Aggiornamento – Il 13 febbraio 2025 il tribunale ha stabilito che Justyna non ha avuto un processo equo poiché il giudice di primo grado non era stato nominato in modo indipendente. Il caso dell’attivista è stato rinviato a un tribunale di grado inferiore per un nuovo processo. Continueremo a monitorare la situazione sperando che finalmente cadano tutte le accuse.
Justyna Wydrzyńska è una delle fondatrici dell’Abortion Dream Team, un collettivo che lotta contro lo stigma dell’aborto in Polonia, dove le leggi in materia sono tra le più restrittive d’Europa. Il gruppo offre corsi di formazione e consigli non giudicanti su come accedere a un aborto sicuro.
Nel febbraio del 2020, Justyna viene messa in contatto con una donna incinta e disperata, intrappolata in una relazione violenta. Le dice che preferisce morire piuttosto che portare avanti la gravidanza. Justyna decide di aiutarla e invia ad Ania (nome di fantasia) le sue pillole abortive per posta, ma il compagno della donna intercetta il pacco e chiama la polizia.
Nel novembre 2021, il pubblico ministero denuncia Justyna per il reato di “aiuto all’aborto”. Nel marzo 2023 viene dichiarata colpevole e condannata a otto mesi di lavori socialmente utili. I suoi avvocati hanno presentato appello. La condanna di Justyna costituisce un pericoloso precedente.
La criminalizzazione degli aborti non fa diminuire le interruzioni di gravidanza, ma le rende solo meno sicure.
Chiedi al Procuratore generale di annullare la condanna.
La legislazione polacca sull’aborto è tra le più restrittive d’Europa. Il 22 ottobre 2020, la Corte costituzionale polacca, nonostante le preoccupazioni per la sua mancanza di indipendenza dal governo, ha stabilito che l’aborto è incostituzionale anche per motivi di danno fetale, fatale o grave, eliminando così anche uno dei pochi motivi ancora legali per ricorrere all’aborto.
Secondo la sentenza, gli aborti nell’ambito del sistema sanitario sono consentiti solo per due motivi: quando la gravidanza mette in pericolo la vita e/o la salute della donna incinta o quando è il risultato di uno stupro o di un incesto. Anche in queste situazioni, molte barriere limitano nella pratica l’accesso delle donne incinte all’aborto, colpendo in particolare quelle provenienti dalle comunità rurali e a basso reddito.
Sebbene il possesso o l’autogestione di farmaci abortivi non sia un reato in Polonia, qualsiasi persona o medico che aiuti una donna incinta ad abortire al di fuori dei limitati motivi consentiti dalla legge è punito con la reclusione fino a tre anni (articolo 152.2 del Codice Penale).
Le restrizioni legali e altre barriere in Polonia, compreso lo stigma dell’aborto, fanno sì che le donne trovino difficile o impossibile accedere ai farmaci e a cure abortive di qualità e rischino di indurre loro stesse l’aborto utilizzando metodi non sicuri o cercando l’aborto da operatori non qualificati. In questo contesto, le persone in Polonia che necessitano di un aborto sicuro si affidano ad Abortion Dream Team e Abortion Without Borders per informazioni affidabili e supporto salvavita.
Abortion Dream Team è da anni nel radar delle autorità per le sue attività a sostegno delle persone che hanno accesso ad aborti sicuri in Polonia, ma questa è la prima volta che un membro del team viene condannato per aver aiutato ad abortire.
Procuratore Generale
National Prosecutor’s Office
ul. Postępu 3 02-676 Warsaw Poland
Egregio Procuratore,
La invitiamo a prendere tutte le misure necessarie per garantire che l’ingiusta condanna di Justyna Wydrzyńska sia annullata e ad astenervi dal muovere qualsiasi altra accusa contro di lei solo per aver legittimamente difeso i diritti umani.
Justyna e altri attivisti forniscono supporto essenziale e informazioni affidabili alle donne che cercano l’assistenza sanitaria a cui hanno diritto. È stata condannata per aver aiutato una donna in una relazione violenta ad accedere ad un aborto sicuro. La sua condanna costituisce un pericoloso precedente.
La ringraziamo per l’attenzione.