Francesca Maceroni/Amnesty International Italia
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Introdotta in seno al Consiglio dei diritti umani di Ginevra dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2006, la Revisione periodica universale (Universal Periodic Review – Upr) è una procedura d’esame sulla situazione complessiva dei diritti umani in tutti gli stati membri delle Nazioni Unite, a cadenza ciclica di circa quattro anni e mezzo. Sono numerose le raccomandazioni rivolte agli stati sotto revisione, frutto di osservazioni presentate da associazioni e agenzie che si occupano di diritti umani, così come dalle rappresentanze diplomatiche degli altri stati, essendo questo un processo di esame “tra pari”.
L’Italia è stata oggetto di esame da parte del Consiglio dei diritti umani già nel 2010, 2014 e 2019, in occasione dei primi tre cicli Upr e, nel terzo ciclo, ha ricevuto 304 raccomandazioni su diversi temi, tra cui creare un’istituzione nazionale per i diritti umani; garantire i diritti delle persone rifugiate e migranti e combattere la discriminazione razziale.
Nel 2019, su 304 raccomandazioni il nostro paese ne aveva accettate 292, respingendone 11, di cui nove riguardanti i diritti delle persone rifugiate e migranti. Nella stessa occasione, aveva accolto parzialmente due raccomandazioni (infine sostanzialmente rifiutate) relative alla ratifica della Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie. Infine, aveva preso atto (e respinto) di una raccomandazione sui diritti dei genitori dello stesso sesso.
Altrettanto numerose sono state le raccomandazioni rivolte all’Italia in occasione del quarto ciclo Upr, a cui è stata sottoposta a gennaio 2025. Amnesty International ha seguito l’intero processo a partire dal contributo, preparato dal nostro Segretariato internazionale, inviato prima della sessione di esame, che ha avuto luogo a inizio anno, in cui abbiamo espresso profonda preoccupazione per l’arretramento della tutela dei diritti umani in diversi ambiti.
Abbiamo lavorato a un lungo percorso di preparazione e pianificazione delle nostre azioni di sensibilizzazione dei rappresentanti degli stati coinvolti nel processo di revisione.
Nel novembre 2024, abbiamo partecipato alla sessione preliminare Upr, aperta alla società civile e partecipata dagli stati membri del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, e abbiamo avuto incontri diretti con i rappresentanti di Belgio, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Italia, Lettonia, Libano, Lituania, Messico, Norvegia, Svezia, Svizzera. Inoltre, abbiamo condiviso le nostre raccomandazioni anche con i membri del gruppo di lavoro dedicato a redigere il rapporto sull’Italia, composto da Svizzera, Macedonia del Nord e Repubblica Democratica del Congo.
Nei nostri incontri, sia multilaterali che bilaterali, abbiamo sottolineato, tra le altre cose, la situazione dei diritti umani delle persone rifugiate e migranti; la tutela del diritto di riunione pacifica e di protesta; la necessità di riformare il reato di violenza sessuale introducendo il principio del consenso, come stabilito dalla Convenzione di Istanbul. Le nostre raccomandazioni non sono rimaste inascoltate; gran parte dei paesi che avevamo raggiunto con i nostri contributi hanno espresso, in sede di esame, la necessità per l’Italia di fare passi avanti sui temi che avevamo monitorato. Ma non ci siamo fermati qui. A luglio 2025, abbiamo ribadito le nostre raccomandazioni in una dichiarazione video durante la seduta del Consiglio dei diritti umani in sede di approvazione finale del rapporto Upr relativo all’Italia, durante la quale il nostro paese ha accettato 295 raccomandazioni su un totale di 340.
Purtroppo, numerose sono state le raccomandazioni di nostro interesse di cui l’Italia ha solo preso atto, tra cui quelle relative alla riforma del reato di violenza sessuale; alle attività di ricerca e soccorso in mare e ai diritti delle coppie omoaffettive. Su queste, come su quelle accettate, continueremo a portare avanti attività di monitoraggio e advocacy, per assicurarci che il governo mantenga gli impegni presi e superi le criticità rilevate prima del prossimo ciclo di esame nel 2029/2030.
A cura di Francesca Loffari, ufficio lobby&policy