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Il 17 ottobre è entrata in vigore una serie di emendamenti al codice civile e a quello penale della Georgia col conseguente inasprimento delle pene.
Protestare, seppure in modo pacifico, coprendosi il volto comporterà fino a 15 giorni di detenzione amministrativa; stessa sanzione per l’allestimento di strutture o installazioni temporanee, come gli accampamenti durante le proteste e fino a 20 giorni per le persone ritenute responsabili di tale allestimento; la partecipazione a proteste nonostante il ministro dell’Interno ne abbia decretato la cessazione prevedrà fino a 60 giorni di detenzione amministrativa.
Reiterare tali reati significherà il carcere: fino a un anno in caso di prima reiterazione e fino a due anni per ciascuna delle successive.
Chi proferirà ingiurie nei confronti di un pubblico ufficiale o si renderà responsabile della non ottemperanza all’ordine di un pubblico ufficiale per tre o più volte potrà finire in carcere anche per un anno.
Le nuove norme sono state applicate appena 48 ore dopo la loro entrata in vigore, il 19 ottobre, nei confronti di 27 “autori di vari reati” che il giorno prima avevano bloccato una porzione di viale Rustaveli, l’arteria principale della capitale Tblisi: 14 sono stati portati in carcere mentre per gli altri 13 è iniziata la procedura amministrativa.
Il noto giornalista televisivo Vakho Sanaia è stato condannato a sei giorni di carcere, l’attivista Lara Nachkebia a quattro giorni per aver “coperto il proprio volto”. Una seconda giornalista, Keti Tsiskishvili, è in attesa del processo.