato rifugio. Dopo la presa di Srebrenica, i militari separarono dal resto della popolazione per poi uccidere  deliberatamente almeno 8000 uomini e ragazzi bosniaco-musulmani, seppelliti  in fosse comuni sparse per centinaia di chilometri; molti di questi corpi non sono ancora stati ritrovati.

Quanto successo a Srebrenica 18 anni fa è stato descritto come la peggiore atrocità commessa in Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale ed è stato riconosciuto come genocidio dal Tribunale penale internazionale per l’ex Iugoslavia (Tribunale) e dalla Corte internazionale di giustizia.

Alcuni dei responsabili dei crimini commessi a Srebrenica, compresi  Radovan Karadzic (ex leader serbo bosniaco) e Ratko Mladic (ex generale serbo bosniaco), sono comparsi davanti al Tribunale. I tribunali nazionali e la camera per i crimini di guerra della Corte di stato della Bosnia Erzegovina continuano a perseguire i crimini di diritto internazionale commessi durante la guerra. Tuttavia, gli attacchi verbali contro il sistema giudiziario e la negazione dei questi crimini, compreso il genocidio di Srebrenica, da parte di politici del paese, minano gli sforzi per indagare e perseguire i presunti autori di questi crimini e continuano a violare il diritto delle vittime alla giustizia, alla verità e alla riparazione.

Dopo 18 anni di attesa è il momento per le madri e le famiglie delle vittime di Srebrenica di avere giustizia.

Gli attivisti e le attiviste di Amnesty International non dimenticano e continueranno a ricordare a tutti che solo la fine dell’impunità e il riconoscimento delle violazioni subite possono assicurare una pace vera.

La situazione dei diritti umani in Bosnia ed Erzegovina

 

Le lacrime delle madri di Srebrenica

di Abdulah Sidran

Sarebbe meglio non fosse
piuttosto che sia
così
come oggi è
la nostra Srebrenica

Nulla di morto né di vivente
in lei
può più abitare
Sotto un cielo plumbeo
l’aria di piombo
mai nessuno
ha imparato
a mettersi nei polmoni

Da lei fugge tutto
ciò che ha gambe
con le quali possa
e sappia dove
fuggire
Da lei fugge tutto
anche ciò che da nessuna parte
se non sotto la terra nera
può fuggire