Ucraina: le testimonianze dalla città di Izium, assediata dalle forze russe dal 28 febbraio

17 Marzo 2022

© VOLODYMYR MATSOKIN via REUTERS

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Tra il 9 e il 12 marzo Amnesty International ha raccolto drammatiche testimonianze di persone evacuate dalla città di Izium, nella regione ucraina orientale di Kharkiv, assediata e bombardata dalle forze russe dal 28 febbraio e i cui abitanti rimasti e rifugiati nelle cantine e nei sotterranei sono ormai a corto di cibo e di acqua.

“Decine di piccoli centri dell’Ucraina sono sotto costanti attacchi e i loro abitanti sono al centro degli scontri armati o sono assediati dalle forze russe. Le testimonianze che abbiamo raccolto rivelano il terrore di persone intrappolate negli scantinati senza quasi né acqua né cibo. Izium e altri centri che si trovano in prima linea necessitano di corridoi umanitari che consentano a chi vuole andarsene di farlo in sicurezza e garantire a chi rimane l’arrivo di forniture umanitarie”, ha dichiarato Marie Struthers, direttrice di Amnesty International per l’Europa orientale e l’Asia centrale.

I primi attacchi sono iniziati il 28 febbraio e dal 3 marzo Izium è costantemente sotto il fuoco dell’artiglieria delle forze russe. La maggior parte della città è senza elettricità e riscaldamento e le comunicazioni di telefonia mobile sono interrotte. Secondo la procura generale ucraina, il 3 marzo un attacco russo ha gravemente danneggiato l’ospedale locale e ha causato la morte di otto persone, tra cui due bambini. Da allora vi sono state altre vittime.

Gli attacchi russi hanno distrutto o danneggiato infrastrutture civili, abitazioni, scuole, asili, strutture mediche e depositi alimentari. Alcuni di questi attacchi sono apparsi indiscriminati e dunque vietati dal diritto internazionale umanitario.

Le immagini satellitari esaminate da Amnesty International a partire dal 12 marzo evidenziano crateri e danni a luoghi che le mappe indicano come scuole e ospedali.

I forni locali sono chiusi o sono stati distrutti. Gli aiuti umanitari e il pane arrivano saltuariamente e a poche persone, soprattutto a quelle che si nascondono nei rifugi più grandi, spesso situati nelle scuole. Inoltre, molti palazzi sono privi di cantine o ne hanno di piccolissime.

Il 9 marzo sono state evacuate solo 250 delle 5000 persone previste. Il giorno dopo ne sono state fatte uscire altre 2000. Molte persone anziane e persone con disabilità non sono partite.

 

Le testimonianze degli evacuati 

“Da quando hanno iniziato a bombardare non possiamo andare da nessuna parte. Attaccano giorno e notte. Se andrà avanti per qualche altro giorno, finiranno sterminati.” –  (Svitlana, 72 anni, sfollata da Donetsk che dal 2014 è sotto il controllo russo)

“Quando ci hanno evacuato, erano rimasti tre bidoni d’acqua da cinque litri a disposizione per 55 persone. Non immagino come potranno sopravvivere.” –  (Tetyana, madre di un bambino di cinque mesi)

“Abbiamo passato sei giorni in una cantina piccolissima, era persino impossibile sdraiarsi. Appena cessavano i bombardamenti, uscivamo fuori per prendere un po’ di uova dalle galline. I nostri figli erano affamati. C’era pane secco, qualche mela, cibo in salamoia e marmellata. C’erano incendi ovunque.” –  (Natalia, una residente della zona)