Indonesia, capo della polizia ammette le torture

21 Aprile 2016

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Il 21 aprile, di fronte a una commissione parlamentare, il generale Badrodin Haiti, capo della polizia dell’Indonesia, ha ammesso che agenti dell’unità speciale antiterrorismo Reparto 88 hanno preso a calci sul petto un presunto terrorista, causandogli fratture al costato e provocandogli un infarto fatale.

Il generale Haiti ha così smentito i suoi stessi sottoposti, secondo i quali l’uomo era morto per le ferite riportate nel corso di una rissa.

Da oltre 10 anni, Amnesty International pubblica rapporti in cui si denuncia l’uso endemico della tortura da parte delle forze di polizia indonesiane, compreso il Reparto 88. A favorire l’uso della tortura è la legge che prevede che le persone sospettate di terrorismo possono essere trattenute per 390 giorni prima di comparire di fronte a un giudice.

Secondo la Commissione nazionale indonesiana per i diritti umani, dal 2007 almeno 121 persone sono morte in custodia nell’ambito di operazioni antiterrorismo. Su nessuna di queste morti in circostanze sospette è stata svolta un’indagine indipendente e approfondita.