Nidal al-Waheidi e Haitham Abdelwahed sono due giornalisti di 25 e 31 anni che lavorano per i canali indipendenti “Ein Media” e “an-Najah” nella Striscia di Gaza occupata. Entrambi sono stati arrestati dalle forze israeliane il 7 ottobre 2023 mentre documentavano l’attacco guidato da Hamas in territorio israeliano. Da allora le autorità israeliane si rifiutano di rivelare il luogo in cui si trovano o le ragioni del loro arresto. Queste condizioni di detenzione equivalgono a una sparizione forzata.
Nidal e Haitham sono ancora vivi? Perché sono stati arrestati?
Firma l’appello per chiedere alle autorità israeliane di rendere immediatamente noto dove si trovano e di garantire loro un trattamento umano e la possibilità di difendersi.
Quelli di Haitham e Nidal non sono casi isolati. Dal 7 ottobre all’11 dicembre, solo l’organizzazione israeliana per i diritti umani HaMoked ha ricevuto 816 segnalazioni di palestinesi scomparsi dalla Striscia di Gaza, tra cui uomini, donne e bambini. Il numero effettivo delle persone scomparse potrebbe essere molto più alto.
Amnesty International ha denunciato casi orribili di tortura e trattamenti degradanti di detenuti palestinesi, sia nelle carceri che nei centri di detenzione militare di Israele. Dal 7 ottobre, le autorità israeliane hanno confermato che sei detenuti palestinesi sono morti in custodia. Per almeno uno di loro l’autopsia ha mostrato chiari segni di percosse e torture. Due di questi detenuti provengono dalla Striscia di Gaza occupata e le loro famiglie sono state informate della loro morte solo quando altri detenuti sono stati scarcerati. I sei corpi sono ancora trattenuti dalle autorità israeliane.
Casi di tortura, umiliazioni e trattamenti degradanti sono stati ampiamente condivisi online e mostrano i palestinesi bendati e seminudi, con le mani legate dietro la schiena.
La base giuridica per la detenzione in corso di Nidal e Haitham, e centinaia, forse migliaia, di palestinesi di Gaza rimane vaga. Almeno 260 palestinesi dalla Striscia di Gaza occupata, a partire dal 1 º dicembre 2023 sono detenuti a tempo indeterminato, senza accuse né processo, perché considerati “combattenti illegali”, una categoria non riconosciuta dal diritto internazionale. Secondo la legge israeliana sui “combattenti illegali” e le norme di emergenza ad essa collegate, un detenuto ha il diritto di incontrare un avvocato entro 28 giorni dalla sua detenzione, ma un tribunale può negare questo diritto per un massimo di 80 giorni. Il tribunale può anche approvare la detenzione senza la presenza di un avvocato difensore.
Pubblico ministero militare
Brig. Gen. Yifat Tomer-Yerushalmi
Email: Pazar@idf.il
Gentile Brig. Gen. Yifat Tomer-Yerushalmi,
Le scrivo per esprimere la mia grave preoccupazione per la sparizione forzata di Nidal al-Waheidi e Haitham Abdelwahed, due giornalisti della Striscia di Gaza occupata di cui non si hanno notizie dal 7 ottobre 2023. Il loro arresto è stato ampiamente documentato quel giorno, mentre stavano seguendo gli attacchi di Hamas dal varco di Beit Hanoun/Erez.
Il 22 ottobre e il 2 novembre, sei organizzazioni per i diritti umani con sede in Israele hanno presentato due petizioni urgenti alla Corte suprema chiedendo che venissero fornite informazioni su centinaia di palestinesi della Striscia di Gaza occupata detenuti in Israele, compresi i due giornalisti, e sulle basi legali della loro detenzione e sollecitando la scarcerazione di quelli detenuti illegalmente.
Trascorsi due mesi e mezzo dalla scomparsa dei due giornalisti, le loro famiglie, i loro colleghi e amici, la maggior parte dei quali vivono nella Striscia di Gaza assediata, tra incessanti bombardamenti israeliani e frequenti blackout delle comunicazioni, non stanno ricevendo alcuna informazione dalle autorità israeliane, nemmeno la conferma che sono ancora in vita.
I timori delle famiglie sono esacerbati dalla conferma, fornita dall’esercito israeliano nel novembre 2023, che due lavoratori della Striscia di Gaza erano morti mentre erano in custodia dei militari israeliani. Il 18 dicembre, l’esercito israeliano ha riferito al quotidiano israeliano “Haaretz” che “un certo numero” di detenuti della Striscia di Gaza era morto in carcere presso le strutture detentive militari dell’aeroporto di Beersheba, noto anche come Sdeh Teyman, dove centinaia di palestinesi di Gaza sono trattenuti in condizioni che violano il divieto di tortura e di altri maltrattamenti.
Alla luce delle strazianti testimonianze di torture e di altri maltrattamenti rese note da detenuti scarcerati e dell’incertezza e dell’angoscia che vivono le famiglie dei due giornalisti, La esorto a rendere immediatamente noto dove si trovano Nidal al-Waheidi e Haitham Abdelwahed, a spiegare le basi legali della loro detenzione, a garantire loro un trattamento umano, compreso l’accesso alle cure mediche e la protezione dalla tortura e da altri maltrattamenti, e concedere loro di incontrare gli avvocati nominati dalle loro famiglie.
Distinti saluti,