Yahaya Sharif-Aminu ha 22 anni e vive nello Stato di Kano, nel nord della Nigeria. La sua vita è la musica, e proprio la musica lo ha condannato a morte. A febbraio ha composto una canzone e l’ha diffusa tramite WhatsApp. Quella canzone l’ha portato in carcere e potrebbe condannarlo a morte, perché considerata blasfema.
Aggiornamento del 25 gennaio 2021: la condanna a morte è stata temporaneamente sospesa!
Una corte d’appello della Nigeria ha annullato, almeno temporaneamente, la condanna a morte del 22enne Yahaya Aminu-Sharif, che il 10 agosto 2020 un tribunale islamico aveva giudicato colpevole di “blasfemia” e dunque destinato all’impiccagione. Yahaya continua ad essere in pericolo: è ancora accusato di blasfemia, che la legge islamica applicata in molti stati del nord della Nigeria punisce con la morte.
Yahaya Sharif-Aminu era stato condannato nell’agosto 2020 per aver composto e diffuso una canzone considerata dalle autorità blasfema. Durante il primo processo è stato privato di ogni assistenza legale. Ora il tribunale d’Appello ha ordinato che il processo venga ripetuto proprio a causa della mancanza di rappresentanti legali di Yahaya.
La ripetizione del procedimento rappresenta per Yahaya la possibilità di essere finalmente sottoposto ad un processo giusto. In qualunque caso, comunque, nessuno dovrebbe essere condannato a morte solo per aver espresso la propria opinione.
Vogliamo che il nuovo processo faccia giustizia e che Yahaya venga liberato.
Abbiamo bisogno della tua firma per chiedere alle autorità dello stato nigeriano di Kanu di ritirare le accuse contro Yahaya Sharif-Aminu.
Yahaya deve essere liberato immediatamente!
Nel febbraio 2020, Yahaya Sharif-Aminu, 22 anni, ha composto una canzone che contiene commenti di disprezzo nei confronti del profeta Maometto.
Il cantante nigeriano è stato arrestato a marzo, dopo che una folla di facinorosi aveva abbattuto la porta d’ingresso della sua abitazione e incendiato l’intera casa, nel quartiere di Sharifai, nell’area del governo municipale di Kano, nel nord della Nigeria. Quella stessa sera la sua famiglia è stata costretta a fuggire.
Il gruppo di manifestanti si era poi recato in processione al quartier generale della polizia di Kano reclamando la condanna del cantante, ritenuto “blasfemo contro il profeta dell’Islam” per una serie di messaggi audio che aveva fatto circolare giorni prima. Nessuno è stato arrestato o perseguito per le violenze.
Il 10 agosto, Yahaya Sharif-Aminu è stato citato in giudizio davanti all’Alta corte della Shari’a a Kano e condannato per blasfemia.
Rimane in custodia cautelare nella prigione di Kano.
A seguito della sua condanna, c’è stata una grande protesta da parte di diversi rappresentanti e organismi religiosi che hanno esortato il governatore a firmare il suo mandato di esecuzione. Yahaya Sharif-Aminu ha presentato appello contro la condanna a morte.
Ci sono una serie di preoccupazioni circa l’equità del processo e sulla formulazione delle accuse contro di Yahaya Sharif-Aminu.
Prima e durante il processo, il cantante non ha avuto accesso alla rappresentanza legale. Solo dopo la mobilitazione di avvocati e attivisti per i diritti umani gli è stato concesso l’accesso alla consulenza legale per preparare l’appello.
La legge della Shari’a, messa in pratica in molti stati della Nigeria settentrionale, prevede la pena di morte per blasfemia. La Hisbah, una società di sicurezza di proprietà dello Stato di Kano, è l’organismo che applica la legge della Shari’a in questo stato altamente conservatore.
La pena di morte rimane in vigore in Nigeria e continua ad essere imposta in tutto il paese. Nel 2019 sono state registrate oltre 54 condanne a morte.
In totale, alla fine dell’anno oltre 2.700 persone erano state condannate a morte.
Il Gruppo di studio nazionale sulla pena di morte del 2004 e la Commissione presidenziale per l’amministrazione della giustizia del 2007 hanno entrambi sottolineato che il sistema di giustizia penale nigeriano non può garantire un processo equo e hanno chiesto una moratoria sulla pena di morte.
Nel 2008, la Commissione africana sui diritti umani e dei popoli ha adottato la sua seconda risoluzione sulla pena di morte, invitando gli Stati parti della Carta africana dei diritti umani e dei popoli – come la Nigeria – a “osservare una moratoria sulla l’esecuzione di condanne a morte al fine di abolire la pena di morte” e di ratificare il Secondo protocollo opzionale della Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR-OP2).
In uno studio pubblicato il 19 aprile 2012, il Gruppo di lavoro sulla pena di morte della Commissione africana ha ribadito la necessità dell’abolizione della pena capitale e suggerito modalità per la sua realizzazione.
Governor Abdullahi Umar Ganduje
Office of the Governor
Government House
Kano
Kano State, Nigeria
Telephone: (+234) 7044-930000
Email: info@kanostate.gov.ng
Egregio Governatore Abdullahi Umar Ganduje,
Scrivo preoccupato per la situazione in cui si trova Yahaya Sharif-Aminu, un cantante di 22 anni condannato a morte. Nel febbraio 2020, Yahaya Sharif-Aminu ha composto una canzone che presumibilmente contiene commenti dispregiativi contro il Profeta Maometto.
Ciò ha provocato il suo arresto a marzo. Inoltre, i suoi familiari sono stati costretti a fuggire dalla loro abitazione quando il 4 marzo giovani arrabbiati hanno protestato contro la canzone e dato fuoco alla casa della famiglia, situata nei quartieri di Sharifai nell’area del governo municipale di Kano, nel nord della Nigeria. Nessuno è stato arrestato o perseguito per le violenze.
Nutro serie preoccupazioni circa l’equità del processo di Yahaya Sharif-Aminu e per la formulazione delle accuse contro di lui sulla base dei suoi messaggi WhatsApp.
La pena di morte è una punizione crudele, inumana e degradante.
Nessuno dovrebbe mai essere condannato a morte o messo a morte.
L’imposizione della pena di morte a seguito di un processo iniquo viola il diritto all’ergastolo e processi affrettati minano la capacità delle persone condannate di cercare rimedi efficaci per la rappresentanza legale inadeguata che avevano ricevuto durante il processo.
Inoltre, l’uso della pena di morte per blasfemia viola gli obblighi della Nigeria ai sensi del Patto internazionale sui diritti civili e politici che limita l’uso della pena di morte ai “crimini più gravi”, che secondo il diritto internazionale sono crimini che comportano l’uccisione intenzionale.
Chiedo quindi a Sua Eccellenza di:
- astenersi dal firmare qualsiasi mandato di esecuzione per Yahaya Sharif-Aminu;
- rilasciare Yahaya Sharif-Aminu immediatamente e incondizionatamente.
La ringrazio per l’attenzione.