Maria Ponomarenko è un’attivista, blogger e giornalista russa della testata online “RusNews”. Il 23 aprile 2022 è stata arrestata perché accusata di aver diffuso “informazioni consapevolmente false sulle Forze armate russe”. Ma quali erano queste “informazioni false”?
Il 17 marzo Maria aveva pubblicato un video su Telegram (cancellato quasi subito) del bombardamento del teatro di Mariupol, in Ucraina, da parte delle forze russe, con un breve commento che denunciava la morte dei civili che erano rifugiati all’interno.
Il 15 febbraio 2023 un tribunale di Barnaul, nella regione dell’Altai Krai, ha condannato Maria a sei anni di reclusione e al divieto di esercitare l’attività giornalistica per cinque anni dopo la scarcerazione. La sentenza è stata confermata in appello. Da quando è in carcere, la sua salute mentale si è molto deteriorata.
Maria è una prigioniera di coscienza, madre di due figlie, in carcere solo per aver esercitato il suo diritto alla libertà di espressione.
Chiediamo insieme la sua scarcerazione immediata e senza condizioni.
Il 15 maggio 2023, Maria Ponomarenko è stata trasferita nella colonia penale IK-22 di Krasnoyarsk, a oltre 900 km da Barnaul. Una distanza così lunga le avrebbe reso estremamente difficile vedere le figlie. Per questo è stata lanciata una petizione per chiedere il suo trasferimento. Nell’agosto 2023, le autorità hanno avviato la procedura di trasferimento nell’Altai Krai dove, secondo “RusNews”, è arrivata un mese dopo nella colonia penale IK-6 di Shipunovo.
Maria Ponomarenko è stata posta in cella di punizione in due occasioni. La prima volta per 15 giorni perché è svenuta e nelle colonie penali russe è vietato sdraiarsi o sedersi sui letti durante il giorno. La seconda volta per 10 giorni perché non è riuscita a scendere dal letto su richiesta di un agente penitenziario a causa del dolore alla schiena. RusNews ritiene che queste punizioni siano delle ritorsioni per le denunce sulle condizioni di detenzione.
L’11 ottobre 2023, Maria Ponomarenko ha annunciato uno sciopero della fame per protestare contro i maltrattamenti subiti, ma il giorno seguente si è svegliata distesa sul pavimento, in preda a un malessere. Le autorità della colonia penale le hanno ordinato di recarsi a un’udienza disciplinare ma dopo il suo rifiuto è stata trascinata a piedi nudi fuori dall’edificio e, come testimoniato in una lettera a RusNews, non ha chiari ricordi di quanto accaduto dopo.
Dopo questo episodio, Maria Ponomarenko, afferma di essere stata sottoposta a un trattamento psichiatrico forzato. Dopo una settimana di permanenza in un reparto psichiatrico, è stata trasferita in un centro di custodia cautelare a Barnaul, poi in un centro di detenzione temporanea a Shipunovo e infine nuovamente nel centro di custodia cautelare di Barnaul.
Gentile Procuratore generale,
Gentili Deputati della Duma di stato della Federazione Russa,
Gentile Commissario per i diritti umani,
scrivo per chiedere di prendere tutte le misure necessarie per far abrogare gli articoli 207.3 e 280.3 del Codice penale della Federazione Russa, in quanto violano gli impegni assunti dal paese in materia di diritti umani, e di garantire che tutte le persone in prigione in base ad essi vengano immediatamente scarcerate.
Questi articoli, introdotti da una nuova legislazione, prevedono pene detentive fino a 15 anni e privano di fatto i cittadini russi del diritto alla protesta pacifica e alla libertà di espressione. Centinaia di persone sono già state imprigionate ingiustamente.
Maria Ponomarenko, giornalista russa, attivista e madre di due figli, è stata condannata a sei anni di carcere per aver diffuso “false informazioni” sulle Forze Armate russe (articolo 207.3 del Codice penale) dopo che aveva condiviso su Telegram un messaggio sul bombardamento del teatro di Mariupol, in Ucraina, esercitando così il suo diritto alla libertà di espressione.
Ciò va contro gli obblighi della Russia nel campo del diritto internazionale dei diritti umani.
Chiedo pertanto di abrogare gli articoli 207.3 e 280.3 del Codice penale della Federazione Russa e di garantire la scarcerazione immediata e incondizionata di Maria Ponomarenko e di tutte le persone private della libertà solo per aver protestato pacificamente contro la guerra.
Cordiali saluti,