Negli ultimi anni, centinaia di migliaia di rifugiati e richiedenti asilo in fuga da conflitti, violazioni dei diritti umani e persecuzioni, hanno messo a rischio la propria vita in cerca di sicurezza e protezione. Hanno vissuto abusi, estorsioni e violenza nei paesi d’origine e lungo tutto il percorso. Molti di loro hanno perso la vita nel tragitto.
Nel mondo e in Europa si continua ad affrontare la crisi dei rifugiati in maniera caotica e disumana, costruendo muri, rafforzando posizioni securitarie e facendo accordi scellerati e illegali con paesi non sicuri, come la Libia e la Turchia.
È necessario un nuovo approccio globale fondato sulla protezione delle persone, sulla cooperazione tra stati e su una più equa ripartizione delle responsabilità come suggerito anche nel documento “Le cinque proposte di Amnesty International“.
Per fermare la strage nel mar Mediterraneo, è necessario aprire al più presto canali sicuri e legali per i rifugiati. Chiediamo di garantire condizioni di accoglienza dignitose e umane alle persone che arrivano in Italia.
Stai con i rifugiati, firma l’appello al Presidente del consiglio.
I leader mondiali devono spiegare perché il mondo può salvare banche, sviluppare nuove tecnologie e combattere guerre ma non può trovare un riparo sicuro per 21 milioni di rifugiati, ossia solo lo 0,3 per cento della popolazione mondiale. L’egoismo dei paesi ricchi deve finire!
I governi dei paesi più ricchi, l’Italia tra questi, stanno fallendo in maniera eclatante nel dovere di offrire protezione a persone che fuggono da violenze, conflitti e persecuzioni. Muri e barriere spingono queste persone a correre rischi sempre più grandi, ma non possono fermarle.
Dall’inizio del 2016 a maggio, sono morte 2.500 persone nel Mediterraneo, inclusi centinaia di bambini. Non possiamo stare a guardare, dobbiamo e possiamo fare passi concreti per fermare queste morti.
Oggi la stragrande maggioranza dei rifugiati sono ospitati in paesi più poveri, confinanti con le zone di guerra e persecuzione, come Libano, Turchia e Kenya. Circa un milione tra queste persone è a rischio imminente di ulteriori abusi e violazioni di diritti umani, come donne a rischio di violenza o sfruttamento, minori non accompagnati, persone con disabilità, o altre persone che potrebbero essere perseguitate anche nei paesi di prima accoglienza.
I paesi europei possono offrire protezione immediata attraverso il reinsediamento. Ciò significa che le persone identificate dall’Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR) come particolarmente vulnerabili possono accedere in Italia o in altri paesi sicuri in maniera del tutto legale e sicura.
La rotta più mortale del mondo
Alla fine del 2015 gli arrivi sulle coste del sud Europa avevano raggiunto quasi un milione, ovvero una quota quasi 4 volte maggiore rispetto al numero totale di sbarcati in tutto il 2014. All’approdo dei migranti ha fatto da tragico contraltare la morte di coloro che non ce l’hanno fatta, in misura significativa donne e bambini. Secondo l’UNHCR, nei primi cinque mesi del 2016, sono morte in mare oltre 2.500 persone, la maggior parte delle quali nel tragitto tra nord Africa e l’Italia (2.119 persone). Si tratta di un drammatico incremento rispetto agli anni precedenti.
I rischi per i rifugiati in condizione di maggiore vulnerabilità
Le donne e le ragazze rifugiate sono esposte a ulteriori rischi nei paesi di transito ed in quelli di accoglienza. Tra questi, il traffico e lo sfruttamento sessuale, il matrimonio forzato, la discriminazione, lo sfruttamento lavorativo, lo stupro ed altre forme di violenza sessuale e di genere.
È necessario che vengano attivati meccanismi di protezione per rispondere alle diverse esigenze di protezione delle persone più vulnerabili. Tra questi, oltre alle donne e alle ragazze, i minori non accompagnati, le persone Lgbti, i richiedenti asilo con disabilità.
Quali alternative?
La comunità internazionale deve condividere le responsabilità tanto sul piano dell’ospitalità, quanto su quello dell’assistenza ai rifugiati. È cruciale implementare l’impegno degli stati per stabilire o incrementare vie legali e sicure di accesso per l’ammissione dei rifugiati. Occorre aumentare urgentemente il numero di posti disponibili per il reinsediamento dei rifugiati e il contributo degli stati al finanziamento umanitario.
La situazione italiana
Alla data del 31 dicembre 2015 il numero di domande di protezione internazionale presentate in Italia è stato di 83.970, con un incremento di circa 20.000 domande rispetto al numero di quelle presentate nel 2014 (63.456). Al 31 dicembre 2015 le persone ricollocate dal territorio italiano verso gli altri stati europei sono state soltanto centonovanta, a fronte della quota prevista di 39.500 unità.
Dove sono i rifugiati del mondo: un’attività di educazione ai diritti umani per le ragazze e i ragazzi dai 14 anni.
Obiettivi:
Comprendere che la maggior parte dei rifugiati del mondo si trova in paesi dotati di limitate risorse.
Riflettere su come tale situazione sia insostenibile e ingiusta e causa di violazioni dei diritti umani.
Ottenere una comprensione generale del concetto di responsabilità condivisa e degli obiettivi di Amnesty International per la campagna I Welcome.
Questa attività si suddivide in due parti:
Prima parte
La situazione attuale: la prima parte intende far crescere il livello di consapevolezza sull’attuale disomogenea distribuzione dei rifugiati nelle varie parti del mondo, al fine di comprendere l’indispensabilità di una condivisione delle responsabilità.
Seconda parte
Le possibili soluzioni: la seconda parte consente alle persone di studiare possibili soluzioni in relazione alla condivisione delle responsabilità, collegandosi alla campagna I Welcome e alla proposta “A New Global Compact” di Amnesty International.
Egregio Signor Presidente,
Negli ultimi anni, centinaia di migliaia di rifugiati e richiedenti asilo in fuga da conflitti, violazioni dei diritti umani e persecuzioni, hanno messo a rischio la propria vita in cerca di sicurezza e protezione. Hanno vissuto abusi, estorsioni e violenza nei paesi d’origine e lungo tutto il percorso. Molti di loro hanno perso la vita nel tragitto. Nel mondo e in Europa si continua ad affrontare la crisi dei rifugiati in maniera caotica e disumana, costruendo muri, rafforzando posizioni securitarie e facendo accordi scellerati e illegali con paesi non sicuri, come la Libia e la Turchia.
Le chiedo di fare il possibile per:
– incrementare i posti disponibili e accelerare il processo di reinsediamento di rifugiati in Italia ed Europa da paesi di prima accoglienza come Libano e Kenya usando vie legali e sicure, favorendo i ricongiungimenti familiari e privilegiando la protezione delle persone più vulnerabili;
– Garantire condizioni di accoglienza dignitose e umane alle persone che arrivano in Italia;
– Impegnarsi a livello europeo e globale per promuovere misure e iniziative di cooperazione tra i paesi più ricchi che garantiscano il diritto d’asilo e la creazione di vie legali e sicure affinché nessuno più debba rischiare la vita in cerca di protezione.
È necessario un nuovo approccio globale fondato sulla protezione delle persone, sulla cooperazione tra stati e su una più equa ripartizione delle responsabilità. La discussione che sta avvenendo sia a livello europeo che a livello di Nazioni Unite nel corso dell’estate offre al governo italiano un’occasione unica per farsi promotore di questo nuovo approccio che si basi sulla responsabilità comune e sulla protezione dei diritti umani dei rifugiati.