Bilancio sociale

Dalla parte dei diritti umani

L’edizione 2022 del Bilancio sociale rinnova la volontà di raccontare l’operato dell’organizzazione con responsabilità, chiarezza, veridicità e completezza e di rendere conto delle proprie azioni ai portatori d’interesse interni ed esterni: attiviste e attivisti, persone associate e che lavorano per l’organizzazione, partner e istituzioni, soggetti del terzo settore, attori statali e non statali. Muovendo, infatti, dal quadro di adozione delle linee guida per la redazione del Bilancio sociale degli Enti del terzo settore, per decreto promosso dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali del 4 luglio 2019, l’organizzazione ha rafforzato il percorso di elaborazione dei contenuti esposti nel Bilancio sociale, con la prerogativa di esprimere il valore sociale del proprio intervento in tutti gli aspetti significativi.

La descrizione del lavoro per la promozione e la difesa dei diritti umani e dei principali risultati ottenuti è integrata da elementi d’indirizzo strategico, dati di contesto e scenario, testimonianze degli stakeholder e informazioni relative alla struttura organizzativa e al sistema di governo, sul piano nazionale e globale, esponendo i principali meccanismi di funzionamento della democraticità interna e del sistema di gestione dell’operatività. Sono inoltre presenti informazioni sulle persone che lavorano per l’organizzazione e i volontari, sui risultati economico-finanziari e le principali iniziative di comunicazione e di raccolta fondi e informazioni legate alle pratiche e ai processi interni tesi alla tutela, trasparenza e sicurezza dell’organizzazione.

 

I numeri 2022

Le nostre priorità per i diritti umani

Il cambiamento nella vita delle persone e delle comunità è il nostro fine. La complessità delle azioni e reazioni sociali non ci permette un percorso lineare, perché il cambiamento può manifestarsi scevro dalla logica causa-effetto e grazie al contributo di molti.

Riconosciamo, quindi, che il cambiamento per i diritti umani non possa essere il prodotto di un singolo intervento, bensì il risultato di uno sforzo collettivo e sostenuto, intrapreso da una molteplicità di persone e organizzazioni lungo un ampio periodo di tempo.

Creiamo valore e impatto quando il nostro contributo genera un cambiamento significativo nella vita delle persone e delle comunità.

Dal 2022 abbiamo abbracciato nuove priorità che guideranno il nostro lavoro nel mondo e in Italia per essere un Movimento capace di condurre campagne che uniscono temi locali e di portata globale; rafforzare le proprie capacità e competenze per promuovere il cambiamento per i diritti umani; costruire ponti tra i movimenti e le persone, per ascoltare e amplificare le loro voci; rispondere con forza alle crisi dei diritti umani.

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Le nostre sfide

Il 2022 ha visto le persone uscire, progressivamente, dalla pandemia da Covid-19, facendo riemergere il desiderio di incontrarsi, anche per riprendere possesso delle piazze. La speranza che i mesi di restrizioni e isolamento ci avrebbero resi migliori è stata, in gran parte, disattesa.

Il conflitto in Ucraina, che molti speravano si esaurisse in breve tempo, continua a funestare il contesto regionale e globale e ad accelerare il progressivo deterioramento dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Seppure sia il conflitto geograficamente più prossimo a noi e più visibile dal punto di vista mediatico e dell’attenzione della comunità internazionale, allo stesso tempo, numerosi altri conflitti, che attraversano varie regioni del mondo, proseguono, spesso da lunghi anni e verosimilmente proseguiranno, generando distruzione, sofferenze e morte.

Le poche conquiste, spesso ottenute con enormi sforzi, svaniscono nel nulla perché un regime si restaura e in poco tempo rosicchia, se non morde voracemente, qualsiasi diritto economico, sociale e culturale guadagnato a fatica. Come è successo in Afghanistan, in particolare per le donne, oramai escluse da qualsiasi godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali.

L’Italia ha visto deteriorarsi in maniera progressiva alcune delle conquiste frutto di anni di lotte e di campagne portate avanti dalla società civile. L’arrivo poi di un governo di destra ha visto accelerare il processo di indebolimento e svilimento di alcuni dei diritti e delle libertà godute, già avviato da tempo. Decreti limitativi delle libertà di associazione e di riunione, leggi di criminalizzazione delle azioni di solidarietà, attacchi espliciti contro la società civile organizzata colpevole di salvare vite umane. Non solo non sono stati fatti progressi, ma addirittura si è tornati indietro.

Amnesty International invece non si ritrae, insiste che sui diritti umani non si può tornare indietro, e che si può solo avanzare nell’interesse di tutte le persone.

La nuova strategia globale e regionale di Amnesty International, che entra nel vivo proprio a partire dal 2022, segna un grande passo avanti nella consapevolezza che i princìpi di uguaglianza e non discriminazione costituiscano il pilastro sul quale si regge il godimento di tutti gli altri diritti enunciati nella Dichiarazione universale dei diritti umani e in tutte le altre norme e standard internazionali. È per questo che guardiamo al futuro consapevoli di dover continuare a ricercare, documentare, denunciare e contrastare gli attacchi che limitano il godimento dei diritti umani. Proteggo la protesta, ad esempio, una delle campagne prioritarie di Amnesty International a livello globale per i prossimi anni, ci porterà a vigilare affinché le norme e coloro che devono garantirne l’applicazione, siano rispettosi delle libertà di espressione, riunione e associazione e del diritto di manifestare pacificamente il dissenso. Il Movimento globale, in questi anni di continue crisi sociali e dei diritti umani, si è dovuto costantemente plasmare per essere in grado di rispondere prontamente ai cambiamenti. Ciò è avvenuto con la consapevolezza che il lavoro non può essere solo di reazione, ma deve essere piuttosto di previsione dei grossi cambiamenti e dei possibili effetti di tali cambiamenti sul futuro.

Per Amnesty International Italia, il 2022 ha segnato il passaggio da una fase di instabilità, apertasi all’alba del 2021, con la vacatio della Direzione generale, a un periodo di graduale transizione verso un assetto organizzativo più rispondente a standard di buona gestione.

Nei prossimi anni, completato il periodo di transizione, nuove sfide attenderanno il nostro Movimento in Italia. Un Movimento che dovrà necessariamente stare al passo con il contesto ostile e spesso aggressivo nei confronti di chi non accetta la vittoria dell’individualismo sull’universalità dei diritti umani. Per questo Amnesty International Italia avrà bisogno di essere più consapevole, coesa, sinergica negli sforzi e lungimirante.

Sarà necessario lavorare per superare gli ostacoli presenti e avviarci ad essere, in concreto, un Movimento di persone diverse, ma unite dalla comune volontà di generare cambiamenti positivi per i diritti umani.

Le risorse economiche

Amnesty International ha tra i suoi princìpi fondanti la trasparenza e l’indipendenza ed essi guidano anche la raccolta e l’utilizzo delle risorse economiche. Per questo non accetta fondi da enti pubblici, governi e istituzioni, ad eccezione dei progetti di Educazione ai diritti umani e accoglie donazioni da aziende e grandi donatori con specifiche attenzioni. Persegue la propria missione principalmente grazie al supporto e al sostegno dei donatori privati, persone che credono nei diritti umani e nelle libertà fondamentali di ogni individuo.

Il risultato finale del Bilancio d’esercizio 2022 ammonta a 1,3 milioni di euro e cresce in modo significativo rispetto al recente passato che già aveva registrato alcuni avanzi importanti.

I fondi raccolti sono pari a 14,9 milioni di euro (+14% rispetto al 2021), grazie alle persone che si avvicinano a noi e, anno dopo anno, confermano e accrescono il loro sostegno alla nostra mission.

I fondi utilizzati hanno un importo complessivo di 13,6 milioni di euro (+10% rispetto al 2021) e hanno reso possibile la prosecuzione dell’investimento ai fini della crescita economica, lo svolgimento del lavoro per i diritti umani, il rafforzamento della struttura organizzativa e l’aumento del nostro contributo economico al Movimento globale.